QUELLI CHE STANNO MALE QUANDO L’ITALIA STA BENE
Li avete visti, l’altra sera, il bel sorriso mediterraneo di Flavia sotto il sole della California, e quel dito puntato verso il cielo in ricordo di un amico sfortunato, la gioia misurata, la limpida serenità ? Così come accade quando i sorrisi sono quelli di Federica e Alessia ai bordi di una piscina, o di Valentina sotto una pedana, immagini del genere, momenti del genere dovrebbero scaldare il cuore di tutti gli italiani. Invece pare proprio che al tennis sia negato quanto è ovvio e scontato per il nuoto e la scherma, o per il pattinaggio, lo sci, l’atletica e insomma per tutti gli sport “normali”.
Perché, accanto alla gioia genuina del 99,98 per cento di coloro che vivono una vita normale e provano sentimenti normali, la vittoria della Pennetta a Los Angeles è tornata a scatenare la psicotica frustrazione del rimanente 0,2 per cento, quello composto da chi è felice soltanto quando può scrivere che il tennis italiano fa schifo e dunque reagisce delegittimandone ogni successo. Come da qualche tempo (per fortuna!) ci capita sempre più spesso, visto il ruolo di autentica potenza mondiale che l’Italia recita sul palcoscenico del tennis femminile, anche oggi abbiamo così dovuto leggere biliosi contorcimenti sintattici tendenti a spiegare che nei trionfi di Flavia Pennetta i meriti del movimento tennistico nazionale sono nulli perché il suo allenatore è spagnolo, falsificazioni storiche per insultare le azzurre che nel 2006 conquistarono la Fed Cup (vittoria definita “vittoria di Pirro”), e persino attacchi al settore tecnico della FIT e sfottò nei confronti della stessa Pennetta, freudianamente bollata con l’appellativo di “velina”. Ditemi voi in quale altro sport una vittoria di livello mondiale da parte di un atleta italiano provoca commenti del genere…
Di fronte a tanta malafede ci sarebbe da reagire in modo pesante. Senonché, alla fin fine, uno si rende conto che la peggiore punizione questa gente se la infligge da sola, condannandosi a vivere perennemente con la bava alla bocca, a star male quando tutti gli altri sono felici. E allora, in fin dei conti, la migliore vendetta è non fare niente e lasciarli alle loro psicosi il più a lungo possibile. Tanto chi legge i giornali non ha mica l’anello al naso…