L’IGNOBILE LINCIAGGIO DI FOGNINI
Premetto che non ho visto il match in questione, dunque non sono in grado di esprimere alcun giudizio di merito sui fatti. Però in tanti mi stanno segnalando che è in corso un autentico linciaggio mediatico ai danni di Fabio Fognini, reo – pensate un po’!… – di essere stato seccamente battuto dal numero 18 del mondo, Gael Monfils, nel Masters Series di Madrid.
C’è chi mi dice che nel linciaggio si sarebbero distinti, fra gli altri, i commentatori di SKY, a cominciare da Raffaella Reggi e Rino Tommasi, ma mi rifiuto di crederci. A sentirla una volta sola, magari di sfuggita, anche una frase severa può essere scambiata per una sciabolata selvaggia. Piuttosto, ho letto con i miei occhi, sul sito di Eurosport, un pezzo che definire disgustoso è poco. Lo ha scritto un certo Andrea Tabacco – una firma talmente sconosciuta che se non è uno pseudonimo ha quanto meno l’aria di esserlo – ed è così pieno di livore da lasciare a bocca aperta, anche perché uno si chiede come sia possibile che una testata di grande prestigio come Eurosport – che tanto ha contribuito al successo mondiale della nostra amata disciplina – possa incorrere in un infortunio grave come quello di farsi rappresentare da una mezza calzetta.
Chiaro che Fognini paga quella che gli indomiti nemici del tennis italiano e i loro degni imitatori giudicano una colpa infamante e imperdonabile: aver ottenuto un posto in tabellone grazie alla wild card che gli organizzatori madrileni avevano concesso alla FIT in cambio di consimile concessione loro fatta in occasione degli Internazionali d’Italia. E’ bastato questo per far diventare un crimine quello che ha tutta l’aria di esser stato un normalissimo passo falso.
Sono i frutti avvelenati del clima di linciaggio permanente alimentato da certi media nei confronti del tennis italiano: il primo ragazzino al quale mettono la penna in mano si sente autorizzato a fare il verso a quelli che considera i suoi “maestri”. Non ci resta che allargare sconsolati le braccia e augurarci che Fognini sappia metabolizzare quest’ingiustizia e la trasformi in un fattore di crescita. Campioni si diventa anche imparando a distinguere gli amici dai nemici.