Per Zverev è l’ora della rivincita. Sinner dice addio al torneo di Colonia (Barana). Sinner illude, poi Zverev si vendica (Mastroluca). Vendetta dopo Parigi: Sinner battuto, in finale ci va Zverev (Crivelli)

Per Zverev è l’ora della rivincita. Sinner dice addio al torneo di Colonia (Francesco Barana, Corriere dell’Alto Adige)

La monetina da un cent per fare l’euro Jannik Sinner l’ha persa dopo mezz’ora, ieri sera a Colonia. Il nostro 43 del mondo, dopo un avvio strabiliante (4-1 nel primo set) ha smarrito le sue certezze contro Alexander Zverev, 7 del mondo, che si prende così la rivincita dopo la sconfitta al Roland Garros. Nonostante un calo di rendimento, quel 7-6, 6-3 per il tedesco qualche rimpianto lo (mal)cela, perché Jannik è rimasto sempre in partita e sarebbe bastato un dettaglio riuscito per sovvertirne le sorti. Nei momenti chiave è lui che ha comandato le danze, aprendosi abilmente il campo per il colpo di chiusura di punto, sbagliato clamorosamente. Si veda il tiebreak del primo set, o il settimo game della seconda frazione sul 4-2 per Zverev, con il tedesco nervosissimo, alle prese con i soliti demoni interiori e poco sportivo (c’è stato un battibecco vistoso tra i due giocatori nel penultimo gioco) che ha concesso a Sinner due palle break per tornare in partita. E in quei frangenti che è mancato il pusterese. È mancato l’attimo finale, in sostanza. La partita non è stata granché da ambo le parti. Zverev è partito malissimo, ma quando è cresciuto ha mostrato i soliti limiti mentali e caratteriali. Ne è uscito un primo set bizzarro, con Sinner e Zverev che hanno perso il servizio tre volte ciascuno prima di chiuderla (il tedesco) al tiebreak. Sinner si è trovato avanti 4-1 dopo un inizio sontuoso. Lì forse si sono illusi tutti. Invece il rendimento dell’azzurro è cambiato repentinamente. Sinner ha perso smalto nel servizio, ha confermato i limiti nel gioco al volo e non ha trovato le solite certezze anche con il rovescio bimane. Sasha ha cominciato a spingere di più, spezzando il ritmo fin lì imposto da Sinner, che non ha più trovato il suo gioco. E così nel settimo game (4-2) Jannik ha regalato il servizio al tedesco a zero. Una crisi durata a lungo e se si è arrivati al tiebreak è per demerito del tedesco che con l’inerzia della partita in mano, ha ceduto il servizio due volte consecutive anziché chiudere conti (sul 5-4 e sul 6-5). Il tie-break non ha avuto storia, con Sinner in profonda crisi al servizio, ma soprattutto incapace in due circostanze di chiudere un punto agevole. La crisi al servizio è proseguita nel secondo set, con Jannik subito brekkato per la quarta volta consecutiva. Per Sinner comunque è stato un ottimo torneo. Ora da lunedì testa a Vienna, 500 indoor. Esordio contro Casper Ruud.

Sinner illude, poi Zverev si vendica (Alessandro Mastroluca, Corriere dello Sport)

Potremo un giorno dire di aver visto l’inizio di una grande rivalità tennistica. A Colonia Jannik Sinner si ferma in semifinale contro Alexander Zverev, n. 7 del mondo. Il tedesco rimonta da sotto 4-1 nel primo set, chiude 7-6 6-3 e riscatta la sconfitta al Roland Garros. Una partita seguita da polemiche e accuse di scarsa responsabilità, dopo che il tedesco aveva confessato di aver avuto la febbre alta due giorni prima ma di non aver avvisato nessuno. «Quella partita mi pesava ancora. Non volevo perdere di nuovo contro di lui – ha detto nella breve intervista a caldo dopo il match – nel primo set ho servito per chiudere sul 5-4 e sul 6-5, ma lui ha giocato molto bene quei game e mi ha sempre fatto il break. Jannik è destinato ad essere una superstar, per me arriverà in top 10 molto presto». Intanto Sinner, il più giovane fra i primi 100 del mondo, si assicura di ritoccare ancora un po’, verso l’alto, il suo best ranking in carriera: oggi è virtualmente numero 43 Atp. L’azzurro è partito benissimo, è salito 4-1 mostrando una notevole facilità di accelerazione in lungolinea. Zverev, memore di Parigi, ha fatto valere un servizio solido e un tennis ordinato. Ha variato molto contro il rovescio di Sinner per evitare i colpi fulminanti dell’azzurro. Subìto a zero il controbreak del 3-4, l’altoatesino ha giocato un tennis più complesso e rischioso. Ha inciso meno nel tiebreak del primo set e non ha più ripreso il filo della partita. I due si sono anche beccati nel finale di partita. Zverev va a controllare il segno di una sua pallina, Sinner gli fa segno di rilassarsi anche perché a Colonia non ci sono i giudici di linea, visto che è tutto controllato attraverso i sensori di Hawk-Eye. Eppure più volte Zverev ha protestato anche contro il computer. C’è stata tensione, c’è stata emozione. Resta un pizzico di rimpianto, e la dice lunga su quel che Sinner è già, e su quel che potrà diventare.

Vendetta dopo Parigi: Sinner battuto, in finale ci va Zverev (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

La vendetta va servita fredda. E così Sascha Zverev si prende la rivincita su Sinner, che lo aveva seccamente bastonato al Roland Garros, mantenendo la saldezza di nervi e la lucidità adeguata nei momenti-chiave del match sul tappeto grigio di Colonia, evidentemente gradito se è vero che ci ha già vinto il torneo domenica scorsa (la città tedesca ospita due appuntamenti consecutivi con il nuovo calendario Atp). La sconfitta di Parigi, neppure lui lo ha negato, rimaneva un tarlo fastidioso nella testa di Sascha («Me la portavo dentro, per questo non avrei voluto perdere questa partita per nessuna ragione al mondo») e certi atteggiamenti durante la sfida lo hanno apertamente dimostrato. All’inizio, però, la scena è ancora di Jannik, che ottiene il break nel terzo game e sembra in controllo del ritmo partita, in particolare sulla diagonale rovescio contro rovescio. Ma dal 4-1 sotto, il tedesco innalza la qualità del gioco con scelte azzeccate, come quella di palleggiare forte al centro per togliere gli angoli all’avversario e di allungare gli scambi per fargli giocare qualche colpo in più. Senza qualche svolazzo, Sascha non avrebbe bisogno del tie break per vincere il primo set, e comunque lì viene omaggiato di tre gratuiti di rovescio di Sinner. Nel secondo set, l’allievo di Piatti appare spento, con poche energie e in leggero ritardo sulla palla, evidentemente fiaccato dalle fatiche di un cammino esaltante dopo il lockdown e dalla maratona con Simon nei quarti. Eppure potrebbe rientrare in partita nel 7° game, quando non sfrutta due palle break dopo 11 minuti di battaglia e un battibecco con il rivale, nervoso a ogni chiamata del Falco (non ci sono i giudici di linea). Jannik ha mostrato ancora una volta i punti su cui lavorare di più, dalla continuità al servizio al gioco di volo, ma può consolarsi con il best ranking da lunedì (sarà 43) e i complimenti del vincitore: «Presto sarà un top player e vincerà tornei importanti».