La squalifica di Djokovic allo US Open: uno sguardo ai precedenti, da McEnroe a Shapovalov

La squalifica di Novak Djokovic nell’edizione 2020 dello US Open ha sconvolto il mondo del tennis e non solo. Il numero 1 del mondo ha colpito involontariamente con una pallata sulla trachea una giudice di linea, che si è accasciata al suolo perché, sulle prime, non riusciva a respirare correttamente. Djokovic ha provato a evitare la squalifica, mediando e discutendo a lungo con il superviso , ma non c’è stato nulla da fare.

Il tennista serbo non è però l’unico caso di ‘default’ famoso nella storia del tennis, che vanno dal “classico” McEnroe al più recente Shapovalov. Prima di elencare le sei squalifiche più note della storia del tennis, occorre ricordare l’episodio che vide protagonista lo stesso Djokovic ai quarti di finale del Roland Garros 2016, torneo che avrebbe vinto: nel match contro Berdych, la racchetta lanciata a terra in un momento di frustrazione andò a pochi centimetri dal colpire la giudice di sedia.

  • 1990, John McEnroe, Australian Open

Siamo nel 1990, a Melbourne Park. John McEnroe decide di entrare nella storia dalla parte sbagliata, diventando il primo giocatore a farsi squalificare in uno Slam dai tempi dello spagnolo Willie Alvarez nel Roland Garros del 1963. Il tennista americano è impegnato negli ottavi di finale contro lo svedese Mikael Pernfors, e si trova un set pari. Dopo un cambio campo a inizio terzo set, si pianta di fronte a una giudice di linea rea, secondo McEnroe, di aver sbagliato una chiamata e comincia a fissarla negli occhi con fare minaccioso mentre fa rimbalzare la palla sulla racchetta.

L’arbitro non può fare altro che comminare il warning. Nel settimo game del quarto set, con McEnroe invantaggio 6-1 4-6 7-5 2-4, l’americano sbaglia un dritto e scaglia la racchetta a terra; sbaglia il secondo e rompe completamente la racchetta, guadagnandosi il secondo warning. A quel punto John McEnroe, ignaro del nuovo codice di condotta che prevedeva la squalifica alla terza infrazione, rivolge qualche parola di troppo all’arbitro e si macchia della terza ‘offesa’, il verbal abuse che gli costa la squalifica. McEnroe dichiarerà in conferenza stampa di aver interpretato male il cambio di regolamento, che aveva portato da quattro a tre le penalità necessarie per incorrere nella squalifica.

  • 1992, Stefano Pescosolido, Sydney

Il 6 gennaio, nel corso del match di primo turno contro Johan Anderson, Pescosolido è sotto 3-2. Manca una risposta e per la rabbia lascia cadere la racchetta per terra calciandola poi sul rimbalzo; la racchetta fa un bel volo e colpisce una spettatrice in prima fila. La donna comincia a sanguinare dal sopracciglio e viene trasportata in ospedale, e chiaramente il destino di Pescosolido (come quello di Djokovic oggi) è segnato: nonostante le pronte scuse, non può evitare la squalifica. “Ero rimasto male per quello che successe e non avrei comunque continuato a giocare. Non l’ho fatto apposta, è stato un momento di stizza” dichiarò Pescosolido a margine della partita.

  • 1995, Tim Henman, Wimbledon

Tim Henman, futuro beniamino del pubblico inglese per la sua rincorsa infinita allo Slam di casa, si presenta al suo pubblico con una squalifica proprio a Wimbledon. Il tennista britannico è in gara con Jeremy Bates al primo turno del torneo di doppio di Wimbledon, contro la coppia composta da Jeff Tarango ed Henrik Holm. Dopo aver perso un punto nel tie-break del quarto set, Henman tira una pallata per la frustrazione senza accorgersi di avere vicino una giovane raccattapalle. La palla scagliata da Henman prende in pieno orecchio la ragazza, che cade a terra per poi tornare alla sua posizione in lacrime.

Dopo l’intervento del supervisor, Henman e Holm vengono squalificati, diventando i primi e unici giocatori ad aver subito una squalifica a Wimbledon. Henman in conferenza stampa si prenderà tutte le responsabilità del gesto, portando anche un mazzo di fiori alla ragazza colpita dalla pallata.

Lo stesso Henman ha commentato l’episodio odierno di Djokovic: “La decisione è giusta. Non ha cercato di colpire la giudice di linea, ma ha colpito la palla e si deve essere responsabili delle proprie azioni“.

Sconsiderato anche l’episodio che vede protagonista David Nalbandian nell’edizione 2012 del Queen’s. Il sanguigno tennista argentino è impegnato nella finale dell’ATP 500 londinese contro Marin Cilic, con Nalbandian che ha vinto il primo set al tie-break ed è sotto nel secondo set per 4-3. Dopo un dritto in corsa sbagliato l’argentino sfoga la sua frustrazione scalciando la protezione posta sotto il giudice di linea. La protezione di legno si rompe e finisce per colpire lo stinco dell’uomo, aprendo una lunga ferita sulla parte frontale della gamba. Naturale e tempestiva la reazione del giudice di sedia, che squalifica immediatamente Nalbandian assegnando la vittoria a Cilic.

Un episodio meno noto è quello capitato all’allora 17enne Maria Vittoria Viviani, impegnata nel torneo junior dell’Australian Open. La giovane tennista viene squalificata dopo il primo set del primo turno per aver colpito un raccattapalle con una palla tirata alle sue spalle, in modo innocente ma incauto – un po’ come accaduto a Djokovic. La squalifica arriva dopo la segnalazione di un giudice di linea molto scrupoloso.

Ultimo ma non meno grave il più recente episodio dopo quello di Djokovic, la pallata inferta da Denis Shapovalov al giudice di sedia Arnaud Gabas. Il tennista canadese è protagonista dell’incontro di Coppa Davis del 2017 contro la Gran Bretagna. Il suo è l’ultimo incontro, un singolare decisivo contro Kyle Edmund che deciderà chi andrà in semifinale di Coppa Davis contro la Francia. L’allora 17enne Shapovalov è sotto 6-4 6-3 2-1, quando dopo aver subito il break scaglia con violenza la pallina verso l’alto, colpendo incidentalmente in pieno occhio il giudice di sedia.

Squalifica scontata per Denis Shapovalov e sollievo per Gabas, che se la caverà con una frattura del pavimento oculare, per fortuna senza conseguenze sul lungo termine. Shapovalov ha subito fatto ammenda per la sua azione, dichiarando successivamente come lui e Gabas siano poi diventati grandi amici fuori dal campo.