Una squadra di calcio vuole ingaggiare Federer nel ruolo di “regista creativo”

Una campagna acquisti aggressiva, ecco quello che serve. E poco importa che il Football Club Villarepos militi nella quinta lega, il gradino più basso dei nove in cui è suddivisa l’attività agonistica del calcio svizzero. Il piccolissimo club, fermato dall’emergenza legata al COVID-19 nelle sue giuste ambizioni di promozione, non sta con le mani in tasca e cerca di piazzare il colpo grosso accaparrandosi un tesserato (pur inattivo) di un certo peso: Roger Federer.

Non si tratta di un caso di omonimia, bensì proprio del classe 1981 venti volte campione Slam. Sarà a causa della propensione di Roger per il gioco sui prati, sarà perché nel secondo tempo dà anche di più nonostante l’età che avanza, ma al presidente del FCV Pierre Schouwey è venuta questa formidabile (?) idea e ha inviato al noto basilese una richiesta di trasferimento e la futura maglietta. Con il numero 20, ça va sans dire.

Ridendo, Schouwey dice di “parlare di questa idea da un po’” secondo quanto riporta il quotidiano di Losanna Le Matin, “ma non trovavo il tempo di metterla in pratica. Diciamo che l’isolamento mi ha permesso di attuare il piano”.

“Penso che capirà il riferimento al numero 20” dice Schouwey secondo quanto riporta il quotidiano di Losanna Le Matin, “ma, se vuole aspettare due o tre anni e vincere qualche altro torneo, possiamo tenergli da parte il 21, il 22… o anche il 23”. Ridendo, Il presidente racconta che “parlavo di questa idea da un po’, ma non trovavo il tempo di metterla in pratica. Diciamo che l’isolamento mi ha permesso di attuare il piano”.

Nel pacco inviato a Federer, c’è anche una lettera che descrive il valore di firmare per quello che si autodefinisce il più piccolo club svizzero. Poiché non si fanno eccezioni, Roger dovrà pagare il contributo di 180 franchi, ma possono ragionare su un rimborso chilometrico “purché tu non ti trasferisca a Dubai”. Gli viene inoltre offerta la fascia di capitano. Tra le altre condizioni che rendono l’offerta apparentemente impossibile da rifiutare, la libertà di scegliere il ruolo “anche se lo staff tecnico ti sogna come un regista creativo” e la promessa che “non organizzeranno un viaggio di gruppo a Montecarlo. Per motivi finanziari ma anche perché quella città non ti ha mai visto trionfare”.

La palla (di cuoio,
per una volta) passa ora a Roger.