“Gli Internazionali a Torino, chissà se va bene ai tennisti” (Semeraro). “Bilancio di guerra”. È lite FIT-sindacati (Fava). Tennis, è cassa integrazione. Binaghi: “Non paghiamo neppure Barazzutti” (Gazzetta Mezzogiorno)
“Gli Internazionali a Torino, chissà se va bene ai tennisti” (Stefano Semeraro, La Stampa)
Giocare gli Internazionali d’Italia di tennis in versione indoor, fra novembre e dicembre, a Milano o Torino? Per ora è una ipotesi, un’ancora di salvezza. […] Il presidente dell’Atp, Andrea Gaudenzi, ha lasciato la porta aperta, quello della Fit Binaghi è più che possibilista. E Torino può vantare il precedente dell’edizione 1961, spostata al Circolo della Stampa Sporting per celebrare l’Unità d’Italia, e vinta in finale da Nicola Pietrangeli su Rod Laver. «Se si tratta di salvare il salvabile, sono d’accordo», dice Pietrangeli. «Sempre che vada bene ai giocatori: i primi 100 sono milionari in euro, e se non trovano le condizioni che vanno bene a loro… te li raccomando». Sono passati 60 anni dalla finale giocata sul centrale dello Stampa Sporting, e per il tennis sembrano due secoli. «Allora non c’era tutta questa esasperazione», spiega Nick, che nell’era pre-computer è stato n. 3 del mondo nel 1959. «Gli Internazionali erano un ottimo torneo, ma non diverso da tanti altri, e i tennisti non erano i divi intoccabili di oggi, non c’erano mille tv ed enormi interessi economici. Noi mangiavamo al ristorante insieme agli spettatori, dalla club house al centrale ci andavamo a piedi mescolandoci al pubblico. Certo, ti fermavano in 20, non in mille come oggi». La bestia nera di Laver. Per Pietrangeli fu il torneo perfetto: in semifinale superò Roy Emerson e in finale Rod Laver, due fra i più grandi tennisti di sempre, entrambi australiani. «Con Emerson (12 tornei dello Slam vinti, ndr) che aveva un tennis molto brillante non so perché vincevo quasi sempre io. Laver era mancino, ma a me i mancini non davano fastidio». Alfonso Fumarola, nella sua storia degli Internazionali, ha scritto che quella finale è stata forse la miglior partita della carriera di Pietrangeli. Gianni Clerici ha raccontato di come il grande Laver, che solo due anni dopo avrebbe completato il primo dei sue due Grande Slam, fu rintronato di smorzate e non riuscì a rispondere da fondo campo finendo schiacciato. «Laver è simpaticissimo, ci siamo rivisti poco tempo fa a Roma e mi ha detto: “Nicola, per fortuna che contro te sulla terra ho giocato poche volte!”. Ma se devo essere sincero, di quel match mi è rimasto poco nella memoria». La vita sabauda. Di ricordi torinesi Pietrangeli invece ne ha tanti. «Il torneo fu un successo, venne tantissimo pubblico, e il centrale era un signor campo. Mi è dispiaciuto rivederlo recentemente con qualche erbaccia… A Torino poi io ho vissuto quattro anni, quando lavoravo per la Lancia. Abitavo in un residence dalle parti di corso Massimo D’Azeglio, ho ricordi bellissimi. Il proverbio dice: torinesi falsi e cortesi, per me non è mai stato così. La compagnia era gradevole, il tempo passato con Pininfarina al Polo club o ai caffè. E comunque di locali la sera ne chiudevo tanti. Quando sono tornato in città sono voluto andare a mangiare da Urbani, vicino alla stazione. Se accadesse davvero, di sicuro verrei a vedere il torneo»
“Bilancio di guerra”. E’ lite Fit-sindacati (Franco Fava, Corriere dello Sport)
[…] L’inevitabile rinvio degli Internazionali d’Italia a data da destinarsi ha costretto la Federtennis a rivedere i propri conti. Approntando da subito «un bilancio di guerra». Se non sarà possibile recuperare il torneo romano a settembre, alla Fit mancheranno 13 milioni in bilancio su un totale di circa 60, di cui appena 8,8 sono riconducibili al contributo pubblico assegnato da “Sport e Salute”. Da qui il provvedimento del presidente Angelo Binaghi di ricorrere alla cassa integrazione a rotazione e al recupero delle ferie arretrate per i suoi 110 dipendenti. Non l’hanno presa bene i sindacati che, secondo fonti federali, avevano inizialmente accettato la misura. «Un errore, le federazioni sono destinatarie di milioni di euro pubblici», hanno tuonato le sigle Fp, Cgil, Cisl Fp, Uilpa e C’ical Fialp. «Per la prima volta nella storia, in una condizione di assoluta e drammatica emergenza sociale, una federazione sportiva decide motu proprio di porre in Cig tutti i propri dipendenti». Non si è fatta attendere la risposta di Binaghi, che ha ricordato come la Fit sia la federazione che più di altre si autofinanzia con una percentuale dell’87%, ma che proprio per questo è fortemente penalizzata quando si blocca tutta l’attività: «Abbiamo sospeso tutti i contratti, dal più grande ai più piccoli. Bloccato i pagamenti anche a Corrado Barazzutti, Tathiana Garbin, Nicola Pietrangeli e Sergio Palmieri: non prendono un euro, sono tutti a casa Senza gli Internazionali abbiamo fermato gli investimenti». […] Nel bilancio Fit 2018 relativo alla quota Coni, 1.995.511 euro erano iscritti alla voce contributi `personale con contratto federale” e 591357 a `personale ex Coni Servizi. Nell’assegnazione 2020 lo scorso dicembre da parte di “Sport e Salute”, la società governativa allora guidata da Rocco Sabelli e subentrata a “Coni Servizi”, è scomparsa la distinzione della natura giuridica del personale. «Abbiamo revocato i contributi agli atleti, dai ragazzi ai giocatori, tra il n.100 e 200 del ranking mondiale, e i progetti con la scuola». In primis a soffrire sono le società con i 10.000 istruttori: «Ci siamo mossi subito con una manovra da tre milioni per aiutare le società, i cui istruttori hanno perso il lavoro e non hanno la Cig. Quindi ben venga la cassa integrazione prevista dal governo». Tutto questo consentirà di riposizionare nuove risorse proprio verso le società, che dovranno essere pronte quando ripartirà la macchina. ANCHE IL RUGBY. La forte cura dimagrante ha colpito anche la Federugby. Il C.F. ha disposto infatti la costituzione di un fondo di 1,650 milioni a sostegno del movimento attraverso il taglio di stipendi e «facendo ricorso agli ammortizzatori sociali previsti dall’emergenza Covid-19 per i dipendenti federali»
Tennis, è cassa integrazione. Binaghi: “Non paghiamo neppure Barazzutti” (Gazzetta del Mezzogiorno)
Cassa integrazione. Sindacati in stato di agitazione. Buco di bilancio. […] E mentre il calcio discute del taglio agli stipendi e in alcuni casi di Cig ai dipendenti, è la Federtennis a far discutere con la sua decisione di far ricorso agli ammortizzatori sociali per i suoi 110 dipendenti. «La Fit è destinataria di fondi pubblici: per la prima volta nella storia una federazione mette in cassa integrazione i suoi dipendenti motu proprio», la protesta di Cgil, Cisl, Uil e Cisal, che hanno dichiarato lo stato d’agitazione dei dipendenti di Coni, Sporte Salute e federazioni. «Abbiamo approvato una variazione di bilancio epocale, il nostro è diventato un bilancio di guerra. Non vengono pagati neanche Corrado Barazzutti, Nicola Pietrangeli e Sergio Palmieri», replica il presidente Fit, Angelo Binaghi, sottolineando come la stretta riguardi anche il capitano di Davis, il simbolo del tennis italiano e il dg degli Internazionali d’Italia. E proprio il rinvio a data da destinarsi del torneo romano, sottolinea Binaghi, è alla causa dell’emergenza economica. «La Fit – sottolinea – è la federazione con la maggior percentuale di autofinanziamento, l’87%, dunque quella che soffre di più. Senza Internazionali, che confidiamo di far giocare entro l’anno, abbiamo bloccato tutto: contratti grandi e piccoli, investimenti, progetti nella scuola, indennità ai dirigenti dal segretario generale al consiglio federale, contributi agli atleti. Ma siamo stati anche la prima, forse unica federazione, a varare subito una manovra da 3 milioni per le nostre società dove 10 mila istruttori rischiano di restare senza tutele». Al momento, la Fit risulta l’unica federazione ad aver seguito questa strada. II rugby in un consiglio federale tenuto ieri ha tagliato gettoni di presenza e compensi dei dirigenti per formare un fondo di oltre 1.5 milioni per le società: sull’uso degli ammortizzatori sociali, «si valuterà». La federbasket di Gianni Petrucci è stata la prima federazione ad annunciare il taglio dei compensi ai collaboratori tecnici, e come la pallavolo e l’atletica si sta regolando per ora con i suoi dipendenti secondo l’accordo sindacale del 6 marzo (smart working e smaltimento ferie e recuperi arretrati) che secondo i rappresentanti dei lavoratori sarebbe stato scavalcato dalla Fit.