«Sogno quelle Olimpiadi con un anno di ritardo» (Schito). Al telefono con Sharapova (Cocchi). «Ecco il numero di telefono. Fatevi sentire» (Semeraro). Wimbledon, polizza anti-virus: incasserà 113 milioni di euro (Battaggia)
«Sogno quelle Olimpiadi con un anno di ritardo» (Francesca Schito, Il Tempo)
Dopo le Finals di Londra e la top ten conquistata in un anno straordinario, la grande attesa del tennis azzurro era tutta nei confronti di Matteo Berrettini, il tennista romano classe 1996 chiamato a confermarsi ai livelli eccellenti a cui ha iniziato ad abituare. Dopo un Australian Open così così, è arrivato lo stop di diverse settimane legato a un infortunio ai muscoli addominali, poi la sosta forzata imposta dall’emergenza coronavirus che sta mettendo in ginocchio Paesi interi. Ma Berrettini guarda avanti e sogna già l’appuntamento più affascinante slittato di un anno, quei Giochi Olimpici di Tokyo 2020 che si giocheranno nel 2021: «L’Olimpiade – le sue parole rilasciate in una diretta Facebook al sito Sportface.it – per me è sempre stato un grande obiettivo, non come medaglia ma anche solo come partecipante. E’ un qualcosa che va oltre lo sport. Sono appassionato di basket e cresciuto con le medaglie di Bolt: nel 2021 voglio esserci». Un grande obiettivo messo nel mirino dal ragazzo che tra pochi giorni compirà 24 anni e a cui la vita è cambiata così tanto in così poco tempo. Lui ormai ha spiccato il volo, ha trasferito la sua residenza e Montecarlo e vive lunghi periodi oltreoceano, come sta accadendo durante questo lockdown: «Sono in Florida, a casa della mia ragazza (la tennista Ajla Tomljanovic, ndr) vista la situazione, non era conveniente tornare in Europa. Mi sto allenando, seppur non ai soliti ritmi. Le accademie sono chiuse ma riesco a giocare a tennis perché andiamo in una casa privata con un campo». Il problema agli addominali è definitivamente alle spalle, il numero 8 del mondo era pronto a tornare a gareggiare nel primo Masters 1000 in programma a Indian Wells, ma poi il Covid-19 ha interrotto i programmi: «Fisicamente mi sento bene ma ci sono alcune cose che solamente una partita può darti. Questa sosta non ci voleva ma almeno possiamo sfruttare questo momento di pausa». Quello che ha contribuito a far diventare un campione Berrettini è stata senza ombra di dubbio la capacità di analizzare quanto gli accade, la forza di imparare dagli errori e non ripeterli due volte. Una maturità inaspettata per un ragazzo così giovane: «Un pochino ho metabolizzato ma non sono ancora completamente consapevole. Ho sempre paura di fermarmi, per questo penso sempre ad andare avanti. Quando sono entrato in top 100 nel 2018 sentivo già di aver raggiunto un grande traguardo, un anno fa avrei detto che l’obiettivo sarebbe stato entrare nei primi 20. Ora non nascondo che voglio fare bene nei grandi tornei. Il numero 1? A chi non piacerebbe, ma per ora non è una mia priorità. Dopo i big 3 vedo bene Thiem, si è completato anche sul veloce». […] Il romano mastica amaro vista la cancellazione degli Internazionali d’Italia e di Wimbledon, due tornei particolari: il primo perché è quello di casa, il secondo per il prestigio unico dei Championships. «La sospensione degli Internazionali d’Italia è stato un duro colpo. E’ uno dei tornei per cui mi preparo al meglio, dispiace tantissimo ma ci sono priorità diverse in questo momento. Fa strano anche sapere che non ci sarà Wimbledon, è la storia del tennis, ma le emozioni che ho provato al Foro Italico su qualsiasi campo non le ho vissute, neppure in semifinale agli Us Open contro Nadal».
Al telefono con Sharapova (Federica Cocchi, La Gazzetta dello Sport)
Un tempo era un’algida campionessa, poco incline al sorriso se non davanti all’obbiettivo fotografico. Forse nessuna amica sul circuito, tante acerrime rivali. C’era una volta Maria Sharapova, campionessa di cinque Slam. Al suo posto ora c’è Masha, una trentaduenne (compirà 33 anni tra due settimane) finalmente libera da infortuni, invidie, chiacchiere e critiche. Una ragazza solare che addirittura dà il suo numero ai fans perché le scrivano. Una nuova Maria finalmente libera dal tennis che, se da una parte le ha dato gloria e guadagni, ultimamente era diventato un compagno difficile da gestire. Soprattutto dopo la squalifica per il meldonium e le critiche per il rientro. Poche settimane fa la campionessa russa ha dato l’addio alla carriera con una lettera appassionata. E adesso fa amicizie via smartphone. È questa la nuova Maria, quella che durante la quarantena decide di darsi in pasto ai fans con un numero di telefono. Un numero al quale si possono scrivere messaggi, mandare saluti, possibilmente anche condividere consigli su come superare la noia della forzata clausura. Il messaggio che non ti aspetti arriva venerdì sera, insieme a una Instagram Story per i milioni di seguaci: «Ciao a tutti, come state? La settimana scorsa ho fatto una splendida chat con 150 tifosi. E stato bellissimo, ci siamo divertiti e fatti compagnia e così ho pensato di darvi un numero di telefono cosi che possiamo continuare a darci una mano per superare la solitudine». Gioia e gaudio da parte dei fans che si sono affrettati a segnare il numero magico (+1) 310-5647981 e a tentare di entrare in contatto con la Sharapova. Ma il numero è abilitato solo per gli sms. Nessuna speranza di un parlare con la diva: «Potete soltanto mandarmi messaggi di testo! Ditemi come state, fatemi domande o semplicemente salutatemi. E se voleste condividere qualche bella ricetta sarete i benvenuti». Un pizzico di delusione da parte dei supporter non americani che speravano di poter comunicare con Masha via WhatsApp. Il numero è abilitato alla ricezione di sms dagli Stati Uniti e dal Canada[…] Tra i quasi 27 milioni di followers che la Sharapova raccoglie tra Twitter, Instagram e Facebook, ci sono moltissimi italiani. «Maria, rispondi!» scrivono in attesa di un sms che non arriva. Ma per dimostrare che è tutto vero la campionessa mostra lo schermo del telefono con uno scambio di messaggi tra lei e un’ammiratrice: «Ciao Maria! Sei un mito per me… lo sai che anche io compio gli anni il 19 aprile?» e la risposta di Masha: «Wow! Il giorno migliore dell’anno, faremo un grande party di compleanno in videoconferenza!». Insomma, la comunicazione è avviata, nell’attesa che la piattaforma arrivi anche a coprire la sua amatissima Italia, eletta a seconda patria. Qualche giorno fa la Sharapova ha voluto esprimere vicinanza al nostro paese, dove ha trascorso diversi mesi di recente, allenandosi a Bordighera con Riccardo Piatti: «La prima volta che sono stata in Italia, da bambina, me ne sono subito innamorata, e poi poco tempo fa ho conosciuto nuovi amici e una squadra che ha avuto un impatto significativo sul mio modo di considerare il valore del lavoro. Voglio andare a Positano, trovarmi per uno Spritz e salame nella Vecchia Bordighera. Passeggiare per Roma. Ora navighiamo insieme in queste incertezze. Facciamolo con gentilezza, amore e ottimismo. Tutte le bellissime qualità che l’Italia ha condiviso con me».
«Ecco il numero di telefono. Fatevi sentire» (Stefano Semeraro, Corriere dello Sport)
Segnatevi questo numero: +310-564-7981. E quello di Maria Sharapova, che lo ha reso finalmente noto corredandolo di un accorato invito: «potete chiamarmi per dirmi quello che state facendo, farmi delle domande, o semplicemente mandarmi un saluto». Non fatevi pregare, insomma. Impugnare lo smartphone e fare uno squillo a Masha è stato sicuramente il sogno proibito di molti suoi fan negli ultimi 15 anni; però va detto che le cose non stanno esattamente così. Il prefisso 310 identifica i numeri di lavoro che possono acquistare i residenti della zona di Los Angeles, una delle due residenze di Maria – l’altra è New York – e nello specifico quella che ha scelto per passare il suo periodo di distanziamento sociale. Tutti i messaggi inviati a quel numero verranno automaticamente trasferiti sul vero numero di cellulare della ex numero 1 del mondo. Che comunque ha fatto una solenne promessa: «Risponderò a tutti!». Lodevole iniziativa. Tutto nasce da una videoconferenza di due ore e mezzo che la russa ha organizzato la scorsa settimana con alcuni dei suoi moltissimi follower. Da quando, poco più di un mese fa, si è ritirata ufficialmente, Masha ha calato la maschera di diva glaciale e ha iniziato a svelare il suo lato più genuino, quello di ragazza ironica, divertente, che ama la vita. L’addio al tennis però ha coinciso quasi perfettamente con l’arrivo del Coronavirus e così Maria si è ritrovata, come molti, bloccata in casa. «Ho cercato di trovare un modo di restare in contatto con voi – ha postato su Twitter – perché la settimana scorsa mi sono divertita moltissimo durante la videoconferenza di domande e risposte con 150 di voi. Ho chiuso la chat già con la voglia di rifarne un’altra». Da qui l’idea di attivare il telefono amico di cui sopra. «Scrivetemi e aspettate per la risposta. Fatelo, per favore!». Maria ama molto anche l’Italia e nella recente campagna di sostegno al nostro Paese lanciata da Vanity Fair la siberiana ha avuto parole molto affettuose per l’Italia. «L’ho conosciuta quando ero una bambina e me ne sono innamorata subito. Nell’ultimo anno mi sono allenata soprattutto in Italia, la considero la mia seconda casa Ho mangiato più pasta al pesto io di chiunque altro, ho conosciuto nuovi amici e una squadra (a Bordighera presso l’Accademia di Piatti, ndr) che ha avuto un impatto significativo sul mio modo di considerare il valore e la qualità del lavoro. Sulle vostre strade ho migliorato, o forse peggiorato, il mio stile di guida. Ripensando al passato sono ottimista per il futuro: sogno di fare visita agli amici a Positano, o alla mia piccola famiglia nella Vecchia Bordighera per uno Spritz e un tagliere di salame; o di fare una passeggiata per le strade affollate di Roma. Navighiamo insieme in queste incertezze. Facciamolo con gentilezza, amore e ottimismo. Tutte le bellissime qualità che l’Italia ha condiviso con me. Per favore, stiamo a casa».
Wimbledon, polizza anti-virus: incasserà 113 milioni di euro (Simone Battaggia, La Gazzetta dello Sport)
Nel disastro delle migliaia di eventi cancellati o rinviati per colpa del Covid-19, c’è chi riuscirà a contenere le perdite grazie a una copertura assicurativa. Stiamo parlando di Wimbledon: dietro alla cancellazione del più prestigioso torneo di tennis del mondo, infatti, c’è anche la tutela degli interessi dell’All England Club, pronto a incassare oltre 113 milioni di euro. Nel 2003, quando il mondo era attraversato dalla paura per l’epidemia di Sars, gli organizzatori aggiunsero ai contratti di assicurazione una clausola che li tutelasse in caso di annullamento per pandemia. A fronte di un premio annuale di poco più di 1.700.000 euro, Wimbledon si trova così i propri conti almeno parzialmente tutelati. Gli organizzatori hanno infatti ammesso che la cancellazione provocherà comunque una perdita. Difficile quantificarla con esattezza, ma si sa che l’edizione del 2018 aveva fruttato oltre 288 milioni di euro. Dal totale vanno scorporati i 45 milioni di euro messi a bilancio come premi per i partecipanti, che ovviamente quest’anno non saranno corrisposti. Il torneo londinese e il solo dei quattro dello Slam ad avere un’assicurazione che copre contro l’annullamento da virus. Per questo motivo la federazione francese non ha potuto mettere in conto la possibilità di cancellare il Roland Garros ed e stata costretta a tentare di riprogrammarlo tra settembre e ottobre, unica via per evitare una perdita finanziaria che si aggira sui 260 milioni di euro. Wimbledon ha anche ritenuto non percorribile l’ipotesi di disputare le partite a porte chiuse: tra atleti, coach, arbitri, raccattapalle e addetti alla tv si è calcolato in 5000 il numero di persone che avrebbero comunque gravitato nel quartiere di Londra. Intanto la Lawn Tennis Association (Lta) ha stanziato oltre 27 milioni di euro per sostenere il movimento britannico: una parte di questi soldi andranno ai giocatori tra il 101° e il 750° posto nel ranking mondiale ma, più in generale, l’aiuto è rivolto ai circoli sparsi nel territorio. «Vogliamo aiutare chi è stato colpito maggiormente dalla pandemia. Il nostro sport non è per nulla al riparo dall’impatto del coronavirus, una minaccia che pub mettere a rischio il futuro stesso del tennis» si legge in un comunicato della Lta. Dopo la cancellazione di Wimbledon e del Queen’s, l’associazione ha anche deciso di tagliare del venti per cento il compenso per i propri dirigenti.