Sinner, vita da Stakanov (Semeraro). Sinner lotta ma si arrende a Carreno Busta (Schito). Riecco Kim (Tuttosport)
Sinner, vita da Stakanov (Stefano Semeraro, Il Corriere dello Sport)
Alla sua prima semifinale in un Atp 500 c’è arrivato vicino, vicinissimo. Questione di centimetri, sul diritto sparato in rete – dopo i tanti sventagliati nei dintorni delle righe facendo impazzire Pablo Carreno-Busta… – sul 6-4 a suo favore nel tie-break del terzo set. Il primo dei due match-point che Jannik Sinner ha avuto sulla racchetta, dopo averne annullati tre, in una partita che ha fmito per perdere in tre set. Un altro match bello e intenso. […]. Anche il pubblico di Rotterdam lo ha capito, ha fiutato il campione “in progress”. Lo ha seguito quando Jan il calmo, dopo il terzo match-point annullato sul 4-5, ha alzato le braccia da airone per chiamare l’aiuto della gente. Nel terzo set era finito sotto 5-2, un game-over virtuale, ma come sua abitudine Sinner non ha mollato, è rientrato in partita recuperando il break, ha portato il thriller all’ultima pagina prima di arrendersi. […] SCATOLE, «Dalle Next Gen Finals in poi, tutti riscoprono Jannik ogni volta che vince una partita» spiega coach Riccardo Piatti. «Invece le partite che a me interessano di più sono quelle che perde, o quelle dove gioca male». Due su tutte, nel 2020: «Quella contro Fucsovics in Australia, e quella contro Ymer a Montpellier. In Francia, dopo l’incontro, Jannik era fuori dalla grazia di dio per aver perso, gli bruciava da matti. Ho dovuto dirgli: “l’anno scorso a febbraio eri numero 570 del mondo, quindi non mi rompere le scatole…”». A Rotterdam si è conquistato il primo quarto di finale in un Atp 500, da lunedì sarà (quasi certamente) numero 68 del mondo. Ha perso contro un pesciaccio come Carreno Busta, la bestia nera di Fognini, un ex Top 10. Difficile fargli le pulci, se non per certe giocate a rete che gli sono costate punti importanti. «Ma Jannik deve ancora migliorare in tutto, continuo a ripeterlo . dice Piatti – Cosa gli manca? Le solite 150 partite da giocare ad alto livello, vinte o perse non importa». Per questo Piatti si è speso per procuragli una wild card sia a Montpellier sia a Rotterdam. «A Marsiglia invece entrerà in tabellone direttamente – puntualizza Riccardo – ma è vero che mi interessa che Jannik giochi tanto, e sempre con i più forti. Questa settimana si è allenato con tutti: Auger-Aliassime, Medvedev, Shapovalov, e vince quasi sempre lui. Ma deve imparare a gestire le partite. Per questo farà tutta la stagione sul rosso: Marrakech, Budapest, Montecarlo, Monaco, Madrid, Roma, Lione… Perché sulla terra troverà giocatori, come Carreno-Busta qui a Rotterdam, che lo costringeranno a fare fatica. Oggi, se avesse saputo gestire meglio certe situazioni, avrebbe vinto in due set. Ma è giovane, bisogna dargli tempo». DJOKOVIC. La strada del professionismo è la stessa per tutti, ma ciascuno la percorre a modo suo. «Ho allenato Djokovic quando aveva l’età di Sinner: venimmo qui a Rotterdam e Nole al primo turno battè Seppi, al secondo Henman, poi perse contro Stepanek: guarda caso 7-6 al terzo…. Poi fu sconfitto al primo turno sia a Indian Wells da Benneteau, sia a Miami da Coria. Jannik non è Nole, ha un suo percorso. Ma la strada è quella». E la morale facile: a 18 anni, Jannik vince anche quando perde.
Sinner lotta ma si arrende a Carreno Busta (Francesca Schito, Il Tempo)
La consapevolezza nei suoi mezzi va ben oltre i suoi diciotto anni, il talento è smisurato, la voglia di emergere altrettanto. […] Il ragazzo di San Candido si ferma ai quarti di finale dell’Atp 500 di Rotterdam dopo un match combattuto fino all’ultimo contro lo spagnolo Pablo Carreno Busta che si è imposto dopo due ore e tre quarti con il punteggio di 7-5 3-6 7-6. Serve un tiebreak per decidere il vincitore della partita dopo che lo spagnolo si era portato a casa il primo parziale e Sinner aveva rischiato di farsi sfuggire dalle mani anche il secondo set, ma proprio nel momento peggiore, l’altoatesino ha innescato una marcia nuova e più potente mettendo in mostra tutta la forza mentale che è così difficile da trovare soprattutto alla sua età. Invece il ragazzo dai capelli rossi, nato sugli sci della Val Pusteria e poi travolto dall’amore per palline e racchette, ha dato l’ennesima prova della tenacia e della lucidità che lo renderanno presto uno dei talenti più fulgidi nel circuito. Intanto, dopo essersi tolto la soddisfazione di aver battuto per la prima volta in carriera un top ten – David Goffin agli ottavi di finale -, Sinner deve fermarsi contro Carreno Busta, nonostante la rimonta nel terzo set da 5-2 a 5-5 e nonostante i tre match point annullati allo spagnolo. Anche l’azzurro ha avuto due volte la possibilità di chiudere il match, ma le cose non sono andate come avrebbe voluto. Da lunedì raggiungerà il suo best ranking entrando tra i primi 70 del mondo.
Riecco Kim (Tuttosport)
[…]Kim Clijsters è pronta a tornare in campo dopo il secondo ritiro avvenuto nel 2012, e lo farà – grazie ad una wild card – al WTA Premier di Dubai, in programma dal prossimo 17 febbraio. 37 anni a giugno, ex numero 1 del mondo, inserita nella International Tennis Hall of Fame, la tennista belga ha comunicato la decisione di impugnare nuovamente la racchetta, attraverso un post sul suo profilo Twitter ufficiale: «Sono davvero elettrizzata all’idea di tomare in campo – ha annunciato la pluricampionessa slam -. So che questa è una ricorrenza speciale per il Dubai Duty Free Championships, e perciò è un grande onore poter tornare a giocare e allo stesso tempo debuttare in questo torneo. Non vedo l’ora di tornare allo sport che amo e di giocare davanti a un pubblico, il supporto e l’incoraggiamento che ho ricevuto da quando ho annunciato il rientro sono stati incredibili». Sarà certamente un banco di prova impegnativo quello di Dubai per la Clijsters, tre volte mamma e sposata dal 2007 con l’ex cestista statunitense Brian Lynch. Il main draw del torneo negli emirati – che potrete seguire in diretta esclusiva su SuperTennis, insieme agli ATP di Rio e Marsiglia – vedrà infatti impegnate anche la campionessa di Wimbledon 2019, Simona Halep, quella del 2017, Garbiñe Muguruza, la trionfatrice degli Australian Open 2020, Sofia Kenin, la detentrice in carica del torneo, Belinda Bencic, e la recente vincitrice di Brisbane Karolina Pliskova. Non ci sarà invece la numero 1 WTA Ashleigh Barty, costretta a dare forfait per un infortunio al piede destro. IL SECONDO RITORNO Cresce dunque l’attesa e la curiosità di tifosi e addetti ai lavori, per il sorprendente secondo ritorno della 36enne di Bilzen. Già, secondo. […] Un ritorno in grande stile, segnato da un impronosticabile trionfo agli Us Open, cui poi fecero seguito nel 2010, il bis a New York e l’acuto alle WTA Finals, prima della vittoria agli Australian Open del 2011 (ultimo slam conquistato in carriera. Finora…). Così come per il primo ritiro però, una serie di infortuni spinsero la belga ad appendere nuovamente la racchetta al chiodo, nel 2012 all’età di 29 anni, per quella che sembrava dovesse essere davvero l’ultima volta. […] Impossibile, dunque, prevedere quale sarà l’impatto della Clijsters sul circuito. Ma in fondo Kim non ha nulla da perdere: è più giovane di Serena Williams (che ha disputato quattro finali Slam dopo la gravidanza) e, soprattutto, ha già dimostrato di poter tomare ad altissimi livelli dopo aver smesso. Il tempo ci dirà se Kim ha preso la decisione giusta. Quel che è certo, è che a muoverla è una profonda passione per questo sport. E tanto basta per accoglierne con entusiasmo l’ennesimo ritorno.