Italia-USA: apre Opelka-Fognini, poi Fritz-Berrettini. Matteo: “Dobbiamo dare l’anima”
“Cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno: c’è un giorno intero di riposo. Io ho perso contro Shapovalov per due punti e anche Fabio ha fatto un bel match. Ora bisogna tornare in campo a testa alta sapendo che dobbiamo fare del nostro meglio e mettere l’anima per restare ancora in corsa“. Si è espresso così Matteo Berrettini (fonte: Gazzetta dello Sport) alla vigilia della sfida contro gli Stati Uniti che farà luce sulle residue speranze azzurre di competere per uno dei due posti di migliore seconda, diventato il primo ormai irraggiungibile per effetto della vittoria del Canada proprio contro gli USA. Ci sarà da mettere da parte l’ovvia stanchezza – Berrettini sta dando fondo alle sue ultime energie dopo una stagione lunghissima – e le polemiche per gli orari folli a cui i giocatori sono costretti con questo nuovo formato, che sta generando giornate infinite. Tra conferenze, fisioterapia e antidoping, lunedì (già martedì, in effetti) notte Fognini e Berrettini non sono andati a dormire prima delle 3.
Argentina-Germania va per le lunghe sullo Stadium 2 e dunque la sfida USA-Italia comincerà un po’ più tardi delle 18. Le scelte dei due capitani hanno prodotto gli incroci previsti alla vigilia, senza sorprese:
(USA) R. Opelka vs (ITA) F. Fognini
(USA) T. Fritz vs (ITA) M. Berrettini
“È stato un punto fondamentale quello che siamo riusciti a conquistare con Matteo. Lui poi è stato bravissimo, è rimasto in campo cinque ore di fila. Ora rimbocchiamoci le maniche e spero solo di non giocare contro Opelka“. Queste sono invece le ultime (inascoltate) preghiere di Fabio Fognini, sconfitto dal gigante americano di 2 metri e 11 pochi mesi fa agli US Open. Un giocatore che ha il bazooka nel servizio, di quelli che Fabio proprio non gradisce. Ma non c’è niente da fare, Fabio dovrà disinnescare le bombe dell’americano se si vorrà sperare di giocare i quarti venerdì pomeriggio.
“Non ci sono segreti o ricette: bisognerà solo giocare bene“, ha invece sentenziato Barazzutti. “Contro il Canada è mancato qualche punto importante, ma i ragazzi si sono comportati benissimo. Sono convinto che faranno di tutto anche contro gli Stati Uniti. L’azzurro può fare miracoli“. Se lo dice uno dei quattro uomini, unici nella storia, capaci di portare in Italia la Coppa Davis c’è da fidarsi.