Finali Davis: il Canada passa ma regala un punto agli USA. 3-0 Australia

da Madrid, il nostro inviato

La situazione aggiornata dei gironi (con tutti i risultati)

CANADA b. STATI UNITI 2 – 1

V. Pospisil [CAN] b. R. Opelka [USA] 7-6 7-6
D. Shapovalov [CAN] b. T. Fritz [USA] 7-6 6-3
S. Querrey/J. Sock [USA] b. V. Pospisil/D. Shapovalov [CAN] w/o

Altra grande prova del Canada che dopo la vittoria con l’Italia portano a casa anche il confronto con i vicini a stelle strisce e diventano la prima squadra a qualificarsi alla fase a eliminazione diretta. I canadesi fino ad ora sono stati delle macchine da guerra nei tie-break (6 vinti su 7 giocati, con Berrettini unico ad essere riuscito a strappare qualcosa). Se il trend dovesse continuare la freddezza delle ‘foglie d’acero’ potrebbe diventare un fattore su campi indoor veloci come questi.

Gli Stati Uniti si presentano all’appuntamento con un confortante bilancio di 15-0 in Davis negli scontri diretti, ma mai come quest’anno il team biancorosso rischia di rompere il digiuno. A livello di tifo ambiente ben diverso rispetto a quello di ieri fra Italia e Canada: se ieri c’era stata un bolgia e dei bei botta risposta fra tifoserie, oggi la gara del tifo è completamente a senso unico visto che la presenza statunitense è abbastanza sparuta e sovrastata da quella canadese (che tira fuori spesso e volentieri quel po-po-po che nel 2006 conoscevamo bene). In generale comunque la pista Arantxa Sanchez della “Caja Magica” si presta bene, un po’ come un piccolo palazzo dello sport nel quale il coinvolgimento e le sensazioni acustiche sono molto migliori di quanto potrebbe avvenire in un campo centrale più dispersivo.

POSPISIL DAVIS MAN… – Partita fra un peso medio massimo e un massimo, con molta attitudine ad attaccare e poca a difendere. Pospisil ovviamente cerca di non svegliare il dritto devastante di Opelka, ma non per questo disdegna ottime soluzione offensive; entrambi i giocatori cercano ripetutamente la verticalità e la via della rete, senza rimanere troppo a palleggiare. I servizi come prevedibile la fanno da padrone con bordate anche oltre i 230 Km/h (e una di questa si abbatte sul viso di una malcapitata raccattapalle che però stoicamente resiste) e il primo set finisce al tie-break. Qua la contesa prende la via del Canada con Pospisil che vola avanti 5-0 e chiude la pratica con un ace. Il secondo set procede senza particolari sussulti fino al secondo tie-break con un Pospisil ancora una volta chirurgico; dopo aver annullato un set point sul 7-6, il canadese porta a casa il match 9 punti a 7.

SHAPO NON È DA MENO – Il secondo match vede opposti Shapovalov e Fritz e sul piano tattico ricalca per certi versi quello precedente. Due giocatori d’attacco che cercano di imporre il proprio gioco per cui la miglior difesa rimane l’attacco, anche se fra i due il più attrezzato negli scambi da fondo sembra Shapovalov. E per un canovaccio tattico che si ripete, si ripete anche il film della partita. Come prima il set va al tie-break, che rimane molto equilibrato fino al 6-6, quando un banale errore di dritto di Fritz regala il set point al canadese che senza farselo ripetere due volte porta a casa il set con un ace. L’episodio influenza la condotta di gara del giovane americano che perde subito in avvio il servizio e consente al Canada di volare sul 2-0. I servizi vengono confermati fino al 5-3 quando probabilmente Shapo sente la pressione e regala due palle break al suo avversario. Sul 15-40 però la pressione evapora e il 19enne ritrova il servizio con il quale mette le cose a posto e porta a casa il match al secondo tentativo.

Il doppio però non si gioca perché il canadese non ha almeno due giocatori arruolabili, così gli USA portano a casa a tavolino il primo punto della manifestazione (quello che invece l’Italia si era sudato con Fognini e Berrettini). Un discreto vantaggio per gli statunitensi, poiché la partita non disputata va a referto come un doppio 6-0 che migliora notevolmente il loro quoziente set e game. Dovessero concorrere per il posto di migliore seconda, potrebbe rivelarsi un dettaglio decisivo.

A questo punto quindi la prossima partita diventa decisiva per le speranze dell’Italia, che nella migliore delle ipotesi potrà qualificarsi come seconda. Toccherà quindi vedere i risultati delle altre seconde e cercare di vincere 3-0 il match con gli Stati Uniti per avere speranze di passaggio del turno.

AUSTRALIA – COLOMBIA 3 – 0

N. Kyrgios [AUS] b. A. Gonzalez [COL] 6-4 6-4
A. de Minaur [AUS] b. D. E. Galan Riveros [COL] 6-4 6-3
J. Peers/J. Thompson [AUS] b. J. Cabal/R. Farah [COL] 6-3 3-6 7-6

L’Australia conferma il suo ruolo da favorita nel tie contro la Colombia imponendosi per 3-0 , risultato che elimina i sudamericani dalla competizione. Per gli Aussie, invece, sarà sfida con il Belgio per il primo posto nel gruppo D, mercoledì dalle 18.

Team Australia – Finals Davis 2019 (via Twitter, @DavisCupFinals)

KYRGIOS – Nonostante la sconfitta in due set, è una prestazione di tutto rispetto quella messa in campo da Alejandro Gonzalez, n. 470 ATP, contro il rientrante Nick Kyrgios, tanto da far dubitare della bontà della scelta del capitano di schierare uno spento Santiago Giraldo contro Steve Darcis nella prima giornata. Dal canto suo, un Kyrgios intrattabile al servizio: 16 ace, un solo punto concesso nel primo parziale, non ha mai permesso all’avversario di arrivare a “40” nel secondo e un break per set gli è stato sufficiente per far esordire la squadra australiana con una vittoria. L’ultimo match di Nick risaliva a Zhuhai contro Andreas Seppi, prima della pausa per il problema alla spalla e, all’apparenza, anche un po’ per ripicca verso la (finta) sanzione dell’ATP.

Il primo strappo arriva al quinto gioco: con un rovescio piattissimo stile Kukushkin, l’uomo di Canberra riapre un game che sembrava ormai colombiano; Alejandro, n. 70 nel 2014, cerca di alzare il ritmo, ma trova gli errori che gli costano la battuta. La spalla australiana sembra funzionare bene, pure troppo avrà pensato Gonzalez all’ottavo gioco quando torna rapidamente verso la propria panchina per cambiare racchetta e avere le corde nuove in risposta dopo il cambio palle. Chiede scusa della perdita di tempo, ma Nick rimedia – e vanifica al tempo stesso la tattica dell’altro – partendo con tre ace; “Gonzo” riesce almeno a toccare il quarto servizio di un game che non sarà perfectma che è durato 50 secondi. Un altro cambio campo ed è 6-4 Australia. Il punteggio è in discussione solo quando serve il trentenne di Medellin, che riesce ad annullare occasioni in serie prima di capitolare all’ottava. Kyrgios cerca senza troppa convinzione di indossare i suoi abituali panni insolenti e, pochi minuti dopo, coglie la vittoria che mancava dal secondo turno dello US Open.

DE MINAUR – Vittoria relativamente sul velluto per Alex de Minaur contro il n. 194 Daniel Elahi Galan, ventitreenne di Bucaramanga, oggi inevitabilmente molto falloso perché costretto ad alzare il proprio livello davanti al n. 18 del mondo. Daniel è comunque in possesso di un buon dritto lavorato e soprattutto di un rovescio che fila benissimo, come ha potuto constatare ieri David Goffin. Non gli dà invece credito il giudice di linea quando gli chiama fuori un’accelerazione precisa che lo avrebbe messo sulla piastrella favorevole per il punto del triplo break point; Alex ringrazia per la possibilità di rigiocare il punto, salva la battuta e, come da copione, è lui a passare in vantaggio al game successivo, il settimo. Messa al sicuro la prima partita, de Minaur fa subito valere la differenza di classifica salendo 2-0; Galan ce la mette tutta, ma l’incontro scivola via fino al prevedibile 5-1 e match point. Il ventenne di Sydney vorrebbe però chiudere in bellezza e salta per colpire il vincente con quel suo dritto dal polso un po’ rigido, finendo per perdere due giochi di fila. Daniel salva altri due macth point e forse salverebbe anche il terzo se non fosse per un’altra chiamata scellerata: punto rigiocato e de Minaur può tirare un sospiro di sollievo.

Thompson e Peers completano l’opera battendo i favoriti Cabal e Farah in tre set e annullando ben quattro match point nel tie-break decisivo.