Challenger Manerbio: Pellegrino senza coach, ma con tante vittorie
“Vincere aiuta a vincere”. Un vecchio adagio, molto in voga nello sport, è certamente valido per Andrea Pellegrino. Il 22enne di Bisceglie è stato protagonista del match più emozionante di giornata al Trofeo Dimmidisì di Manerbio (46.600€, terra). Opposto allo spagnolo Carlos Gomez Herrera, ha dovuto annullare un matchpoint prima di imporsi al sedicesimo punto del tie-break decisivo, col punteggio di 6-2 4-6 7-6. Sembrava un impegno di routine, poi lo spagnolo ha elevato il suo livello ed è stata battaglia fino alla fine. “Ho iniziato abbastanza bene, con buona intensità – racconta Pellegrino – lui aveva una percentuale piuttosto bassa al servizio. Nel secondo potevo prendere un break di vantaggio, ma non ho sfruttato l’occasione. Lui è salito di livello, e ho finito col perdere il set perché ho giocato male l’ultimo turno di servizio. Il terzo è stata una battaglia, punto a punto, lui serviva bene e non c’erano condizioni facili”.
Avanti 5-2 nel tie-break, il pugliese si è fatto riprendere, non ha sfruttato un matchpoint sul 6-5 e ha dovuto cancellarne uno sul 6-7. Lo ha giocato con la dovuta attenzione e ha raccolto gli ultimi tre punti. Per lui è la vittoria numero 30 di un ottimo 2019, sua miglior stagione di sempre. Dopo una crescita impetuosa nel 2016 e incoraggianti conferme nel 2017, lo scorso anno c’è stato un passo indietro prima della recente rinascita. “In realtà non valuto negativamente il 2018 – dice l’azzurro – ho giocato tanti Challenger e neanche un Futures. A questo livello trovi giocatori molto forti e può capitare di avere annate non troppo positive. L’importante è lavorare tutti i giorni con impegno e credere in quello che fai. Prima o poi, i risultati arrivano”.
LOTTARE IN OGNI SINGOLA PARTITA – Dopo tanti anni presso il Centro FIT di Tirrenia (il suo ultimo tecnico è stato Giancarlo Petrazzuolo), adesso Pellegrino è tornato a casa, nella sua Bisceglie. “Lavoro con il preparatore fisico Mauro Atencio, che è con me qui a Manerbio. Sul piano atletico stiamo facendo un ottimo lavoro, conosco Mauro da tempo, sin da quando lavoravo a Tirrenia e lui ci trascorse un anno. È una persona molto positiva, mi dà energia, mi fa del bene e sono contento di averlo con me. Sul piano tecnico, ogni tanto mio padre mi dà una mano. Chiaramente sono in cerca di un coach, avere un allenatore è una cosa in più che aiuta a fare miglioramenti. Ma non è facile trovarlo a metà stagione, perché sono tutti organizzati e hanno già accordi con i vari giocatori. Spero di trovare qualcosa a settembre, per ora mi adatto con quello che ho e provo a fare del mio meglio”.
Per adesso è arrivato un titolo Futures (a Porec, in Croazia), due finali e diverse buone partite nei Challenger. In particolare, i quarti a Vicenza (dove peraltro era stato ammesso come lucky loser). “È vero che ho vinto tante partite, ma mi sta piacendo il fatto di lottare in ogni singola partita. In passato, tante volte mi è capitato di mollare. Vincere, poi, regala fiducia e permette di allenarsi meglio. E aumenta la motivazione nel viaggiare tutte le settimane”. Il prossimo impegno sarà con il portoghese Goncalo Oliveira (n.10 del tabellone) e metterà in palio punti preziosi per l’obiettivo stagionale di Pellegrino: chiudere l’anno con una classifica sufficiente per giocare le qualificazioni dell’Australian Open. Per farcela, dovrà raccogliere 90-100 punti ATP da qui a fine anno. Difficile, ma non impossibile. E Manerbio potrebbe dargli una mano.
BABY ITALIA: AVANTI ZEPPIERI, FUORI MUSETTI – C’era grande attesa per le prestazioni dei due baby fenomeni azzurri, Lorenzo Musetti e Giulio Zeppieri. I loro incontri hanno chiuso il programma sul Campo Centrale, che si è prolungato fino a ben oltre le 20. Il bilancio è in parità: passa Zeppieri, cade Musetti. Il laziale si è imposto con buona personalità (6-4 7-6 lo score) contro il bosniaco Aldin Setkic, raccogliendo un successo importante a conferma del buon periodo di forma: dopo la semifinale a Parma, un paio di settimane fa ha colto un’altra finale al ricco torneo ITF di Pontedera. Adesso avrà un impegno non impossibile contro l’americano Evan King, che ha curiosamente scelto la terra battuta europea anziché il cemento yankee.
Va fuori Lorenzo Musetti: il vincitore dell’Australian Open junior si è arreso al russo Ivan Gakhov tra mille rimpianti. Va detto che il russo, dai capelli ossigenati, si è rivelato avversario ostico. D’altra parte, i suoi risultati negli ultimi mesi lasciavano intendere un buon livello di gioco. Gakhov è partito forte, sorprendendo Musetti. Un break in avvio e uno in chiusura sancivano il primo set. Il match sembrava finito sul 6-3 3-1, ma Musetti trovava il suo miglior tennis e regalava alcune chicche ad alto tasso spettacolare. Ricuciva lo svantaggio e andava addirittura avanti. Quando ha servito per il set sul 6-5, tuttavia, ha combinato un pasticcio: due doppi falli e un banale errore consentivano a Gakhov di raggiungere il tie-break. Il russo era sempre avanti e si imponeva 7-5, con una bella combinazione servizio-dritto. A parte un po’ di nervosismo, Musetti può giusto rimproverarsi il pessimo dodicesimo game del secondo set. Per il resto, l’avversario ha giocato davvero bene e ha complessivamente meritato il successo.
DALLA VALLE COMBATTE, MA PASSA TSENG – Tra i match più attesi c’era quello con in campo Enrico Dalla Valle. Il ravennate, reduce da tre successi consecutivi nel circuito ITF, era chiamato a un compito molto difficile contro Chun Hsin Tseng, ex numero 1 junior, classe 2001, in grande crescita. Pur giocando una buona partita, nel caldo dell’ora di pranzo, si è arreso col punteggio di 7-6 6-4. Dopo diversi anni a Tirrenia, oggi si appoggia al Piatti Tennis Center di Bordighera ed era accompagnato a Manerbio da coach Cristian Brandi. È cresciuto molto sul piano fisico, e fonda il suo tennis su un dritto molto potente. Per sua sfortuna ha trovato un giocatore molto forte, di prospettiva, e che sta vivendo un gran periodo di forma (ha appena giocato la sua prima finale nel circuito Challenger, a Praga).
Anche Tseng è dotato di un ottimo dritto e possiede le “stimmate” del giocatore importante. In fondo, ha già giocato e vinto in palcoscenici importanti. Lo scorso anno si è imposto nella prova giovanile di Wimbledon. Dalla Valle ha sempre dovuto rincorrere nel primo set (da 0-2 a 2-2, poi da 2-5 a 5-5) e si è rifugiato nel tie-break: il taiwanese lo ha giocato meglio, facendo fruttare un paio di minibreak. Ancora equilibrio nel secondo, in cui è bastato un break al settimo gioco a Tseng per prendersi un posto al secondo turno, in cui se la vedrà con l’esperto Mohamed Safwat.
Poca fortuna, ma buone figure per le giovani wild card italiane. In particolare, il bergamasco Samuel Vincent Ruggeri ha tenuto testa fino al decimo game del terzo set contro l’ex grande promessa Carlos Boluda-Purkiss, colui che ormai più di dieci anni fa era stato erroneamente definito come “Nuovo Nadal”. Anche Gabriele Bosio ha giocato una buon partita. Contro l’esperto olandese Scott Griekspoor ha prolungato il secondo set al tie-break, ma non è riuscito a intascarlo. Per entrambi rimane una buona esperienza, così come per Filippo Speziali, sconfitto da un avversario ancora fuori dalla sua portata come il norvegese Viktor Durasovic.
È stata una giornata di festa per tutta la comunità manerbiese, che ha potuto festeggiare il ritorno nel grande tennis dopo un anno di assenza. Per essere la prima giornata di gare, c’era davvero parecchio pubblico. L’ingresso al Tennis Club Manerbio costerà 5 euro fino a martedì, 7 euro mercoledì e giovedì, mentre il tagliando per le ultime tre giornate è disponibile al prezzo di 10 euro. È inoltre possibile fare l’abbonamento per tutta la settimana, al costo di 45 euro e comprensivo di un simpatico omaggio.
Ufficio Stampa Trofeo Dimmidisì