Berrettini senza limiti: salva tre match-point, poi va agli ottavi di Wimbledon

dal nostro inviato a Wimbledon,

[17] M. Berrettini b. [24] D. Schwartzman 6-7(5) 7-6(2) 4-6 7-6(5) 6-3

La partita che è chiamato ad affrontare Matteo Berrettini sul campo 18 di Wimbledon, come facevo notare in sede di preview tecnico-tattica stamattina, non è affatto semplice. “El Peque”, al secolo Diego Schwartzman, 1.70 per 64 chili di grinta, velocità, senso dell’anticipo e cattiveria agonistica è un cliente a dir poco rognoso. Già a Roma quest’anno, nell’unico precedente, dopo la gran vittoria su Alex Zverev Matteo aveva subito un doloroso stop nel torneo di casa a opera di Diego, vediamo oggi sull’erba come andrà.
Per quasi tutto il primo set, i servizi la fanno da padrone, non si vede l’ombra di una palla break fino al 5-5, la cosa preoccupante è che quello a cedere più punti alla battuta è Matteo (9 contro 4). Quando nell’undicesimo game Berrettini piazza il break quasi a sorpresa le cose sembrano mettersi bene per l’azzurro, che è anche fortunato con il nastro a favore. Purtroppo, però, Matteo subisce la reazione di Schwartzman, che approfitta di un paio di incertezze del nostro giocatore, gli strappa a sua volta il servizio, e acchiappa il tie-break. Qui l’argentino sale subito fino al 4-1 e poi al 6-3, chiudendo al terzo set point grazie a un dritto fallito da Berrettini, che rispetto al solito appare un po’ nervoso, forse sente l’importanza della partita. Peccato, l’occasione persa è stata grossa.
Matteo spinge, Diego “rema”, da fondocampo il livello è pari, la bravura del “Peque” sta nel riuscire a limitare molto – come le statistiche analizzate prima del match suggerivano – i punti diretti concessi al servizio di berrettini, che non va oltre i 4 ace e sta al 30% di “unreturned serves”, nonostante i consueti missili sopra i 200 kmh scagliati con il 57% di prime in campo, non esaltante ma nemmeno un disastro. Bravo Schwartzman, poco da fare.

Nel secondo set, un primo momento significativo avviene sul 4-3 Berrettini, con Diego alla battuta che va sotto 0-30 (bel pallonetto dell’italiano), ma riesce a salvarsi grazie anche agli errori di Matteo, che sta sbagliando un po’ troppo (in questo momento, per lui 26 vincenti e 30 gratuiti, 9-8 per l’argentino). Ancora Schwartzman con l’acqua alla gola sul 5-4, quando si trova ad affrontare due palle break non consecutive che sono anche set point. Bravo lui ad annullarle, sulla prima un pallonetto da sotto la rete, al termine di uno scambio in cui è stato l’argentino a spingere, scappa via lungo a Berrettini, sulla seconda la sua pressione costringe all’errore l’italiano. Davvero un osso duro Diego, molto intelligente tatticamente, sa quando forzare e prendersi i rischi, e quando tenere per poi contrattaccare. Visto da vicino e di fianco sull’erba la sua velocità di piedi è impressionante, con quel fisico minuto non si arriva alle soglie della top-10 (best ranking 11 ATP) senza qualità straordinarie al di fuori della potenza e dell’esplosività. Si arriva nuovamente al tie-break, e qui Matteo riesce a salire di livello, forza bene, trova qualche errore di Diego, e chiude 7-2 con l’undicesimo ace della partita. Bene così. Oltre al punteggio anche le statistiche dell’azzurro si sono equilibrate, siamo a 38 vincenti, 38 errori (14-16 Schwartzman).

Il tifo del pubblico, tra cui come sempre gli italiani abbondano, è ben più rumoroso in favore di Berrettini, i “vai Matteo!” si sprecano, ma anche qualche “vamos Diego!” si fa sentire. Nell’ottavo game del terzo set, che stava andando via liscio seguendo i turni di battuta, momento di pericolo per l’italiano, che affronta una palla break, ma la annulla alla grande con un bel dritto a uscire. Simpaticissimo Diego che seduto al cambio campo fa i complimenti ad arbitro e giudici di linea, dicendo “they don’t miss a ball, so many close calls, bravo, what can I say?” (“non sbagliano una palla, così tante chiamate al limite, bravi, che devo dire?”) con un sorrisone, dopo che due punti prima il “challenge” gli aveva dato torto. E qui si capisce perchè Schwartzman è considerato uno dei giocatori più gradevoli dal punto di vista umano, in spogliatoio gli vogliono bene tutti, un po’ come era per Marcos Baghdatis. Essere un ragazzo adorabile, comunque, non impedisce all’argentino di arrivare a palla break, e quindi set-point, nel decimo game, sul 5-4. Ottimo Matteo con la legnata di servizio a cancellare il pericolo, ma due punti dopo una bella risposta lungolinea lo rimette con le spalle al muro, ancora set-point contro. Stavolta una seconda coraggiosa, sulla riga, seguita dal dritto diagonale lo salvano, ma poi arriva un doppio fallo, e la terza opportunità che un bell’attacco di Diego trasforma nel 6-4 e conseguente vantaggio di due set a uno. Peccato, ma bisogna ammettere che l’argentino sta meritando. Siamo a 49 vincenti e 52 errori per Matteo, 17-22 per Schwartzman, gli “unreturned serves” rimangono bassi per l’italiano, il 36%, si gioca lo scambio due volte su tre anche quando batte lui, è questo il dato che spiega le sue difficoltà, e di cui si era parlato anche alla vigilia.

Il quarto set conferma le difficoltà di Matteo, che sta giocando bene, ci mette grinta, ed è bravissino a stare attaccato all’avversario, annullando due palle break nel quarto game, per poi fallirne a sua volta due nel nono, quando è bravo Diego a salvarsi e salire 5-4. Nel decimo game arriva un match point, Berrettini tira il dritto con gran coraggio e lo annulla, due game dopo, sul 5-6, è ancora 15-40, altri due match point, e qui il servizio esterno prima, e un passante che esce di poco poi, salvano Matteo, che arriva al terzo tie-break di questa partita. Schwartzman risponde spesso, e sullo scambio è insidiosissimo, ci vuole il massimo rischio per Berrettini per conquistare punti, è davvero dura. Bravo Matteo a rete e in risposta adesso, si prende un prezioso minibreak che lo porta a servire avanti 5-4, ma lo spreca subito con un doppio fallo doloroso, con palla malamente affossata. Ottimo mentalmente, l’azzurro non si scompone, attacca ancora, e va 6-5, set point per lui: il passante sotto il nastro di Diego gli consegna il set, si va al quinto, che lotta entusiasmante, sono passate tre ore e 40. Statistiche a questo punto, Matteo 65-67 vincenti/errori, Diego 32-35, è la fotografia esatta della partita, regolarissimi entrambi nelle precentuali, con uno che spinge e rischia, essendo ovviamente costretto a farlo, circa il doppio dell’altro.

Berrettini serve per primo, annulla palla break (buon attacco più volée di rovescio) e tiene, nel secondo game ne arrivano due per lui: la seconda è quella buona, con il rovescio in rete di Schwartzman, 2-0 Berrettini, in tribuna stampa scappa un accenno di applauso anche se non si dovrebbe, capiteci. I due sembrano un minimo stanchi ora, anche nel terzo game l’azzurro si salva da un vantaggio esterno, ma il servizio lo cava d’impaccio, ed è 3-0. Quello che pare aver accusato maggiormente la rocambolesca conclusione del quarto set, comprensibilmente, è Diego, la delusione dei tre match point mancati (anche se senza grandi colpe, anzi) gli pesa, lo vediamo scuotere la testa spesso e tenere le spalle basse, lui che di solito è una piccola molla umana. Sale 4-1 senza rischi Berrettini, il traguardo è in vista, bisogna tener duro e difendere il servizio a tutti i costi. Sul 4-2, Matteo va sotto 15-40, ed è eccezionale a mettere tre bombe di servizio vincenti consecutive e una seconda ben piazzata, siamo 5-2, il bravissimo Diego è sotto un treno ora. Due game dopo, Berrettini vede sfilare largo il rovescio di Schwartzman che gli dà il 6-3 finale, gli ottavi di Wimbledon, e un appuntamento con Roger Federer, speriamo sul centrale, per lunedì. Splendido soprattutto mentalmente oggi Matteo, a prescindere dai match point annullati, stare spalla a spalla con un diavoletto come Diego senza perdere mai la concentrazione è dote non banale. Chissà cosa succederà dopodomani, intanto godiamoci questo momento da favola.

Ubitennis

IL TABELLONE COMPLETO (con tutti i risultati)