INCORDATURA IBRIDA

Gli abbinamenti di due tipi di corde di materiale diverso per una singola incordatura sono denominati “IBRIDI”. Si è arrivati alla incordatura “ibrida” per personalizzare le reazioni del piatto corde secondo le caratteristiche del giocatore. Dapprima si è iniziato col variare la tensione delle corde: tutte più o meno tese oppure tensioni diverse per verticali e orizzontali. Però il variare della sola tensione può non essere sufficiente a trasformare la racchetta in attrezzo personalizzato alle proprie esigenze di gioco. Ecco quindi che si passa all’incordatura “ibrida”.
L’incordatura ibrida attuale consiste in una applicazione di corda in verticale di un tipo e quella in orizzontale di un altro usando, se si vuole, anche tensioni differenti. Abbinamenti di corde di materiale diverso modificano ulteriormente la sensibilità dell’incordatura e quindi anche alcune caratteristiche di prestazioni di gioco come l’assorbimento del colpo e la velocità della palla: difficilmente corde di materiale diverso potranno sincronizzarsi e rispondere contemporaneamente alla stesso modo. L’utilizzo di materiali diversi stuzzicava però la mia curiosità e, poiché l’incordatura “ibrida” è usata da molti, volevo capire come eliminare il difetto, secondo la mia opinione, dato dalla diversa azione che due materiali diversi esercitavano sulla palla limitando l’un l’altro le proprie caratteristiche migliori.
Come riuscire a far reagire un budello solo con le sue caratteristiche quando era intersecato da corde in sintetico?

Il sistema, che propongo è sì una incordatura ibrida fatta con corde di materiale diverso, ma la loro collocazione e’ tale da non compromettere o modificare le caratteristiche fondamentali della corda collocata al centro dell’incordatura.
Da esperimenti fatti si è poi fatta una piacevole quanto casuale scoperta che consiste nel potere personalizzare ulteriormente la vostra racchetta avendo la possibilità di modificare lo sweet-spot del vostro telaio!
Il nuovo metodo di incordatura consiste nel differenziare le corde non più da “verticale/orizzontale” ma a “zone del piatto corde” individuandone due.

Lo Sweet-spot.
Ed eccoci a parlare dello “sweet-spot”.
Lo sweet-spot è, in massima parte, il risultato della forma e delle dimensioni del telaio della racchetta e quindi il discorso, per ciò che riguarda la tecnica dell’incordatura, parrebbe finito.
Invece…. questo nuovo modo di incordare l’ibrido consente, ad esempio, di ridurre lo sweet spot di una racchetta “Over” a quello di una racchetta “Mid” oppure, con molta più cautela nell’affermazione, da una racchetta “Mid” ottenere lo sweet-spot di una racchetta “Over”.
Potendo modificare lo sweet-spot dell’incordatura possiamo anche spostarlo verso l’alto o verso il basso del piatto corde a seconda di come eseguiamo l’incordatura.
L’utilizzo della incordatura ibrida “a zone”, grazie alla particolare collocazione delle corde di due materiali diversi, permette al giocatore di impattare la palla sulle corde che egli preferisce e di sfruttarne appieno le caratteristiche di qualunque tipo esse siano (budello, sintetico multifilo o monofilo) perché non sono influenzate dalle corde di tipo diverso.
Quindi, per la felicità di incordatori e giocatori, alle varianti già conosciute (tipo di corde, tensioni) si aggiunge ora questa novità.

Risparmio e qualità.
Questa nuova soluzione di ibrido consente anche un risparmio sulla spesa dell’incordatura (aspetto interessante per giocatori di buon livello che rompono spesso le corde). Supposto che un giocatore incordi la sua racchetta interamente con corde in budello, in caso di rottura, butta circa 12 metri del prezioso materiale. Se viene montata l’incordatura ibrida “a zone”, potrebbe utilizzare mt. 6 di budello e mt. 6 di sintetico, che sono le misure sufficienti per una incordatura completa, con ovvio e sensibile risparmio di costi. E’ vero che questo si sarebbe ottenuto anche con l’incordatura ibrida tradizionale, ma non avrebbe mai avuto il centro della racchetta con tutte corde in budello come era abituato ad avere!!
Prima di scrivere queste note ho riflettuto a lungo e mi sono fatto aiutare da alcuni maestri di tennis che hanno testato sul campo le varie incordature riportandomi le loro impressioni ed i consigli che mi hanno permesso di giungere a questa nuova soluzione.
Quanto detto fino ad ora ha espresso concettualmente la novità sull’ibrido e se può essere sufficiente per i giocatori, sicuramente non lo è per gli incordatori che avrebbero bisogno di ulteriori informazioni tecniche sull’incordatura e che rimando ad un prossimo approfondimento.