C’è già un qualificato in semifinale…
Una buona notizia per gli amanti del tennis classico, quello dei gesti bianchi che oramai di bianco hanno il ricordo. Buona sì ma anche a doppio taglio perché il fatto che tutti e quattro i monomani della parte bassa del tabellone siano raggruppati in un ipotetico quarto di finale, impedirà che ne arrivi più d’uno, ma al contempo garantisce che a sfidare verosimilmente Nadal in semifinale sarà proprio un giocatore dal rovescio a una mano. Nel circuito maggiore, Nadal si è trovato di fronte un ‘monomane’ 340 volte ed è uscito sconfitto in 61 occasioni. Quasi il 18% delle volte, che paradossalmente è una percentuale più alta rispetto a quella rappresentata da tutte le sue sconfitte nel circuito ATP, 194, sul totale delle partite giocate: precisamente il 17,18%. Sulla terra, però, ha perso solo 17 partite su 156 contro monomani (il 12,2%); ben due quest’anno (Thiem e Tsitsipas), come gli era capitato solo nel 2016 (Cuevas e ancora Thiem) e nell’ormai preistorico 2003, quando aveva 17 anni e perse contro Gaudio, Corretja e Rochus.
Dall’altra parte del tabellone è superstite il solo Thiem, mentre sono oggi caduti Dimitrov e Cuevas (nei derby “rovescicida” contro Wawrinka e Thiem) e Lajovic contro Zverev.
Un piccolo miglioramento rispetto alla Australia (Federer, Tsitsipas e Dimitrov) e un gran progresso rispetto al solo Federer degli US Open 2018 ed ai due di Parigi e Wimbledon sempre 2018.
Il fatto apre ad una breve riflessione, che in questi tempi concitati e parigini, nun se po’ ffa’. Fatela voi: è vero che sulla terra battuta il rovescio a una mano ha più possibilità di funzionare? Ed eventualmente, perché?
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