Miami, Hsieh ne combina un’altra: fuori Osaka, il n.1 è in bilico

Su-Wei Hsieh completa l’impresa che aveva soltanto sfiorato a Melbourne ed estromette dal Miami Open la numero uno del mondo Naomi Osaka. La giapponese si era trovata a soli due punti dalla vittoria nel decimo game del secondo set, quando un doppio fallo in apparenza innocuo ha scatenato una serie di eventi – tra cui un secondo doppio fallo nello stesso game, ben più grave e decisivo – che ha ringalluzzito la tennista taiwanese sino a farla rientrare completamente in partita. Nel tie-break, poi, la quadrumane più imprevedibile del circuito ha cominciato a somministrare alla sua avversaria certe traiettorie ubriacanti che hanno denudato i limiti di tocco di Naomi, straordinaria colpitrice ma non certo la più raffinata delle fiorettiste. Il momento psicologico particolare della numero uno del mondo, che non ha ancora assorbito del tutto il divorzio dall’ex coach Bajin, ha fatto il resto. A seguito delle tre sconfitte nelle ultime sei partite, la prima posizione in classifica di Osaka è ufficialmente in pericolo.

NAOMI IN CONTROLLO, POI… – La giapponese comincia maluccio, perdendo i primi tre game, ma la progressiva accelerazione con cui rovescia e vince il primo set (6-4) sembra quella ideale a tenere la testa di Hsieh sott’acqua sino all’ultimo quindici. L’unico modo per essere certi di stringere la mano a Su-Wei con il sorriso è quello di annichilirla sotto il piano del gioco, senza lasciarle l’opportunità di riportare la partita in lotta. Osaka lo sa bene, perché a Melbourne le era toccato rimettere in piedi una partita complicatissima, e nel secondo set breakka subito. Senza voltarsi minimamente indietro tiene tre servizi di fila a zero, poi annulla una palla break delicata sul 4-3 e va a servire per il match sul 5-4, andando subito avanti 3-0. Hsieh non tradisce alcuna emozione: qualsiasi regola di buon senso suggerirebbe a questo punto di cominciare a guardare l’avversaria successiva della numero uno del mondo, a cui bastano solo due punti per accedere agli ottavi.

In Australia, Osaka si era dimostrata fortissima soprattutto in situazioni di questo tipo. Non aveva quasi mai tremato, chiamata a chiudere partite complicate, mettendo in mostra una tempra sorprendente. Sotto il profilo mentale, però, la giapponese non è la stessa giocatrice di due mesi fa. I colpi viaggiano, ma le insicurezze sono tornate. E quel game Naomi lo perde dopo aver commesso due doppi falli e fallito un rovescio che non si doveva fallire. Hsieh si conferma avversaria assolutamente infida e non spreca i regali trascinando la partita al tie-break. Qui, un paio di sontuosità. Specie il rovescio strettissimo seguito dal passante di dritto in avanzamento a seguito del quale sul tabellone dello Stadium si sbloccano i due numeretti del terzo set.

Osaka è costretta a giocare ora sul territorio scivolosissimo dei nervi. All’inizio del decider reggono, e la giapponese si porta ancora avanti 2-0, ma Hsieh adesso ha compreso le debolezze della sua avversaria e sa come sfruttarle. Gioco ad elastico, con traiettorie di profondità variabile, anticipi improvvisi e illegibili, non un colpo uguale al precedente e al successivo. Osaka ha bisogno di tenere in mano la partita e adesso non ce l’ha più, si piega un paio di volte sul cemento verde acqua dell’Hard Rock Stadium in preda allo sconforto più totale ancor prima di subire il break che le costerà l’eliminazione, al quale si andrà ad aggiungere il servizio perso nell’ultimo game della partita. Per Hsieh è la seconda vittoria contro una numero 1 (la prima contro Halep a Wimbledon lo scorso anno), la quarta contro una top 5.

Dopo gli ottavi di Indian Wells persi contro un’ottima Bencic arriva un’altra sconfitta, seppur contro una giocatrice che ormai da qualche mese si esibisce a livelli da top 20 navigata; uno scivolone che mette a rischio la sua leadership in classifica alla vigilia della stagione su terra. Già qui a Miami possono superarla in tre: Kerber vincendo il torneo, Halep e Kvitova raggiungendo la finale. Sicuramente Naomi Osaka ha bisogno di ritrovare serenità, ma le sue avversarie potrebbero anche non concederle il tempo necessario per riuscirci senza contraccolpi in classifica.