Cecchinato, esordio da n. 1 d’Italia a Indian Wells

Marco Cecchinato si appresta a debuttare contro Ramos-Vinolas nel tabellone principale di Indian Wells, torneo in cui ha finora giocato solo un incontro delle qualificazioni nel 2015, proprio come a Miami. Un esordio che, come ormai tutti sanno, avviene pochi giorni dopo averne combinata un’altra della sue: è diventato il numero uno d’Italia. E, già che c’era, ha anche ritoccato il best ranking con quel numero 16 ATP.

Complice di questo doppio risultato di prestigio, oltre ai punti persi da un Fabio Fognini decisamente scarico, la trasferta terricola sudamericana dove ha conquistato il suo terzo titolo del circuito maggiore, pur compreso tra due sconfitte al primo turno. Da una grande posizione derivano anche grandi impegni, e il palermitano ha recentemente concesso due interviste ai quotidiani La Repubblica e La Gazzetta dello Sport di cui riportiamo qualche stralcio.

“È un’emozione unica” dichiara Marco a proposito del primato nel ranking nazionale, “quello per cui ho sempre faticato e lottato. Essere il primo fra gli azzurri all’epoca di Fognini, Seppi, Lorenzi e Bolelli vale tantissimo”. Tiene a ricordare risultati ottenuti da Fabio e di come sia un punto di riferimento, confermando che la rivalità fra i due è “corretta e positiva”. Tuttavia, lungi dall’essere un punto di arrivo, quello che è accaduto nell’ultimo anno è per Cecchinato una base su cui costruire ulteriori successi, come suggerisce dicendo di avere “altri dieci anni di carriera davanti”: un approccio indubbiamente positivo per questo ragazzo ventiseienne.

Dopo l’esplosione della passata primavera, sul duro all’aperto ha raccolto cinque vittorie e nove sconfitte. Il bilancio poco incoraggiante mentre si appresta ad affrontare i due Masters 1000 statunitensi non lo preoccupa: Il cemento non è la mia amata terra ma, avendo pochi punti da difendere, spero di cavarmela senza troppi problemi. In marzo, infatti, usciranno solo gli 80 della vittoria del Challenger di Santiago. Le vere cambiali inizieranno a scadere dal mese successivo con il titolo di Budapest, ma è senza dubbio la semifinale di Parigi con i suoi 720 punti che mette a rischio la classifica. Ceck vive però la pressione in modo positivo (“se devi confermarti, è perché hai fatto bene”), senza per questo evitare la realtà: “Sono consapevole che al Roland Garros potrebbe arrivare una bella botta, ma diciamo che mi sto preparando all’impatto”.

Marco Cecchinato – Roland Garros 2018 (photo Art Seitz c2018)

A proposito di quell’incontro ormai entrato nella storia del tennis nazionale, se il match point è il ricordo che gli dà tuttora i brividi, si dichiara un fan – diciamo così – “interessato” di Djokovic e spera che continui a vincere Slam; in questo modo, in quanto ultimo ad averlo sconfitto in un major, “continuerò a restare nelle statistiche”. Rimanendo con i piedi sulla terra, rivela che il prossimo obiettivo potrebbe essere centrato in occasione di Monte Carlo e Roma: il numero 15 ATP.

Infine, Marco non dimentica cosa e soprattutto chi è stato fondamentale per la sua crescita come tennista e come persona: otre alla compagna Gaia, capace di gestire il suo carattere non proprio facile, lasciare a diciassette anni Palermo per trasferirsi a Caldaro, il primo coach – lo zio Gabriele Palpacelli – e i genitori mai pressanti. È grazie a loro che ha potuto imparare anche dalle sconfitte: “Magari ti fanno male, ma ti fanno crescere. Oggi, ci sono genitori che parlano ai figli come se fossero top player, invece il segreto è far divertire i bambini, non mettergli pressione”. Per quanto sia un concetto teoricamente condiviso da tutti, scordarsene diventa uno sport che vanta un gran numero di praticanti.

Nel frattempo, atteso con trepidazione al varco della sua seconda primavera nel Tour dai necessari detrattori, Ceck può ancora contare su un mese di “bonus” per accrescere l’esperienza su una superficie ancora lontana dall’essere amata.