CASTELLO TRA ZEBRE, ITALIA E MONDIALE: “SAREBBE UN SOGNO. NESSUNO E’ SICURO DEL POSTO IN SQUADRA”

castello australia 2018Roma – Capitano delle Zebre e uno dei punti fermi della Nazionale Italiana Rugby. La crescita di Tommaso Castello negli ultimi due anni e mezzo – dal suo esordio in maglia Azzurra l’11 giugno del 2016 a Santa Fè, primo match per Conor O’Shea con l’Italrugby – è stata consistente. La stagione con la franchigia italiana, gli obiettivi, la Nazionale, il Sei Nazioni e il Mondiale sono i temi trattati con il centro genovese nell’intervista rilasciata a federugby.it.

“Ho recuperato da tutti gli acciacchi avuti nelle ultime settimane e sono pronto per dare il mio apporto in campo. L’obiettivo contro La Rochelle è quello di vincere. Giocheremo per centrare il bottino pieno e regalare ai nostri tifosi un successo importante contro un avversario di gran valore”.

La stagione delle Zebre e le prestazioni che non sempre hanno rispecchiato il risultato del campo: “Mi viene in mente la partita giocata in casa contro Treviso o l’ultima gara contro La Rochelle in Francia. Non credo nella fortuna o nella sfortuna, però posso ammettere che ultimamente alcuni episodi non ci stanno sorridendo. In ogni caso, noi dobbiamo cercare di essere più cinici e concretizzare maggiormente quello che creiamo. Le statistiche lo dimostrano che abbiamo dei dati importanti, come ad esempio sul possesso. Abbiamo tante possibilità di segnare e dobbiamo lavorare anche su questo lato, mettendo a segno più punti che possono cambiare il corso delle partite”.

La collaborazione tra staff Azzurro e le franchigie è uno dei punti chiave nella sua crescita personale: “E’ bello vedere sia lo staff tecnico che atletico collaborare a stretto contatto con Zebre e Benetton. C’è un lavoro costante che viene fatto e che, dal mio punto di vista personale, ha inciso in modo positivo sulla mia crescita e posso dire anche su quella dei miei compagni di squadra. Le prestazioni della Nazionale sono frutto anche di quello che viene fatto a Parma e Treviso. Zebre e Benetton hanno un modo diverso di esprimere il proprio rugby, ma l’approccio di base resta uguale. Da quando è arrivato Bradley tutti abbiamo fatto un passo in avanti e, allo stesso tempo, in Nazionale da quando c’è Conor O’Shea si è tracciato un percorso che può portare dei miglioramenti in futuro. Dal punto di vista della prestazione ci sono già stati: ora è importante portare a casa anche i risultati”.

Domenica è in calendario il primo raduno dell’Italrugby in vista del Guinness Sei Nazioni 2019: “Cercheremo di essere competitivi contro tutte le squadre. Ci manca da molto la vittoria e vogliamo portare a casa risultati importanti. Il prossimo Sei Nazioni sarà di altissimo livello: tutte le squadre stanno crescendo e ci attende sicuramente un torneo molto interessante”.

Zero il numero di punti realizzati in maglia Azzurra che coincide con il numero di preoccupazioni legate al non avere ancora scritto il suo nome alla voce “marcatori”: “Non mi condiziona assolutamente. Nella mia carriera, statisticamente, non sono mai stato un gran segnatore di mete. Penso a fare del mio meglio sia in attacco, cercando di “rompere”placcaggi  nelle retroguardie avversarie  guadagnando metri, che in difesa dove invece il mio obiettivo è di non sbagliare placcaggi. Io gioco sempre per la squadra. Sicuramente devo essere più bravo a concretizzare quando mi capita l’occasione, ma non è un fattore limitante non aver segnato con la maglia dell’Italia”.

Il 2019 per il Rugby non sarà un anno qualunque: “Andare al Mondiale è il sogno di chiunque, è innegabile e non lo nascondo. E’ da tanto che stiamo lavorando anche in quell’ottica. Il mio obiettivo è quello di dare il meglio step by step con le Zebre prima e, qualora dovessi essere chiamato in causa, con la maglia dell’Italia. E’ il mio sogno nel cassetto poter partecipare al Mondiale ma tutti dobbiamo dare il massimo per dimostrare di valere l’eventuale convocazione: nessuno è sicuro del posto”.