Rumoroso e costoso, come New York. Ecco il nuovo Armstrong
Dal nostro inviato a New York
Come tanti bambini la mattina di Natale, noi vagabondi della pallina gialla eravamo tutti eccitati alla vigilia di questo US Open in attesa di poter scartare l’ultimo regalo, quel nuovo stadio Louis Armstrong con tanto di tetto che la USTA ci ha regalato (e si è regalata) come ultimo gioiello del rinnovamento da 600 milioni di dollari cui è stato sottoposto il Billie Jean King National Tennis Center di Flushing Meadows.
Il vecchio glorioso Louis Armstrong, che dal 1978 al 1997 era stato il campo principale degli US Open, era ormai giunto alla fine della sua vita utile, e doveva essere demolito e ricostruito. Con la collaborazione di Rossetti & C., l’impresa di architetti responsabile anche della progettazione del tetto per l’Arthur Ashe, è stato creato un nuovo stadio da 14.069 posti (che sono già stati ridotti a 14.053, per un motivo che spiegheremo più avanti) con due livelli separati ed un sistema di areazione completamente naturale, evitando l’inserimento di un nuovo impianto di aria condizionata. La sezione inferiore è dedicata agli spettatori che acquistano il biglietto per il Louis Armstrong, che da quest’edizione 2018 avrà per la prima volta anche una sessione serale, mentre alle tribune superiori potranno accedere tutti gli altri spettatori, da quelli con il biglietto ground a coloro che invece hanno preferito acquistare un posto sul centrale.
Nel nuovo campo sono stati inseriti anche nuovi punti di ristoro al livello “di mezzo”, quello che divide la tribuna inferiore a quella superiore, mentre a pian terreno sono ospitati i punti vendita degli sponsor tecnici, da Wilson a Polo Ralph Lauren, oltre al “flagship store” di US Open Collection, il merchandising ufficiale della manifestazione.
Il primo colpo d’occhio una volta entrati è splendido: la sezione inferiore avvolge il campo con il classico colore blu cobalto delle sedie, mentre la sezione superiore, costruita solamente sui lati lunghi, fornisce l’impressionante panoramica dei due spalti dedicati ai tifosi dei ground. In mezzo, lo spazio aperto che fa circolare l’aria all’interno dello stadio, frastagliata dalle figure degli spettatori fermi in piedi a seguire il gioco e che lascia intravedere in lontananza il Citi Field, lo stadio del baseball nel quale giocano i New York Mets di baseball. Sui lati corti due “muri” creati con soluzioni ingegneristiche che lasciano passare l’aria ed alleggeriscono la struttura color mattone, sormontati da due schermi giganti che mostrano le immagini del campo ma non il punteggio, che invece viene indicato su due schermi a “ribbon” negli angoli dello stadio appena sotto la tribuna superiore.
La configurazione dello stadio fa si che alcuni settori alti, coperti dalla “terrazza” della tribuna superiore abbiano visuali limitate sugli schermi giganti, ma ciò che sicuramente lascia più perplessi è il brusio continuo che si percepisce anche durante le fasi di gioco. Il disegno aperto della parte centrale funge quasi da camera di risonanza per il rumore degli spettatori che vanno e vengono dalle scale mobili e dai punti ristoro, in un effetto che ricorda molto da vicino ciò che accade nello Stadium 2 dell’Indian Wells Tennis Garden, dove però esistono dei muri che separano le aree di passaggio dalla tribuna inferiore che limitano l’”inquinamento acustico” solamente alle ultime file.
Un altro cambiamento che gli appassionati avranno sicuramente notato nel nuovo Louis Armstrong rispetto agli anni precedenti è quello relativo ai prezzi dei biglietti. Andare a vedere un match sull’Armstrong dalla tribuna inferiore, per la quale è necessario un biglietto dedicato, può essere un’esperienza piuttosto costosa: anche nelle prime giornate il prezzo ufficiale per un posto in quel settore difficilmente scende sotto i 150 dollari USA, con punte ben oltre i 200 e passa. Ma c’è un trucco: il partner ufficiale degli US Open che si occupa della distribuzione dei biglietti, il gigante della vendita online Ticketmaster, gestisce anche il mercato secondario, ovvero la rivendita dei tagliandi da parte dei possessori originali. In questi giorni è possibile trovare biglietti in “rivendita” a prezzi sostanzialmente inferiori a quelli ufficiali, forse da parte di chi ha comprato l’abbonamento e vuole disfarsi di alcune sessioni cui non può assistere, o forse per chi aveva in precedenza acquistato il biglietto ma ha cambiato idea e non vuole più andare a Flushing Meadows. Gli affari migliori si fanno comprando il giorno prima o il giorno stesso: per martedì o mercoledì della prima settimana non era difficile trovare posti entro le prime 10 file del Louis Armstrong ben sotto i 100 dollari, a volte anche sotto i 50.
Chi invece si è dovuto accontentare di guardare le partite in televisione si è subito accorto di come la telecamera principale per il Louis Armstrong fosse piazzata molto in alto, dando quasi l’impressione di vedere il match dall’elicottero. Tuttavia, tempo alcuni giorni e la USTA ha immediatamente posto rimedio alla situazione creando un nuovo spazio per la telecamera attraverso l’eliminazione di 16 posti (general admission, quindi non numerati) che hanno fatto scendere la capienza dello stadio da 14.069 a 14.053. “Non volevamo attendere un anno per fare questo cambiamento – ha detto Chris Widmaier, Direttore della Comunicazione USTA al Wall Street Journal – volevamo agire in tempo reale. Ora l’angolo di visuale è notevolmente migliorato e siamo soddisfatti”. Il cambiamento è stato fatto tra le 00.30 e le 4.30 di mercoledì mattina da parte delle troupe della ESPN, che hanno potuto lavorare soltanto nelle ore notturne quando lo stadio non era occupato dagli incontri.