Nadal fa 80 a Toronto. Tsitsipas non supera l’ultimo esame

Dal nostro inviato a Toronto,

[1] R. Nadal b. S. Tsitsipas 6-2 7-6(4)

RAFA, AVVIO INGIOCABILE – Il professor Rafa Nadal rimanda a settembre Stefanos Tsitsipas, ma il futuro del ragazzo sarà importante, e si è capito anche oggi. Bell’inizio, totalmente privo di timori reverenziali (ma si è capito ormai che il ragazzo ha carattere) per Stefanos, che tiene a zero la battuta, subito imitato da Rafa, che sa benissimo quanto sia importante l’avvio delle partite, in particolare le finali. Gioca sciolto il greco, mette giù ottimi servizi, ma il dritto lo tradisce nel terzo game: palla break Nadal, annullata però da una seconda palla sulla riga di Tsitsipas. C’è un sussulto tra il pubblico, con mormorio e accenno di applauso, è arrivata da Montreàl la notizia della vittoria di Simona Halep, nel frattempo Stefanos annulla una seconda occasione di break a Rafa con un serve&volley molto ben eseguito, e l’applauso ora è per lui. Ma lo spagnolo ha ormai puntato deciso al turno di battuta dell’avversario, e alla terza opportunità lo brekka sparandogli un passante lungolinea di dritto incontrollabile dalla volée di Tsitsipas. L’accelerazione improvvisa impressa al match da Nadal è evidente, non tanto come potenza del palleggio in sé stesso, ma come intensità in generale, anche a livello di grinta esibita e linguaggio del corpo. Stefanos accusa l’impatto dell’avere una belva simile dall’altra parte della rete, va in affanno, strappa e sbaglia diversi colpi nel tentativo di reagire, e il risulotato è un secondo break subìto. Siamo 4-1 e servizio Rafa, sono passati 22 minuti, e il primo set sembra già abbondantemente compromesso per Tsitsipas. Il pubblico, che inizia a temere una partita breve e poco appassionante, rumoreggia e cerca di incoraggiare Stefanos, si vedono parecchie bandiere greche sventolare sugli spalti, dalla tribuna stampa mi sembrano decisamente di più rispetto a quelle spagnole. La comunità ellenica residente a Torinto è numerosa, e non ha voluto mancare all’appuntamento. Chiaramente, Nadal non fa una piega, e chiude 6-2, in 34 minuti. Per ora stiamo assistendo a una sorta di incontro di boxe in cui un medio-massimo sta menando un peso piuma, poco altro da aggiungere, 28 punti a 16 per dare solo la statistica principale.

COLPI DI SCENA PROPRIO ALLA FINE – A inizio secondo set, evidentemente frastornato, il greco stecca un dritto che finisce sugli spalti, ne spara via un altro, e si rivolge con espressione affranta al suo angolo, ma papà Apostolos non è che possa farci granchè, mentre piovono drittoni uncinati vincenti in serie sul talentuoso pargolo. Il break in avvio rischia già di mettere una pietra pesante sopra le residue possibilità di Stefanos, anche perchè la micidiale macchina da tennis che è Rafa non accenna a mollare la presa. Nel box di Nadal Francisco Roig, e l’amicone Marc Lopez (che aveva fatto da sparring nel riscaldamento del maiorchino in mattinata) appaiono tranquilli e soddisfatti, avendone tutte le ragioni. Arrivati al 5-4, Rafa ha perso 3 punti in tutto nei suoi turni di battuta, roba da Isner in forma. Lo spaventoso rovescio vincente, ma ovviamente estemporaneo e tirato a mente ormai svuotata, con cui Tsitsipas fa il terzo di quei punti, nell’ottavo game, è un sintomo di quanto impotente sia stato fino a quel momento il ragazzo, siamo alla fase “tiro a caso sperando che finisca presto”.
Ma se il tennis è soprannominato “lo sport del diavolo” un motivo c’è, e vale anche se ti chiami Rafa Nadal. Incredibilmente, nel momento di servire per chiudere, lo spagnolo di punti alla battuta ne cede quattro tutti in una volta, giocando corto e male, è controbreak Stefanos, che sull’onda dell’entusiasmo sale in vantaggio 6-5. Dal pensare a cosa dire durante la cerimonia di premiazione, al dover servire per rifugiarsi nel tie-break e provare ad evitare il terzo set in un attimo, che roba. Il contraccolpo psicologico è chiaro, arrivano altri due errori gravi di Rafa, e un set-point per Tsitsipas: salvato con una controsmorzata che bacia il nastro, da non credere, c’è mancato letteralmente un pelo. E siamo al tie-break. Nadal si scuote, va sopra di un minibreak, limita gli errori, e capitalizza un paio di dritti sbagliati male del greco, andando sul 6-4 e due match-point. Lo sventaglione di dritto che chiude partita e torneo, dopo un’ora e 43 minuti, consegna a Rafa il titolo 1000 numero 33, l’ottantesimo (!) in totale, il quarto in Canada, ma non boccia Tsitsipas, a cui oggi è andata male in un momento importante (tanto quanto gli era andata bene nei turni precedenti), però resta il fatto che un centimetro di net poteva far girare tutto. Nadal è una leggenda vivente di questo sport, ma il torneo del greco (che ha battuto altrettanti top-10 questa settimana quanti lo spagnolo ne aveva battuti lungo la strada per vincere tutti gli ultimi 3 Slam conquistati messi insieme, per dare un’idea) è e rimarrà memorabile. Bravo Stefanos, eccezionale Rafa. Ci si vede (forse, Nadal deve confermare la cosa) a Cincinnati e poi tutti a New York.

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