La Piccola Biblioteca di Ubitennis. L’Almanacco del Tennis 2018
Lumia M., Almanacco del Tennis 2018, p. 834
Il più grande problema dell’uomo contemporaneo è il potenziale accesso a un numero infinito di dati. Sembrerebbe che l’infinito database rappresentato da Internet abbia reso obsoleti i libri di statistiche come l’“Almanacco del tennis 2018” di Matteo Lumia. Un pazientissimo lavoro che mette assieme praticamente tutto il tennis giocato nel 2017. Volete sapere chi ha incontrato Paolo Lorenzi nel primo turno del torneo di Budapest? (Kukushkin 6-5 7-5), oppure volete ripercorrere turno per turno (e risultato per risultato) qualsiasi giocatore in qualsiasi torneo? L’Almanacco è quello che fa per voi. Non solo i tornei ATP, WTA, Davis, Slam ma anche i Challenger, gli albi d’oro e, ma solo per i più viziosi, quanti punti e soldi danno i tornei turno per turno (il secondo turno di Barcellona? 15.955 euro e 20 punti. Il primo di Roma? 15.210 euro e 10 punti. Il finalista con il piatto in mano? 402.080 euro e 600 punti).
Sfogliare l’Almanacco è più o meno come farsi una passeggiata nel cervello del grande Rino Tommasi [1] l’uomo che ha anticipato i computer e che ha dato parola ai numeri. Come il Capitale di Marx, o il Kamasutra, l’Almanacco non è un libro da leggere ma da frequentare. Una miniera d’informazioni compresse in un tomo da 834 pagine, che riposano placide accanto alla vostra scrivania con il non trascurabile lusso di poter essere sfogliate in ogni momento. Come si diceva una volta (prima di internet) uno strumento formidabile per chi scrive di tennis o per chi vuole farsi una strana passeggiata mnemonica nel 2017 tennistico o nella storia del tennis (sapete quanti sono stati i giocatori italiani che hanno giocato in coppa Davis? 75. Panatta, per dire, ne ha vinte 64 e perse 36. Il mai celebrato abbastanza Gianluca Pozzi 2 ne ha vinte e 2 ne ha perse e Sergio Tacchini, sì quel Sergio Tacchini, ha esordito nel 1959 vincendo 6 partite contro 9 sconfitte). Insomma attraverso la sintesi al fulmicotone di tabelle e risultati, una semplice pagina dell’Almanacco diventa un film o un trampolino per riflessioni da trasformare in potenziali articoli, commenti o altro. Il tutto dando l’impressione di sapere tutto (ehm Kokkinakis è alto 1,96 cm per 79 chili, mentre a Brisbane Francesca Schiavone è uscita al terzo turno delle qualificazioni per il tabellone principale perdendo 6-1 6-2 con Krunic).
I dati sono lì nella vostra scrivania che aspettano solo di essere incrociati e usati. Ad ingentilire il flusso di numeri interviene la struttura a capitoli di volta in volta introdotti dalle migliori penne italiane del tennis con la prefazione dell’instancabile Direttore Scanagatta. Insomma non rimane che ringraziare Matteo Lumia che ha fatto per noi un lavoro così poderoso, che verrebbe da dire, ha reso obsoleto, o forse solo intelligente, quel mostro gorgonico chiamato internet.
[1] A dire il vero l’Almanacco è un incrocio tra Rino Tommasi e Matrix.
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