Roland Garros, Nadal fa 900 in carriera: quarti contro Schwartzman

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da Parigi, i nostri inviati Laura Guidobaldi e Ilvio Vidovich

RAFA VOLA A QUOTA 900 – Maximilian Marterer illude per due game. Il tedesco, all’inizio del primo set, mette a segno il break e sale 2-0 contro lo spagnolo. Ma finisce qui. Rafa “ricomincia” da zero e da questo momento in poi travolge per due set il suo ex sparring per 6-3 6-2. Nella terza frazione, Maximilian ci riprova e riesce ad impegnare maggiormente il n. 1 del mondo portandolo al tie-break che, alla fine, cede per 7 punti a 4. Rafa vince il match n. 900 nel Tour, diventando il quinto giocatore negli ultimi 50 anni a conquistare 900 vittorie in carriera: gli altri sono Roger Federer (1,149), Ivan Lendl (1,068), Jimmy Connors (1,056) e Guillermo Vilas (948). Accede al 12esimo quarto al Roland Garros, il 34esimo in uno Slam. Non solo. Inanella 34 set a Porte d’Auteuil dall’anno scorso. “Il match in generale è andato bene, dopo il 2-0, chiudere 6-3 6-2 è stato positivo; nel terzo potevo fare il break ma non ho potuto convertire le possibilità per strappargli il servizio e ho fatto alcuni errori al servizio. Sono stato meno aggressivo e poi il gioco è diventato molto fisico. Avere 32 anni? No, non mi sento vecchio ma ho 32 anni. Gioco dal 2003, ho cominciato molto giovane, sono felicissimo di essere qui, mi godo giorno dopo giorno il tour. Ora Rafa sfiderà l’argentino Diego Schwartzman, vittorioso al quinto set su Kevin Anderson. Il maiorchino è avanti 5-0 nei precedenti contro Diego.

GARRA SCHWARTZMAN, BRACCINO ANDERSON – Grinta, cuore e gambe hanno consentito a Diego Schwartzman di ribaltare un match in cui per due set e mezzo aveva subito la disarmante potenza dei colpi da fondo di Kevin Anderson. Ma la tenacia del n. 12 del mondo, unita ad un po’ di paura di vincere del sudafricano che ha servito inutilmente per il match sia nel terzo che nel quarto set, hanno consentito all’argentino di spuntarla al quinto set di un match emozionante per l’andamento del punteggio ma non certo per la qualità delle quasi quattro ore complessive di gioco. Primo quarto di finale a Parigi per il piccolo Diego, il secondo a livello Slam (il primo lo aveva giocato lo scorso anno agli US Open, sconfitto da Carreno Busta).

I primi due set erano scivolati via veloci, dominati da un Anderson veramente incisivo da fondo (31 vincenti a fronte di solo 18 errori nei primi due parziali) e solido al servizio (7 ace e solo un doppio fallo) che aveva bombardato sin dal primo quindici, costringendo l’argentino a remare a più di due metri dalla riga di fondo, ma senza riuscire ad opporre una valida resistenza. Nel terzo set la musica cambiava. La ragnatela da fondo dell’argentino unita alla cappa di umidità che avvolgeva il Lenglen cominciavano a far breccia nel gioco del n. 10 del mondo, che iniziava ad essere meno brillante fisicamente e di conseguenza perdeva efficacia nei colpi. Anderson si aggrappava al servizio per rimanere in partita, annullando diverse palle break e continuare così a fare corsa di testa. Tanto che l’ultimo treno per il 25enne argentino sembrava fosse passato sotto forma delle due palle break non sfruttate nell’ottavo gioco, specie la seconda dove veniva passato da Anderson dopo uno scambio lunghissimo, visto che – gol sbagliato, gol subito – era lui a perdere il servizio nel game successivo. Invece il bello dal punto delle emozioni doveva ancora venire. Il n. 7 del mondo arrivava infatti a due punti dal match sul 5-4 ma si incartava sul più bello e perdeva due turni di servizi consecutivi – sino a quel momento aveva perso il servizio solo nel terzo game del primo set – consegnando così il terzo set a Schwartzman.

Erano passate due ore e obiettivamente tutti pensavano ci potesse essere una netta svolta del match a favore dell’allievo di Juan Ignacio Chela, invece Anderson era bravo a resettare mentalmente e a dimenticare il passaggio a vuoto che gli era costato il parziale. Prendeva un break di vantaggio e si aggrappava ancor più disperatamente al servizio per cercare di resistere al sempre più evidente ritorno del suo avversario. Schwartzman infatti era salito di livello, anche sfruttando il calo sempre più evidente di Anderson, aveva avanzato il baricentro del suo gioco e non subiva più la potenza del sudafricano. Sembrava però fosse troppo tardi, dato che Anderson andava nuovamente a servire per il match. Ma come nel set precedente il braccio del sudafricano tremava sul 5-4 al momento di servire per il match stavolta subendo il break addirittura a zero. Si andava così poco dopo al tie-break dove non c’era storia: 7-0 Schwartzman. ll tennista di Buenos Aires peccava un po’ di killer instinct all’inizio del quinto, restituendo per due volte il break al sudafricano. Ma Anderson era ormai groggy: a Schwartzman bastava restare calmo, senza strafare, per infilare una serie di quattro giochi consecutivi che gli permetteva di approdare per la prima volta in carriera ai quarti di finale dell’Open di Francia.

(in aggiornamento)

Risultati:

[11] D. Schwartzman b. [6] K. Anderson 1-6 2-6 7-5 7-6(0) 6-2
[1] R. Nadal b. M. Marterer 6-3 6-2 7-6(4)
[5] J.M. del Potro vs [9] J. Isner
[3] M. Cilic vs [18] F. Fognini

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