Trofeo Bonfiglio: Cocciaretto, il sogno sfuma al tiebreak
Le guance arrossate dal sole e dalle lacrime, Elisabetta Cocciaretto lascia così il Campo Centrale del Tc Milano Alberto Bonacossa dopo 2 ore e 58 minuti di battaglia. A fare da colonna sonora ci sono gli applausi, tutti per lei e per la sua ottima partita, ma anche per la vincitrice, la 17enne Eleonora Molinaro, finalista del 59° Trofeo Bonfiglio. Sarà lei, lussemburghese di nonno friulano che sa parlare italiano ma che preferisce commentare il match in inglese: “È stata dura, io ed Elisabetta ci conosciamo da molto e ci siamo affrontate spesso. Oggi sono riuscita a stare attaccata al match anche se sono stata costretta a inseguire praticamente sempre”. Eh già, perché nel primo parziale, poi vinto al tie-break, era sotto 4-1, poi 5-3. E pure nel terzo se l’è vista più che brutta: sotto 4-1, con una palla per andare sotto 5-1. Lì la partita è girata: “Non credo sia stato quel punto la chiave di tutto – ha detto la vincitrice -, però sicuramente mi ha dato fiducia per risalire”. Stesso scenario nel tie-break decisivo, quando la 17enne marchigiana di Porto San Giorgio è andata a condurre per 4-2, prima di perdere 5 punti consecutivi, match e possibilità di diventare la prima italiana in finale al Bonfiglio dal 1998, quando fu la modenese Antonella Serra Zanetti a riuscire nell’impresa (poi conclusa con il titolo). “Sono molto dispiaciuta, ho avuto tante occasioni e non sono riuscita a sfruttarle – ha spiegato Elisabetta -. Brucia perché avevo io il pallino del gioco in mano. Peccato anche perché queste cornici mi esaltano e avere tutto il pubblico per me è stato davvero bello”. Elisabetta, che quest’anno ha assaggiato il palcoscenico dell’Australian Open e quello ‘tutto tricolore’ della Fed Cup, adesso punta dritto su Roland Garros e Wimbledon Junior.
Nel frattempo, sfuma il sogno di vincere il primo Grado A della sua carriera, che invece Eleonora Molinaro contenderà alla giapponese Yuki Naito, brava a sovvertire i pronostici contro la testa di serie n.5 Clara Tauson, la biondona danese classe 2002 che in semifinale è sembrata troppo legnosa e impacciata nei movimenti. I colpi e la potenza erano gli stessi con cui nei quarti ha impallinato la testa di serie n.1, la cinese Xinyu Wang, ma la condizione fisica, quella sì, è totalmente mancata. L’asiatica, che prova a mettere per la prima volta il suo Paese nell’albo d’oro della manifestazione (nel 2006 Kei Nishikori perse in finale dal francese Eysseric), si è imposta in due ore e 6 minuti facendo la voce grossa specialmente dal punto di vista atletico e disinnescando i tentativi di rimonta della nord-europea. La finale femminile si giocherà alle 12.30, ovviamente sul campo Centrale. A seguire toccherà ai maschi, vale a dire all’argentino Sebastian Baez, testa di serie n.1 del tabellone, e al bulgaro Adrian Andreev. Il primo, dopo un ottavo e un quarto di finale formato maratona, ha portato a casa una semifinale turbo (6-2 6-2), a danno del giapponese Naoki Tajima, apparso già sfiancato ieri pomeriggio dopo il successo al tie-break decisivo sull’altoatesino Jannik Sinner. Nell’altra semifinale Adrian Andreev ha superato sempre in due set l’altro argentino Facundo Diaz Acosta, mancino d’attacco che però non ha saputo disinnescare il talento (mescolato a tanta sregolatezza…) del bulgaro. A fronte dei sette argentini già presenti nell’albo d’oro, Andreev sarebbe solo il secondo bulgaro a incidere il proprio nome sulla coppa (nel 2000 vinse Todor Enev). Il gran finale è pronto.
Ufficio Stampa 59° Trofeo Bonfiglio