Montecarlo: Nishikori resiste a Cilic. “Obiettivo top 10”
da Montecarlo, il nostro inviato
Dalla sorprendente finale degli US Open 2014, vinta da un Cilic strepitoso e poi mai più ritrovato, Kei Nishikori aveva vinto due confronti diretti, per poi perderne tre in fila. Oggi pareggia il conto post-New York, allungando invece il divario nel bilancio totale (8-6). Le attenzioni sono tutte per Nadal, giunto alla sua tredicesima semifinale in quattordici anni, ma nel silenzio generale il giapponese prosegue nel suo rientro dopo il lungo stop per infortunio. Tre set che sarebbero potuti essere due, se Cilic non avesse dato fondo all’orgoglio nel secondo, salvando tre match point per portarsi al tie-break, spinto forse dai fantasmi di un fisico che nei momenti importanti lo ha tradito (vedasi l’ultimo Wimbledon. Marin chiama il fisioterapista a metà del secondo parziale, per farsi fasciare un ginocchio e resistere fino al decisivo. Ma non basta.
NISHI IN RIPRESA – Dopo il rientro nel circuito Challenger, che lo ha visto anche vincere a Dallas, Nishikori fa le prove per tornare ai fasti passati, quelli che lo videro protagonista fino al numero 4 ATP: “Sto migliorando giorno dopo giorno. Non mi sono posto obiettivi quest’anno, la prima cosa da raggiungere è la top 10. Sono a buon punto, ma serve ancora tempo”. Una semifinale a Long Island è stata la prima avvisaglia in febbraio, prima della conferma qui. I colpi viaggiano profondi, nonostante un leggero ritardo di condizione rispetto ai piedi fulminei dei bei tempi. Già contro Seppi si era visto un momento di appannamento, corretto in chiusura quando soprattutto con il rovescio aveva alzato il livello. Anche oggi il solco è quello, dal lato sinistro parte la manovra che costringe Cilic a coprire l’intero campo, con evidenti conseguenze sul fisico e sul morale. La potenza del croato viene arginata grazie a un gioco d’anticipo che ricorda i momenti migliori, e si vede anche una certa propensione agli incitamenti, forse una novità finalmente inculcata dal duo Bottini-Chang. Nishikori è chirurgico nel primo set quando sfrutta l’unico gioco in cui ha palle break, granitico nel terzo, quando una volta assorbita la delusione dei matchpoint sprecati, trova la lucidità per condurre con esperienza i propri giochi di servizio, e allungare alla prima occasione utile. È la decima semifinale in un Masters 1000 per Kei, la quarta sul rosso. Le altre tre le aveva colte a Madrid, dove nel 2014 giunse anche in finale e dominò Nadal per un’ora e mezza, prima di crollare per problemi fisici. Troverà Zverev o Gasquet.