Ecco Felix il predestinato. Prima vittoria nell’Atp (Crivelli)

Ecco Felix il predestinato. Prima vittoria nell’Atp (Riccardo Crivelli, La Gazzetta dello Sport)

Ci sono destini a cui non puoi sottrarti, e se giochi a tennis e sei nato l’8 agosto (lo stesso giorno di Federer), le aspettative inevitabilmente ti accompagneranno fin dai primi successi adolescenziali. Infatti, da quando diventò il primo giocatore degli anni 2000 a conquistare un punto Atp (luglio 2015, a 14 anni e 11 mesi), il canadese Felix Auger-Aliassime convive con il fardello di predestinato a ogni costo. E il successo sul connazionale Pospisil a Indian Wells, la sua prima vittoria di sempre nel circuito maggiore, sembra il passo iniziale verso la gloria. Figlio di un togolese e di una canadese, nato a Montreal ma cresciuto in un quartiere periferico di Quebec City, Felix ha la racchetta in mano dall’età di cinque anni, perché il padre è maestro di tennis. Il successo da junior al Roland Garros nel 2016 lo ha messo sulla mappa delle grandi speranze future e lui nel frattempo è cresciuto in statura (da 1.75 a 1.91), ha imparato a convivere con una tachicardia congenita e ha arricchito il suo gioco di letture tattiche molto mature, come ha confermato il match in California. Il servizio è ficcante, il dritto (in particolare quello a sventaglio) produce punti facili, ma a differenza di tanti Next Gen il rovescio non è un colpo interlocutorio o peggio debole, anche perché Felix sa usare bene pure il back. E poi è capace di leggere le situazioni e usare la rete per raccogliere soddisfazioni con l’avversario in difficoltà. Nel prossimo turno il numero 169 del mondo ritrova un altro canadese, quel Milos Raonic sceso al n. 38 a causa dei tanti infortuni che lo stanno tormentando dalla scorsa stagione, ora seguito nel team anche da Goran Ivanisevic, ed è curioso comunque che il paese della Foglia d’acero, sostanzialmente senza tradizioni tennistiche, abbia battezzato due possibili fenomeni, appunto Felix e Shapovalov (insieme vinsero la Davis juniores). Potenza della globalizzazione multietnica. Intanto il nostro Fabbiano vince il primo match in un 1000 in carriera e attende Sock, n. 10 ma con una sola vittoria all’attivo quest’anno, mentre la Sharapova ammaccata saluta coach Groeneveld dopo 4 anni nel tentativo di ripartire. Buona fortuna.