ATP San Paolo: Fognini non sbaglia, semifinale contro Pablo Cuevas

Sulla terra al coperto del Ginasio do Ibirapuera, caso unico nel panorama ATP, si scontravano oggi gli ultimi otto sopravvissuti del torneo paulista. Ma ne rimarrà soltanto uno…

MASTRO CUEVAS – Il programma viene aperto dall’incontro fra Leo Mayer (49 ATP, tds 5) e Pablo Cuevas (31 ATP, tds 3). È il derby del Rio de la Plata, il fiume d’argento che vede sorgere sulle sponde opposte le capitali di Argentina e Uruguay. Stranamente gli unici due precedenti, lontani nel tempo e in parità, si sono disputati sul duro di Sydney 2010 e Parigi-Bercy 2014. Sulla terra però è quasi un altro sport e questa è stata una battaglia. Pablo ha interpretato al meglio gli schemi di gioco sul rosso, il suo tennis si è dimostrato più rotondo ed efficace di quello proposto dall’argentino, certo più faticoso e strappato ma con punte più alte in velocità di palla.

Nel primo set Mayer comincia a centrare il campo col rovescio quando è sotto 0-4, troppo tardi per rimontare il volpone al di là del nastro. Quando si riprende proseguono le incertezze dell’argentino, sempre molto falloso anche in scambi non particolarmente duri, che nel terzo gioco vanifica una rimonta da 0-40 perdendo comunque la battuta ai vantaggi. Quando l’incontro sembra finito invece comincia. Mayer recupera il break, prende a servire e giocare pesante senza sbagliare più nulla e vince un tie break da favola. Ventotto punti non raccontabili in questo spazio, per la gran parte vincenti giocati nei momenti chiave. Dopo essere sopravvissuto a quattro match point – due consecutivi – Leo chiude in volée alla sesta palla set. È adesso che Cuevas ci mette maestria. Chiude la mente e ricomincia daccapo, manca lui l’unica palla break e giunti ancora al sei pari capitalizza al massimo un drittaccio out dell’avversario per il 7-5 che lo tiene ancora in corsa per la quarta corona qui.

FOGNINI IN CONTROLLO – Giusto il tempo di rassettare la superficie e veniamo a quel che ci interessa maggiormente. Fabio Fognini (20 ATP, tds 2), che sembra non poterne più del mattone sbriciolato, non aveva un compito semplice contro Guillermo Garcia-Lopez. Il trentaquattrenne spagnolo è tennista intelligente e dal gioco naturale, caratterizzato da una rarità in terra iberica: il rovescio a una mano. Anche i precedenti non lasciavano tranquilli perché Fabio era sì avanti 4-3 ma aveva perso abbastanza nettamente l’ultimo a Roma 2016.Ma si sa, nemo propheta in patria

Garcia serve per primo ma non conduce il punteggio per molto. Perde la battuta nettamente nel terzo gioco perché Fabio vola 0-40 con un tris composto da dritto profondo, rovescio lungolinea e risposta aggressiva. Non saranno stati tre assi ma quasi. Da quel momento in poi Fognini ha il grande merito – raramente ci riesce – di addormentare l’incontro e tenere bassa la tensione. Evita gli scambi di puro ritmo perché esaltano il tennis pulito dell’avversario, al servizio concede sempre qualcosa ma nei momenti chiave trova sempre lui il punto. Si scatena solo per il 6-4, ottenuto a zero. Ha controllato ogni momento del set, senza mai concedersi pause mentali. Forse questa sicurezza ha scosso lo spagnolo che nel secondo set perde due volte la battuta con una serie di doppi falli inconsueta. Lo 0-3 pesante – grazie maestro Tommasi – mette comodo Fabio che rifiuta di perdere la battuta annullando il 15-40 anche grazie ad una smorzata come quella sul match point con Sandgren. Pure Garcia arriva al secondo rimbalzo… Dal 4-0 in poi cala il sipario. Si solleverà di nuovo per la semi contro Cuevas, 3-2 per il nostro i precedenti. E contro il maestro della terra servirà lo stesso giocatore visto stasera.

(in aggiornamento)

Risultati:

[3] P. Cuevas b. [5] L. Mayer 6-2 6-7(13) 7-6(5)
[2] F. Fognini b. G. Garcia-Lopez 6-4
H. Zeballos vs R. Dutra Silva
[1] A. Ramos-Vinolas vs N. Jarry

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