ATP Acapulco: Thiem porta a scuola di concretezza Shapo, ora sfida a Del Potro. Zverev c’è

Archiviata la questione Nadal, il sole del nuovo giorno messicano bacia uno stadio pronto ad assistere a partite interessanti. Il match di cartello è Thiem-Shapovalov, confronto tra rovesci a due mani e sfida che in futuro potrebbe avere palcoscenici ben più importanti. Verrebbe quasi da dire: “il Thiem che non ti aspetti”. Sì, perché aveva sudato le proverbiali sette camicie per chiudere la pratica Norrie, e perché su questa superficie i dubbi sul suo potenziale sono all’ordine del giorno, sebbene questo torneo Dominic l’abbia già vinto. Invece l’austriaco sbaraglia il suo avversario, senza appello. È sembrato quasi un vero giocatore da cemento! Zero palle break concesse, alte percentuali al servizio e soprattutto la chiave della partita: la risposta. L’austriaco ha impostato la gara in questo modo: rispondere profondo e centrale, sui piedi dell’avversario. Poi ok, tra il dire e il fare c’è di mezzo il Murray, nel senso che la sindrome dello scozzese (maratone difensive a profusione, con risultati vincenti) poteva allettare Thiem, ma così non è stato. Shapovalov ha preso una bella lezioncina, inutile girarci intorno. Mediocre la resa al servizio: solo il 53% di punti vinti con la prima non sono un buon bottino per un giocatore offensivo, così come i soli due ace (con sei doppi falli). Il fatto emblematico che emerge è la possibilità di creare un cospicuo video di highligths con i migliori colpi mostrati oggi dal canadese.

Limitandosi a quel video verrebbe fuori l’immagine di un giocatore spettacolare, tra dritti a catena e rovesci prelibati. Peccato che abbia perso 6-2 6-3! Sta qui il passaggio da giovane promessa a campione, ma il tempo è ovviamente dalla sua parte. Per ora è uscito dal campo frustrato, anche perché quando si è avventurato a rete è stato quasi sempre infinocchiato da Thiem, autore di passanti per niente banali.

FIGHTING DELPO – L’austriaco affronterà ai quarti del Potro, uscito vincitore da una battaglia contro Ferrer. L’argentino, sguardo triste-ma-buono che piacerebbe a Cortazar, inizia malissimo in risposta, lento e con riflessi ottuagenari, e vince il primo punto sul servizio avversario dopo ben 23 minuti, al dodicesimo tentativo. Ferrer appare pimpante ed è il ritratto della perseveranza: dopo cinque palle break sciupate qualche altro giocatore avrebbe spaccato una racchetta (o sarebbe andato a fare un reality show nella giungla), mentre lui ha continuato a dettare il suo ritmo. Però Del Potro ha un pulsante al suo interno, ogni tanto viene premuto e passa da giocatore ciondolante e svogliato ad autentica macchina da guerra. Così è nel decimo gioco, ed inaspettatamente la torre di Tandil si porta a casa il primo set, 6-4. Il secondo set è divertente e il numeroso pubblico apprezza, facendo la ola e sostenendo i due giocatori (soprattutto Ferrer, amatissimo per i quattro titoli vinti qui). Delpo prova a spingere di più con il rovescio (buon segno), Ferru è instancabile, il set è un’altalena di break e controbreak, fino all’affondo decisivo dello spagnolo. Un altro 6-4, stavolta a parti invertite.

Nel parziale decisivo un caracollante Del Potro sembra ad un passo dal crollo fisico ma, come spesso gli accade, si rialza, preme ancora quel bottone e si porta in testa. La lotta di Ferrer per arginare la furia argentina è encomiabile ma vana, lo spagnolo si arrende 6-3 nel set conclusivo. Finisce con le braccia al cielo di Delpo una partita intensa ed emozionante.

PEQUE NO – La sorpresa della giornata è rappresentata dalla vittoria di Harrison contro Schwartzman. L’argentino visto contro Verdasco partiva nettamente favorito. Nell’ultimo anno i suoi miglioramenti sono stati notevoli: con un fisico del genere pochi avrebbero scommesso su di lui. Anche contro l’americano Diego ha mostrato i suoi progressi: otto ace, partendo dalla sua altezza, stupiscono non poco. E’ stato però meno brillante del solito, commettendo alcuni errori che non rientrano nel suo identikit tennistico. Bravo Harrison ad annullare sette palle break su dieci e a restare sempre sul pezzo, soprattutto dopo aver perso il secondo set. Poco combattute le sfide che hanno visto trionfare con facilità (e con lo stesso punteggio) i giovani Chung e Donaldson. Il coreano, l’uomo dalle cosce più grosse dell’Asia, sconfigge Escobedo (il giustiziere di Sock) mostrando solidità ed un bagaglio di colpi superiore all’avversario. Stesso dicasi per Donaldson, che ha dato una prova di forza contro Ebden (il giustiziere di Querrey). L’americano se la vedrà con il diversamente-giovane, nonché idolo di Judy Murray, Feliciano Lopez. Lo spagnolo ha sconfitto in due set l’eterno rientrante Kokkinakis, che può consolarsi appunto al motto di “finchè c’è la salute…”, sperando che siano davvero accantonati i cerotti del passato. Chung invece affronterà Anderson, chirurgico nella vittoria su Mannarino.

IL DERBY – Vita (quasi) facile anche per Sascha Zverev nella sfida tutta tedesca contro Gojowczyk. La partita è più intensa nel primo set, anche a causa della falsa partenza di Zverev, che perde subito il servizio. Il numero 5 del mondo riesce a recuperare ma è costretto nel tie-break ad annullare un set point.

Da lì prevale il più nobile lignaggio del teutonico giovane, che ha messo in campo una velocità di palla insostenibile per Gojowczyk, autore di un gioco più classico, meno propenso alle sportellate. Affronterà Harrison ai quarti; in teoria una sfida non proibitiva, ma questo torneo ci insegna che le sorprese son sempre dietro l’angolo.

Mattia Madonia

Risultati:

H. Chung b. [Q] E. Escobedo 6-3 6-1
J. Donaldson b. M. Ebden 6-3 6-1
R. Harrison b. D. Schwartzman 6-3 5-7 6-4
[3] D. Thiem b. D. Shapovalov 6-2 6-3
[2] A. Zverev b. P. Gojowczyk 7-6 (6) 6-3
F. Lopez b. [WC] T. Kokkinakis 6-3 6-4
[5] K. Anderson b. A. Mannarino 6-3 6-4
[6] J. del Potro b. David Ferrer 6-4 4-6 6-3

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