Un accordo privato tra USTA e Bouchard pone fine alla causa

Dal nostro inviato a New York

Finisce con un patteggiamento la lunga saga legale che ha opposto Eugenie Bouchard alla USTA in seguito all’incidente subito dalla giocatrice canadese negli spogliatoi degli US Open il 4 settembre 2015.

Dopo che giovedì sera la giuria della Corte Federale di Brooklyn aveva sancito la responsabilità della USTA per l’accaduto per una misura del 75%, i team legali delle due parti si sono incontrate per oltre quattro ore venerdì mattina, all’inizio della seconda parte del processo (quello che avrebbe dovuto stabilire l’entità dei danni), dopo che le arringhe iniziali dei difensori avevano illustrato alla giuria le loro argomentazioni.

Il verdetto di giovedì sembra aver convinto le due parti a fare qualche sforzo supplementare per trovare un accordo, in modo tale che la USTA potesse limitare i danni ed evitare una decisione troppo onerosa da parte della giuria (le opinioni degli esperti, nelle ore successive al verdetto, paventavano risarcimenti oltre i 50 milioni di dollari) e Bouchard potesse evitare di rendere pubblici tutti i dettagli dei suoi emolumenti, soprattutto quelli dei suoi contratti pubblicitari, che in caso di proseguimento del processo avrebbero dovuto costituire la parte integrante della stima della compensazione da fissare.

“Sono stati due anni e mezzo molto difficili, era qualcosa che volevo fare, ma sono felice che ora sia tutto finito” ha dichiarato Eugenie Bouchard una volta uscita dall’aula di tribunale. La madre della tennista, Julie Leclerc, che cura gli interessi economici della figlia, non ha saputo trattenere le lacrime una volta raggiunto l’accordo: “Quando attaccano il tuo buon nome, è naturale risentirne. E quando la questione viene risolta, bisogna essere sicuri di poter convivere con la soluzione. E [Genie] è contenta della soluzione”.

Anche la USTA, in una nota diffusa nel pomeriggio di venerdì, ha dichiarato la propria soddisfazioneper la conclusione amichevole della vicenda”, ringraziando la corte e la giuria per il loro lavoro ed augurando ad Eugenie Bouchard buona fortuna nel prosieguo della sua carriera.

L’entità della compensazione non è stata rivelata, come prassi in questi casi, ed ora Bouchard può tornare a concentrarsi sul suo tennis e sulla risalita al ranking che ora la vede precipitata ben oltre la centesima posizione. Bouchard aveva in programma di partecipare all’Oracle Challenger, torneo ITF da $125,000 in programma ad Indian Wells a partire da oggi come aperitivo del più importante Premier Mandatory della settimana prossima, ma il suo ranking non le permette di accedere direttamente al tabellone principale ed il suo impegno in tribunale a Brooklyn le ha impedito di iscriversi al tabellone di qualificazione. Di conseguenza il suo prossimo impegno in campo (dopo che nelle ultime settimane il suo ritmo di allenamenti è stato sicuramente disturbato dalla vicenda legale) sarà a partire dal 5 marzo nel tabellone di qualificazione del BNP Paribas Open di Indian Wells.

 

Un accordo privato tra USTA e Bouchard pone fine alla causa

Dal nostro inviato a New York

Finisce con un patteggiamento la lunga saga legale che ha opposto Eugenie Bouchard alla USTA in seguito all’incidente subito dalla giocatrice canadese negli spogliatoi degli US Open il 4 settembre 2015.

Dopo che giovedì sera la giuria della Corte Federale di Brooklyn aveva sancito la responsabilità della USTA per l’accaduto per una misura del 75%, i team legali delle due parti si sono incontrate per oltre quattro ore venerdì mattina, all’inizio della seconda parte del processo (quello che avrebbe dovuto stabilire l’entità dei danni), dopo che le arringhe iniziali dei difensori avevano illustrato alla giuria le loro argomentazioni.

Il verdetto di giovedì sembra aver convinto le due parti a fare qualche sforzo supplementare per trovare un accordo, in modo tale che la USTA potesse limitare i danni ed evitare una decisione troppo onerosa da parte della giuria (le opinioni degli esperti, nelle ore successive al verdetto, paventavano risarcimenti oltre i 50 milioni di dollari) e Bouchard potesse evitare di rendere pubblici tutti i dettagli dei suoi emolumenti, soprattutto quelli dei suoi contratti pubblicitari, che in caso di proseguimento del processo avrebbero dovuto costituire la parte integrante della stima della compensazione da fissare.

“Sono stati due anni e mezzo molto difficili, era qualcosa che volevo fare, ma sono felice che ora sia tutto finito” ha dichiarato Eugenie Bouchard una volta uscita dall’aula di tribunale. La madre della tennista, Julie Leclerc, che cura gli interessi economici della figlia, non ha saputo trattenere le lacrime una volta raggiunto l’accordo: “Quando attaccano il tuo buon nome, è naturale risentirne. E quando la questione viene risolta, bisogna essere sicuri di poter convivere con la soluzione. E [Genie] è contenta della soluzione”.

Anche la USTA, in una nota diffusa nel pomeriggio di venerdì, ha dichiarato la propria soddisfazioneper la conclusione amichevole della vicenda”, ringraziando la corte e la giuria per il loro lavoro ed augurando ad Eugenie Bouchard buona fortuna nel prosieguo della sua carriera.

L’entità della compensazione non è stata rivelata, come prassi in questi casi, ed ora Bouchard può tornare a concentrarsi sul suo tennis e sulla risalita al ranking che ora la vede precipitata ben oltre la centesima posizione. Bouchard aveva in programma di partecipare all’Oracle Challenger, torneo ITF da $125,000 in programma ad Indian Wells a partire da oggi come aperitivo del più importante Premier Mandatory della settimana prossima, ma il suo ranking non le permette di accedere direttamente al tabellone principale ed il suo impegno in tribunale a Brooklyn le ha impedito di iscriversi al tabellone di qualificazione. Di conseguenza il suo prossimo impegno in campo (dopo che nelle ultime settimane il suo ritmo di allenamenti è stato sicuramente disturbato dalla vicenda legale) sarà a partire dal 5 marzo nel tabellone di qualificazione del BNP Paribas Open di Indian Wells.