Fabbiano: “Bella la Davis, ma allenarmi con Federer mi ha regalato emozioni” (Tamborra)

Fabbiano: «Bella la Davis, ma allenarmi con Federer mi ha regalato emozioni» (Enzo Tamborra, La Repubblica – Bari)

In Giappone non ha giocato, ma 29 anni dopo Gianluca Pozzi un altro pugliese ha fatto parte del quartetto azzurro di Coppa Davis. Il giusto premio alla tenacia di Thomas Fabbiano, 28 anni, di San Giorgio Ionico, attualmente numero 73 della classifica mondiale. Una promessa sbocciata lentamente, dopo la vittoria all’Open di Francia juniores nel 2007. Poi, alti e bassi. Ma lo scorso anno ha trovato la giusta continuità a buoni livelli. «E la mia ambizione è chiudere il 2018 fra i primi cinquanta al mondo. Ora ho più consapevolezza dei miei mezzi».

Che esperienza è stata quella vissuta nei giorni scorsi in Giappone?

La Coppa Davis ha sempre il suo grande fascino. Si vince tutti insieme, è il trionfo del gruppo. Corrado Barazzutti è una persona speciale: impari molto nell’ascoltarlo. E Fabio Fognini è un pugliese adottato, dopo il matrimonio con Flavia: fa spesso battute nel nostro dialetto.

Si aspettava la convocazione?

Un po’ sì, perché avevo chiuso il 2017 come numero 70 del mondo e terzo italiano in assoluto. Far parte del gruppo mi ha trasmesso emozioni indescrivibili. Come le Olimpiadi disputate a Rio, un’esperienza che ogni atleta dovrebbe fare. Peccato che sia finita immediatamente, ma quei giorni in Brasile resteranno un ricordo indelebile.

Ma è vero che di recente si è allenato con Roger Federer?

Sì, eravamo insieme a Dubai e per quattro giorni ci siamo allenati. Presto scriverò sulla mia pagina Facebook i brividi che ho provato a giocare con un mito. Ero teso come se stessi giocando la finale di un torneo, ci tenevo molto a fare bella figura con lui. Se penso a quelle giornate mi sembra di aver vissuto un sogno, una cosa che non capita a tutti. È stato un grande privilegio. Sarebbe bellissimo incontrarlo in un torneo.

Le vittorie più belle?

Lo scorso anno, per la prima volta in carriera, ho superato due turni in un torneo del Grande slam: agli Us Open ho battuto due australiani, prima di arrendermi a Paolo Lorenzi in un derby italiano molto bello.

Lei con i suoi 173 centimetri di altezza è uno dei pochi atleti dal fisico normale nel circuito del grande tennis.

Sono così e so che ne pago le conseguenze per il servizio. Altri fanno tanti punti sulla prima palla, io purtroppo non posso. Però mi tengo stretti gli altri colpi. Il mio diritto, per esempio, non lo baratterei con quello dei primi dieci al mondo. Non lo dico perché è il migliore, ma semplicemente perché è il mio e me lo tengo stretto.

Quali saranno i suoi prossimi appuntamenti?

Sabato prossimo comincio il torneo sul cemento di Rotterdam. Poi ho Marsiglia, Dubai e due master 1000 negli Stati Uniti. Avventure molto complicate, ma anche altamente suggestive. Per crescere devo misurarmi con tennisti che diventano sicuramente sempre più forti.