Hopman Cup: Federer piega Zverev. “Lavoro part-time e sono felice”

Diciassette anni dopo, Roger Federer e la Svizzera tornano in finale alla Hopman Cup, nel trentesimo anniversario della competizione. Nel 2001 i rossocrociati portarono a casa il trofeo grazie anche all’apporto di Martina Hingis (già finalista nel ’96 con Rosset), oggi ritirata: Federer avrebbe poi partecipato l’anno successivo in coppia con Miroslava “Mirka” Vavrinec, con cui si è poi sposato nel 2009. Roger porta il primo punto al suo team dopo una battaglia di altissima intensità contro Alexander Zverev: primo set perso al tie-break, poi un veemente cambio di ritmo che il tedeschino non riesce a reggere. Sascha coglie la terza sconfitta in quatro match, Federer chiude immacolato in singolare, a testimonianza di una condizione ancora scintillante, nell’anno dei trentasette: “Quando sei giovane devi mettere ore nelle gambe, per convincerti di poter stare in campo a lungo. È più una questione mentale. Crescendo si tratta invece di qualità dell’allenamento, c’è da fare attenzione. Adesso lavoro part-time, mi alleno mezza giornata e poi posso fare il marito, il padre”.

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TUTT’ALTRO CHE UN’ESIBIZIONE – Patrocinata dalla ITF, la Hopman Cup è registrata come esibizione a squadre: ma la tigna e la concentrazione messe in campo dai protagonisti, specialmente Federer, dimostrano ben altro. Evidente l’attenzione profusa dallo svizzero, come a segnalare ancora una volta che il passaggio del testimone è lontano, ufficiale o meno che sia l’occasione: 3-2 i precedenti, tre dei quali giocati lo scorso anno, compresa l’autentica lezione inflitta a Sascha in finale ad Halle. Zverev si sarebbe poi rifatto a Cincinnati per il suo secondo titolo Masters 1000, approfittando anche di una schiena ballerina dell’avversario. La tensione è addirittura palpabile quando Federer spara una palla in tribuna dopo due errori in fila nel finale di primo set; Zverev dal canto suo si lascia andare in un inusuale turpiloquio in avvio di secondo, prima di mollare la presa. In un’occasione più importante, si sarebbero paradossalmente contenuti entrambi.

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SASCHA ALLUNGA, POI CROLLAFederer indovina due set brillanti, per bilanciare un primo parziale privo di sussulti, per quanto ordinato e di buon livello, sopratutto con il dritto con il quale aveva faticato in settimana; quasi estrema la ricerca della rete, difesa con ottime percentuali seppur macchiate da un paio di errori non da lui. “Potrei rimanere cinque metri dietro la riga, ma c’è chi lo fa meglio di me. Non è una questione di età!”. Zverev si aggiudica il primo set salvando anche un set point, a sua volta mostrando soluzioni di gran fattura da entrambi i lati: il rovescio si conferma arma impropria, ma la tenuta mentale viene meno troppo presto. Smaltita la delusione del tie-break, Federer aggiunge giri al motore e mette in vetrina un tennis di qualità assoluta, condito da smorzate, accelerazioni e volèe in controtempo: Zverev non ha risposte adatte, 12-2 il parziale e Svizzera avanti, con il punto esclamativo sul match point con un drop shot di rovescio da spellarsi le mani. “Chiudere un match così è una sensazione estremamente positiva. Sono felice per il punto dato alla Svizzera”.

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ORA LE DONNE. POI A MELBOURNE?Angelique Kerber, ex numero uno del mondo, sarà quindi chiamata a tenere la Germania in corsa contro Belinda Bencic. Dopo il misto, decisivo o meno che sia, Federer e Zverev partiranno alla volta di Melbourne, per prepararsi al primo Slam stagionale. Se Roger può considerarsi (sorprendentemente?) ancora favorito data la sua condizione e le defezioni dei rivali  che continuano ad arrivare, Zverev dovrà fare i compiti a casa: un crollo fisico e mentale del genere, a vent’anni e dopo pochi match in fila, può quasi essere preoccupante, al netto dei carichi di preparazione.