Djokovic testa una nuova racchetta. Imaz: “Il fisico ha detto basta”
Dopo la tappa ligure nel centro sportivo di Riccardo Piatti, Novak Djokovic è tornato nel principato di Monaco per proseguire il programma d’allenamento in vista del ritorno in campo, che si spera possa avvenire già a fine mese nel prossimo torneo amichevole di Abu Dhabi. La più grossa e recente novità riguardo l’ex numero 1 del mondo è di sicuro l’arrivo di Radek Stepanek sulla sua panchina, ma non è tutto. Ieri, sui campi di Montecarlo, Nole si è allenato impugnando un attrezzo dipinto di nero di marchio HEAD. L’analista dell’ATP Craig O’Shannessy ha postato su Twitter delle foto che ci mostrano il dodici volte campione Slam in azione, mentre testa probabilmente una Head Prestige Pro. Djokovic ha anche personalizzato il telaio, con l’aggiunta di nastri di piombo per aumentarne il peso, come è evidente nella foto in cui impatta una voléé di dritto, particolare notato subito da Darren Chaill su Twitter. Non dovrebbe essere l’unica novità tecnica per il campione serbo, che continua infatti a utilizzare scarpe Asics al posto delle Adidas che ha calzato negli ultimi anni.
G’day from Monte Carlo! Pre-season work with Novak, Andre, Radek & a fabulous fitness team . Bring on 2018! pic.twitter.com/YDXMYne7Jh
— Craig O'Shannessy (@BrainGameTennis) December 4, 2017
È chiaro quindi che il nuovo team di Djokovic stia curando ogni aspetto – senza nemmeno escludere cambiamenti rilevanti – per preparare la stagione 2018, dopo che nell’ultimo anno e mezzo si è visto in pochissime occasioni il giocatore dominante ammirato fino al Roland Garros 2016. Proprio riguardo questa crisi si è pronunciato il “guru” dell’angolo Djokovic, Pepe Imaz, confermato anche per il prossimo anno. In una lunga intervista a El Pais, l’ex tennista spagnolo è tornato sui problemi che Nole ha avuto nell’ultimo periodo di carriera, rispondendo anche a chi pensa che sia il primo responsabile della sua caduta. In questo senso ha ribadito quanto detto qualche mese fa: “Non per difendermi, ma innanzitutto Novak non è la mia vita! Ormai collaboro con lui da cinque anni, sembra che questo la gente non lo sappia. Guardate cosa ha fatto Novak fino al 2015. E’ chiaro quindi che io non la penso così. A breve verrà qui a Marbella per passare un po’ di tempo. Da poco è diventato papà per la seconda volta e ha potuto dedicare alla sua famiglia tutto il tempo necessario. Il destino ha agito in modo fantastico in questo senso”.
Proprio riguardo il lustro di collaborazione col serbo, Imaz ha parlato del primo contatto avuto con Djokovic e di come ha influito su di lui la filosofia “Amore e pace”: “Iniziò tutto quando mi contattò per suo fratello Marko, che soffriva di depressione. Dopo due mesi iniziò a cambiare e Novak si incuriosì molto. Ho solo condiviso ciò che ha giovato a me, questa è la verità. Da quel momento in poi ha notato il benessere; ha continuato a gareggiare e giocare, ma invece di vedere il tennis come competizione aggressiva, ha iniziato a intenderlo in modo armonioso. Il suo carattere e il suo gioco migliorarono e questo percorso culminò con la vittoria del Roland Garros, l’unico Slam che gli mancava. Ricordo che prima delle semifinali stetti con lui tutta la notte. Dopo quasi quattro anni di lavoro, mi disse: Pepe, è meraviglioso, perché io sono molto vicino al mio obiettivo, ma sono calmo, non ho nessuna ansia, nessuna paura, questo è impressionante”.
Questo modo di approcciarsi alla vita secondo Pepe Imaz si può ben applicare al tennis. Lo sport individuale accentua l’egoismo a cui tendiamo fin da bambini. Col passare del tempo, l’ego porta, attraverso un’azione che definisce vorace, all’auto-maltrattamento e a entrare in conflitto con noi stessi: “Nel mio caso la conseguenza di questo abuso fu la bulimia, ma per altri può essere la droga o l’alcol. Tuttavia, quando si conosce questo percorso d’amore, la vita cambia. Tutto inizia ad avere un senso e un’armonia che non avevamo mai conosciuto. Il tennis è la mia vita da quando avevo quattro anni e ora sto lavorando con tutti quei tipi di problemi emotivi.” Perciò, dopo la vittoria a Parigi, il crollo di Novak è stato meramente fisico secondo Pepe: “È uno stop che lo aiuterà a raffreddare il motore. Quando hai la migliore Mercedes, ma non curi il motore, questo prima o poi si ferma. Così è accaduto a Nole. Tuttavia è il solo infortunio grave che ha avuto inoltre dieci anni di carriera, merito dell’attenzione che ha per il suo corpo e la sua alimentazione. Ma dopo il Roland Garros è come se fosse esploso, perché il fisico richiedeva una pausa e lui non gliel’ha concessa, pensando che dopo essere arrivato in cima all’Everest avrebbe potuto scalare altri ottomila metri“.
Non è stato così e Djokovic ha ricevuto un conto piuttosto salato dal suo fisico: sei mesi di stop da scontare in blocco, con relativa caduta in classifica. Basteranno per tornare a mettere tutti in fila?