I match dell’anno: finalmente Kiki Mladenovic, ma che fatica!

FEBBRAIO

Tecnicamente non si è trattato del primo titolo per Kristina Mladenovic, che nel 2012 aveva battuto la taiwanese Kai-chen Chang nella finale del WTA 125K casalingo di Taipei. Ma questa categoria ‘borderline’ di tornei femminili, che trova il suo corrispettivo maschile nella fascia dei challenger più ricchi, non viene conteggiata tra le manifestazioni del circuito maggiore. Quindi la giocatrice francese ha effettivamente ottenuto il suo battesimo nel Premier di San Pietroburgo, battendo in finale Yulia Putintseva domenica 5 febbraioLa crescita di Kiki era sotto gli occhi di tutti, come continuità di risultati e di rendimento, e il trofeo russo le ha dato lo slancio decisivo per entrare in top 20 e poi addirittura – per appena 14 giorni ad ottobre – in top 10, nonostante un rendimento disastroso nella seconda parte di stagione.


IL PRE-PARTITA

Nel torneo che nella sua edizione 2016 aveva sorriso ai colori azzurri grazie alla splendida cavalcata di Roberta Vinci, Kiki Mladenovic ha dovuto affrontare e sconfiggere la campionessa in carica. Ai quarti di finale la francese ha domato l’azzurra in due setnon prima di aver eliminato l’insidiosa qualificata Mertens all’esordio e la quarta testa di serie Venus Williams agli ottavi. Un sorteggio favorevole ha spinto Yulia Putintseva ai quarti senza proporle ostacoli insormontabili, ma da quel momento la kazaka ha dovuto pescare due jolly mica da ridere. Le vittorie, soffertissime, contro Svetlana Kuznetsova (tds n.3) ai quarti e Dominica Cibulkova (tds n.2) in semifinaleLa kazaka forse è arrivata in finale con la spia della riserva accesa, ma corredata dell’entusiasmo che solo due successi di fila contro due top 10 sanno regalare.

LA PARTITA

K. Mladenovic b. Y. Putintseva 6-2 6-7(3) 6-4

Di quanto Kiki Mladenovic sia giocatrice asimmetrica – tanto più dritto rispetto al rovescio – abbiamo scritto, ma per battere la 22enne kazaka è servito districarsi diligentemente anche con il colpo meno nobile. Putintseva ha giocato un match di rara combattività, e trovatasi sotto di un set e 5-3 nel secondo ha letteralmente trascinato nella lotta una Mladenovic che sembrava ormai in procinto di sollevare il trofeo. Il tie-break ha sorriso alla kazaka, che ha riproposto alla sua avversaria l’insidia della rimonta anche nel terzo e decisivo set. Quando Kiki conduceva comodamente 5-1, Yulia si è rifatta sotto annullando ben tre match point sul punteggio di 5-2. La francese è stata così costretta a servire sul 5-4 con la pressione di non poter più fallire, per evitare un altro tie-break che avrebbe avuto del clamoroso. Il championship point convertito da Kiki, il quinto totale della partita, è un dritto inside-in vincente in uscita dal servizio. Uno dei suoi marchi di fabbrica.

PERCHÉ PROPRIO QUESTA?

Perché di fatto è stato il momento migliore della stagione di Kiki Mladenovic, tra le protagoniste del primo semestre WTA, e perché la qualità di gioco è stata accompagnata da colpi di scena ed emozioni soprattutto nel terzo parziale. Gli altri due Premier disputati a febbraio, quelli di Doha e Dubai vinti rispettivamente da Karolina Pliskova ed Elina Svitolina, si sono disputati senza grossi sussulti a parte il salto in classifica di Elina, che grazie a quel successo ha raggiunto la top 10.

In campo maschile i tornei indoor europei, ugualmente, non hanno fatto palpitare con Tsonga (due titoli), Zverev (Montpellier) e Dimitrov (Sofia) sugli scudi. Merita menzione il ritorno al successo di Aleksandr Dolgopolov sulla terra di Buenos Aires. Anche di lui, e delle illusioni che non ci si deve fare a proposito del suo tennis atipico, abbiamo scritto. Gli ATP 500 di Dubai e Acapulco hanno invece sconfinato nel mese di marzo e ve ne daremo conto nell’articolo dedicato al mese di marzo.