Australian Open, play-off: le prime wild card parlano cinese

Si sono conclusi oggi, con la vittoria di XinYu Wang nella WTA e di Zhe Li nell’ATP, gli Australian Open 2018 Asia-Pacific Wildcard Play-offla versione aussie delle pre-qualificazioni italiche, che concede una wildcard per il tabellone principale ai vincitori del mini-torneo a 16 giocatori.

Il torneo è aperto, sia nella WTA che nell’ATP, ai giocatori per l’appunto della regione dell’Asia-Pacific: quest’anno erano presenti giocatori dalla Cina, dalla Corea (del Sud, ça va sans dire), dal Giappone, dall’Uzbekistan, da Taiwan, dall’India, e una giocatrice della Papua Nuova Guinea, arrivata tra l’altro in finale. Non sono ammessi giocatori australiani o giocatori provenienti da altri continenti. L’idea dietro il torneo è quello di rimarcare come Melbourne non sia solo il torneo australiano o dell’Oceania, bensì rappresenti lo Slam di casa per tutta quella regione del mondo (all’incirca 4 miliardi di persone).

Nel tabellone femminile, la prima testa di serie era la giapponese Misaki Doi, numero 122 WTA, seguita dalla cinese Jing-Jing Lu, numero 163. Il resto delle giocatrici era fuori dalle 200. Il livello non eccezionale ha quindi fatto sì che ci fossero sorprese: la finale si è giocata tra la cinese appena 16enne Xin Yu Wang, numero 754 WTA (nata lo stesso giorno di Serena Williams, il 26 settembre, però vent’anni più tardi, nel 2001), e la 25enne della Papua Nuova Guinea Abigal Tere-Apisah, numero 333 WTA. Xin Yu Wang, che ha avuto la meglio di Tere-Apisah in 3 combattuti set, 4-6 7-5 6-4, aveva sconfitto la favorita Misaki Doi in semifinale, sempre in tre set, e la quarta testa di serie, la giapponese Miharu Imanishi, nel primo turno. Wang è numero 6 della classifica mondiale delle juniores, grazie ai successi in Grade A (tra gli juniores gli Slam sono considerati Grade A, insieme ad altri tornei come ad esempio il Bonfiglio) e in due Grade 1 (che seguono i Grade A come importanza). Fra le grandi quest’anno ha giocato otto tornei nel circuito ITF, conquistando la vittoria di maggior rilievo contro la connazionale Xinyun Han, numero 133, nel $100k di Shenzhen del mese scorso. Tere-Apsiah, che è stata a due punti dalla vittoria nel secondo set, sarebbe stata la prima giocatrice delle Papua Nuova Guinea a competere in un torneo dello Slam. 

Fra gli uomini ha vinto invece il 31enne cinese Zhe Li, quarta testa di serie e numero 266 ATP (con best ranking al 210). Li ha sconfitto in finale la prima testa di serie, il sudcoreano Soonwoo Kwon, classe ’97 e numero 170 ATP, in due rapidi set, 6-1 6-1. Nel cammino verso la wildcard, Li ha battuto il giapponese Watanuki, l’uzbeko Karimov, e il connazionale Zhinzhen Zhang, che aveva a sua volta approfittato del ritiro dell’altro connazionale, Ze Zhang, nei quarti. Per Zhe Li questo sarà l’esordio in un torneo dello Slam e anche la prima volta in un torneo del circuito maggiore fuori dalla Cina. Zhe Li ha finora giocato infatti solo a Pechino, Shenzhen e Shanghai, sempre con l’ausilio di wildcard. Il bilancio dice una vittoria (contro Gabashvili nel 2010 nelle quali di Shanghai, all’epoca il russo era numero 100) e dodici sconfitte. 

Australian Open, play-off: le prime wild card parlano cinese

Si sono conclusi oggi, con la vittoria di XinYu Wang nella WTA e di Zhe Li nell’ATP, gli Australian Open 2018 Asia-Pacific Wildcard Play-offla versione aussie delle pre-qualificazioni italiche, che concede una wildcard per il tabellone principale ai vincitori del mini-torneo a 16 giocatori.

Il torneo è aperto, sia nella WTA che nell’ATP, ai giocatori per l’appunto della regione dell’Asia-Pacific: quest’anno erano presenti giocatori dalla Cina, dalla Corea (del Sud, ça va sans dire), dal Giappone, dall’Uzbekistan, da Taiwan, dall’India, e una giocatrice della Papua Nuova Guinea, arrivata tra l’altro in finale. Non sono ammessi giocatori australiani o giocatori provenienti da altri continenti. L’idea dietro il torneo è quello di rimarcare come Melbourne non sia solo il torneo australiano o dell’Oceania, bensì rappresenti lo Slam di casa per tutta quella regione del mondo (all’incirca 4 miliardi di persone).

Nel tabellone femminile, la prima testa di serie era la giapponese Misaki Doi, numero 122 WTA, seguita dalla cinese Jing-Jing Lu, numero 163. Il resto delle giocatrici era fuori dalle 200. Il livello non eccezionale ha quindi fatto sì che ci fossero sorprese: la finale si è giocata tra la cinese appena 16enne Xin Yu Wang, numero 754 WTA (nata lo stesso giorno di Serena Williams, il 26 settembre, però vent’anni più tardi, nel 2001), e la 25enne della Papua Nuova Guinea Abigal Tere-Apisah, numero 333 WTA. Xin Yu Wang, che ha avuto la meglio di Tere-Apisah in 3 combattuti set, 4-6 7-5 6-4, aveva sconfitto la favorita Misaki Doi in semifinale, sempre in tre set, e la quarta testa di serie, la giapponese Miharu Imanishi, nel primo turno. Wang è numero 6 della classifica mondiale delle juniores, grazie ai successi in Grade A (tra gli juniores gli Slam sono considerati Grade A, insieme ad altri tornei come ad esempio il Bonfiglio) e in due Grade 1 (che seguono i Grade A come importanza). Fra le grandi quest’anno ha giocato otto tornei nel circuito ITF, conquistando la vittoria di maggior rilievo contro la connazionale Xinyun Han, numero 133, nel $100k di Shenzhen del mese scorso. Tere-Apsiah, che è stata a due punti dalla vittoria nel secondo set, sarebbe stata la prima giocatrice delle Papua Nuova Guinea a competere in un torneo dello Slam. 

Fra gli uomini ha vinto invece il 31enne cinese Zhe Li, quarta testa di serie e numero 266 ATP (con best ranking al 210). Li ha sconfitto in finale la prima testa di serie, il sudcoreano Soonwoo Kwon, classe ’97 e numero 170 ATP, in due rapidi set, 6-1 6-1. Nel cammino verso la wildcard, Li ha battuto il giapponese Watanuki, l’uzbeko Karimov, e il connazionale Zhinzhen Zhang, che aveva a sua volta approfittato del ritiro dell’altro connazionale, Ze Zhang, nei quarti. Per Zhe Li questo sarà l’esordio in un torneo dello Slam e anche la prima volta in un torneo del circuito maggiore fuori dalla Cina. Zhe Li ha finora giocato infatti solo a Pechino, Shenzhen e Shanghai, sempre con l’ausilio di wildcard. Il bilancio dice una vittoria (contro Gabashvili nel 2010 nelle quali di Shanghai, all’epoca il russo era numero 100) e dodici sconfitte.