Australian Open, shot clock solo nelle quali. E si prevede (tanto) sole

Doveva essere una rivoluzione, è stata già parzialmente ridimensionata. Il comunicato rilasciato circa dieci giorni fa dal board dei tornei dello Slam indicava l’intenzione di partire già dall’Australian Open 2018 con le modifiche restrittive ai tempi tra un punto e l’altro, per mezzo dello shot clock sperimentato alle Finals Next Gen e durante le qualificazioni dell’US Open 2017. Craig Tiley, direttore dello Slam australiano e CEO di Tennis Australia, ha però specificato che l’introduzione dello shot clock riguarderà soltanto il torneo di qualificazione. Proprio come a Flushing Meadows, con l’aggiunta del coaching che sarà quindi possibile al cambio campo dei match del torneo cadetto.

Sembra che sia stata la contrattazione con i giocatori a far saltare l’idea di testare le modifiche anche negli incontri del tabellone principale. Tiley ha infatti confermato il peso del feedback dei tennisti nel processo decisionale. Non si fatica a immaginare il parere negativo di Nadal, che più volte si è espresso contro l’idea dello shot clock. In ogni caso è beneaugurante la dichiarazione di Tiley secondo cui “stiamo vagliando tutte le opportunità, teniamo la mente aperta. È un processo che si svolge in partnership tra ATP e WTA“. Le modifiche devono essere assorbite da chi le sperimenterà sulla propria pelle, ma l’intenzione c’è.

Maggiore “esuberanza regolamentare” potrebbe comunque riscontrarsi a Perth dal 30 dicembre, quando partirà la Hopman Cup. Quasi certamente ci saranno le due suddette modifiche, ma si potrebbe anche andare oltre. L’intenzione è quella di sperimentare sul campo il “match clock”, ovvero una politica di controllo dei tempi più rigida sulla falsariga del modello delle Next Gen Finals. Un minuto per effettuare il sorteggio, cinque minuti di riscaldamento e poi un altro minuto al termine del quale le ostilità devono cominciare.

IL METEO DI MELBOURNE: SI PREVEDONO CALDO E SOLE

Nel frattempo fervono già i preparativi per l’edizione 2018 dello Slam boreale. Notoriamente il più blu, il più innovativo dal punto di vista logistico – tre campi coperti dal tetto – ma anche il più caldo. Nell’edizione 2017, che ha potuto beneficiare di 9 ore di sole in media al giorno, la temperatura media giornaliera è stata di 26°C con picchi che hanno superato agevolmente i 30°. Anche quest’anno non si prevedono sconti sotto il profilo climatico: il meteorologo Bob Leighton ha preannunciato che le prime previsioni per il mese di gennaio sono molto positive. “Ci potrebbero essere due o tre giorni di pioggia, magari un temporale, ma complessivamente ci saranno molte più giornate asciutte che bagnate“. Ripetere la qualità dell’ultima edizione sarà molto complicato, ma il sole è già un buon punto di partenza.