Federer: “Finals su terra? Su erba nemmeno un Masters 1000…”
da Londra, il nostro inviato
Vittoria tutto sommato comoda per Roger Federer, all’esordio nella sua quindicesima partecipazione alle Finals (record assoluto). Due set per battere il miracolato Jack Sock, che è approdato a Londra dopo l’inatteso successo a Parigi Bercy. Queste le parole di Federer dopo la partita.
Credi sia stato l’inizio ideale per te, o ci sono ancora molti margini di miglioramento?
Giocheremo tutti meglio con il proseguire del torneo, adesso è ancora presto. Ero concentrato sul gestire il match, non tanto su un piano specifico. Avevo un’idea tattica, certo, ma spesso in incontri del genere lo si sacrifica perché la cosa importante è un dettaglio, tipo servire bene. Il primo turno di solito presenta questo genere di problemi, qui però è diverso perché è contro un altro top 10.
Dopo la finale di Basilea, hai detto che il tuo copro ti stava chiedendo riposo. Sei soddisfatto di come hai recuperato queste due settimane? Come ti senti?
Mi è servito un po’ di tempo in più, ad essere onesti. La settimana di Bercy è stata piuttosto rilassata: in realtà a parte il match di beneficenza con Murray non ho fatto altro. Venerdì e sabato sono stati giorni più intensi, niente di più. Sono contento delle energie che ho sentito oggi, non mi sentivo così dalla finale a Basilea. Sono contento di non aver dovuto pagare il riposo che mi sono preso. Adesso penso al torneo, non c’è più spazio per fermarsi, fuori tutto in ogni match.
Solita domanda all’inizio di questo torneo. Come sono le condizioni di gioco? E che fine ha fatto il kilt?
Sento sia più veloce degli anni passati: non credo sia un male, perché ci sono stati match piuttosto squilibrati negli ultimi anni, non so se per caso o perché quelli bravi da fondo erano veramente avvantaggiati. Anche io oggi, magari ho giocato meglio, ma la superficie veloce lo ha aiutato ad annullarmi palla break, e portarla al tie-break, e lì non sai mai come può andare. Credo che se tieni il servizio qui, sei già avanti. Il kilt? Non siamo più in Scozia (ride).
Rafa ha appena ricevuto il trofeo come N.1, c’è una parte di te che vorrebbe essere ancora in corsa per il primato in questo torneo?
Tutti noi giochiamo per diventare N.1. Nell’arco dell’anno lui è stato migliore di me, ha giocato più tornei ed è stato estremamente competitivo in tutti. Quindi no, non ho rimpianti perché sento che a questo punto della mia carriera, alla mia età, è qualcosa che mi capita o non mi capita. Lui ha avuto più energie nel serbatoio rispetto a me. Io non ho potuto giocare quanto avrei voluto o altrimenti avrei finito per giocare troppo. Il mio unico rammarico è stato non essere in corsa dopo l’estate americana. Ma dopo che lui ha vinto lo US Open, la cosa è evaporata in fretta e poi in Asia ha fatto l’ultimo sforzo decisivo. Per me è finita lì.
Per certi versi sono felice che abbia chiuso il discorso perché così posso concentrarmi solo sul torneo senza dover parlare di questo ma certamente avrei voluto giocarmela qui. Solo che non si può fare con il numero di tornei che ho giocato quest’anno, quindi non è un problema per me.
Rafa ha detto che uno dei motivi per cui non ha mai vinto questo sia il fatto che non si è mai giocato sulla terra. Pensi che sarebbe corretto se anche solo per un anno questo torneo fosse giocato sulla terra battuta?
“Corretto”? Non mi sembra che sia il termine adatto. Ma penso che di sicuro sia giusto e corretto che si giochi indoor. Non c’è nemmeno un Masters 1000 su erba e ce n’è solo uno indoor a Parigi. Quindi ritengo che sia giusto che l’indoor abbia il suo posto nel calendario
Si potrebbe spostare sulla terra ogni volta ogni tanto? Sì, forse. Si potrebbero avere più Masters 1000 sull’erba? Sì, si potrebbe fare anche quello. Potremmo avere più cemento e meno terra o più terra e meno cemento…Tutto si può discutere.
La mia opinione è che l’autunno non è un periodo dell’anno adatto per la terra, si potrebbe giocare su terra indoor ma sarebbe un po’ stupido. In ogni caso capisco il suo punto di vista ed è certamente legittimo.