ATP Finals: focus tecnico day 1, Federer-Sock e Zverev-Cilic

da Londra, il nostro inviato

ROGER FEDERER VS JACK SOCK (non prima delle 15 ora italiana, precedenti 3-0 Federer)
Il grande favorito del torneo, l’uomo da battere indoor, inaugura le ATP Finals 2017 affrontando il vincitore dell’ultimo masters 1000 stagionale. Roger Federer si presenta all’appuntamento bello pimpante e riposato, Jack Sock ci è arrivato acchiappando per un soffio l’ultimo treno disponibile, in termini di classifica, diretto a Londra. Il match si prospetta interessante, il favorito come detto è chiaramente lo svizzero, ma le insidie che potrebbe proporgli un picchiatore come lo statunitense, che gioca a braccio sciolto, senza nulla da perdere, non vanno sottovalutate.

Cosa deve fare Federer:
Anticipare, anticipare, anticipare. A partire dalle risposte, che saranno spesso di rovescio ad affrontare gli ottimi kick di Sock. Tanta pressione e attacchi veloci pressando il rovescio di Jack, e variazioni con lo slice in lungolinea. Il modo migliore per disinnescare l’arma principale del ragazzo del Nebraska, il dritto super-carico di topspin, è togliergli il più possibile il tempo e la possibilità di sviluppare le sue tremende (ma abbastanza macchinose) sbracciate. A Parigi ho visto diverse volte Sock costretto a cambiare in extremis la sua impugnatura western per tirare su recuperi e passanti su palle basse, è esattamente lì che dovrà insistere Roger, che di quel tipo di esecuzioni con taglio all’indietro è un maestro.

Cosa deve fare Sock:
Non può trasformarsi in mancino, ma a parte quello, il simpatico Jack dovrà tenere bene in mente il modo in cui il Nadal di qualche anno fa faceva impazzire Roger. Ovvero, pallate su pallate, con il massimo della rotazione possibile in top (ormai è lui il grande “spinner” del circuito, e non più Rafa, che cerca spesso la spinta e la penetrazione invece che il lift), a togliere appoggi e ritmo al rovescio di Federer. Se saprà aprirsi il campo in modo efficace dal lato sinistro dello svizzero, le sue bordate di dritto dal centro potrebbero mettere in seria difficoltà Federer, che per quanto ancora ottimo fisicamente, non ama, e non ha mai amato, le grandi rincorse verso destra.

ALEXANDER ZVEREV VS MARIN CILIC (non prima delle 21 ora italiana, precedenti 3-1 Zverev)
Il proverbiale match “a specchio”, tra due giocatori talmente simili dal punto di vista tecnico, tattico, agonistico, che definire un favorito è impossibile. Partite del genere vengono risolte dai dettagli, che possono essere la maggiore o minore brillantezza psico-fisica di uno dei due, qualche scelta strategica riuscita, o semplicemente le percentuali nei momenti importanti di punteggio.

Cosa deve fare Zverev:
Aprire il campo appena possibile, da ogni posizione. Rischiare con gli incrociati stretti di dritto, gli anticipi di rovescio, e se ogni tanto gli arriverà in faccia una manata lungolinea di Marin, pazienza, bravo lui. Mai e poi mai farlo giocare con appoggi stabili, facendo a cazzotti dritto per dritto, in questo tipo di situazione Cilic si trasforma in un muro sparapalle. Attenzione anche alle variazioni in slice, che potrebbero essere controproducenti: nonostante sia un omone di quasi due metri (come lo stesso Sascha, 1.98 di altezza per entrambi), il croato è bravissimo nell’andare giù a spingere le palle basse, come ci ha ben dimostrato a Wimbledon quest’anno.

Cosa deve fare Cilic:
In modo assolutamente speculare, anche Marin dovrà evitare di far giocare comodo l’avversario, che da fondocampo è una macchina da accelerazioni e vincenti, ma dalla sua parte avrà un minimo vantaggio: le palle basse Zverev le soffre più di lui. In particolare, quelle ben tagliate e corte al centro del campo, anche in risposta, che costringono il battitore ad avanzare e andare a rete in modo spesso scomodo, con approcci forzati e non sufficientemente incisivi. La zona nei pressi del net è la grande “area di  miglioramento” del giovane tedesco, che in effetti la palla non la tocca poi così male al volo, ma il posizionamento e la copertura corretta degli angoli sono ancora in fase di perfezionamento. Più che in senso laterale, insomma, Sascha va sbilanciato in verticale rispetto al campo, trascinato in avanti, e colpito con i passanti.