US Open: Keys perfetta, travolta Vandeweghe

da New York, il nostro inviato

[15] M. Keys vs [20] C. Vandeweghe 6-1 6-2

Dopo le emozioni del terzo set tra Venus Williams e Stephens, i newyorkesi accorsi a Flushing Meadows hanno dovuto accontentarsi di un “dessert” piuttosto noioso e privo di pathos: Madison Keys ha infatti sfoderato una prestazione maiuscola, letteralmente annichilendo la connazionale Coco Vandeweghe in soli 66 minuti concedendole la miseria di tre game. Sicura e penetrante da fondo, granitica al servizio e positiva anche negli spostamenti, Keys non ha giocato la miglior partita sicuramente dell’anno, e forse della carriera, nell’occasione più importante.

Già all’uscita dai blocchi è evidente che la più tranquilla è Madison Keys, aggressiva e centrata nei colpi da fondo, mentre Vandeweghe sembra decisamente tesa, forse per l’esordio in una semifinale Slam (Madison era già arrivata nelle ultime quattro a Melbourne nel 2016). In sei minuti Keys è già 3-0, e Coco deve ascoltare dalla sedia del cambio campo le note di “Isn’t she lovely” di Stevie Wonder, pensando che forse la sua avversaria non è poi così ‘lovely’. Madison continua a menare fendenti da tutte le posizioni, tanto che l’Arthur Ashe sembra la Quinta Strada: traffico totalmente a senso unico. Metà degli spettatori del centrale sono ancora in fila al bar e già il primo set è in dirittura di arrivo con Vandeweghe che ha messo a segno solo quattro punti in cinque game. Coco si improvvisa Navratilova con qualche serve&volley per fermare l’emorragia, ma Madison si traveste da Evert e si inventa due passanti di diritto da stropicciarsi gli occhi. Evitato il “bagel” (in 19 minuti!) grazie ad una volèe in rete dell’avversaria, Vandeweghe muove il tabellone ma non salva il set, che in 23 minuti prende la strada dell’allieva di Lindsay Davenport.

Anche se non è facile mantenere un atteggiamento positivo dopo una “stesa” di quel tipo, Coco inizia il secondo set tenendo il servizio grazie a qualche bel serve&volley, ma l’llusione dura poco, perché sui suoi game di battuta Madison è intoccabile ed in risposta continua a martellare senza pietà. Quando un rovescio lungolinea da “circoletto rosso” le dà il 4-1 pesante, in tribuna inizia il “rompete le righe” e gli spettatori iniziano il cammino verso il parcheggio o la metropolitana, ed anche Keys esce dal campo per farsi assistere dal fisioterapista per un problema alla gamba destra. Il match è comunque già segnato, e finisce esattamente come era cominciato, con una grande Keys a raggiungere la sua prima finale di uno Slam da giocarsi con l’altra esordiente Stephens che l’ha sconfitta nell’unico confronto diretto a Miami nel 2015.