US Open con più certezze
Al momento della presentazione, avevo descritto i due ultimi Slam europei come i più incerti e imprevedibili degli ultimi anni. Come sempre si tratta di valutazioni soggettive, dato che sicurezze sul futuro non se ne possono avere, però in vista degli Us Open mi sembra che la situazione sia un po’ cambiata: il prossimo Slam si disputa in un contesto meno fluido e sfuggente.
Questo non significa che non possa vincere un nome a sorpresa, come è poi effettivamente accaduto con Jelena Ostapenko a Parigi, però mi sembra meno probabile. Oppure mettiamola così: anche se dovesse vincere una outsider, sono abbastanza convinto che dovrà vedersela nella fasi finali con un ventaglio di giocatrici meno inattese rispetto ai Major che ci siamo lasciati alle spalle.
A mio avviso anche il ranking, che è in gran parte determinato dai risultati sul cemento, è tornato a essere un riferimento più attendibile; pur con qualche posizione non rispondente alle condizioni di forma (ma una classifica costruita su 12 mesi non può fotografare alla perfezione un momento preciso), la sensazione è che le teste di serie corrisponderanno di più ai valori effettivi rispetto al recente passato. Ecco come si presentano al via le attuali top ten.
1. Karolina Pliskova
US Open 2016: finalista
Miglior risultato in carriera: F (2016)
Agli US Open 2016 Pliskova è stata finalista (sconfitta da Kerber in finale) dopo avere eliminato Serena Williams in semifinale. Per Karolina il risultato di New York era stato il primo soddisfacente negli Slam dopo tantissime delusioni (prima di allora non era mia riuscita ad andare oltre al terzo turno), quando ormai si cominciava a temere che verso i Major soffrisse di un complesso irrisolvibile. L’anno scorso era arrivata a New York indubbiamente in forma: aveva evitato le fatiche olimpiche e ne aveva beneficiato vincendo Cincinnati.
In questo momento mi sembra un po’ meno brillante, ma il tempo che la separa dalle fasi finali del torneo potrebbe essere sufficiente per recuperare la condizione ideale. A mio avviso l’incognita maggiore deriva dal diverso status con cui si presenta: non più una “qualsiasi” numero 11 del ranking, ma la nuova numero uno del mondo. Le aspettative sono cresciute in proporzione: oggi non ci si chiede più se riuscirà finalmente ad approdare alla seconda settimana, ma se saprà togliersi la fastidiosa etichetta di regina senza corona, vale a dire di leader della classifica che non ha mai vinto uno Slam.
2. Simona Halep
US Open 2016: QF
Miglior risultato: SF (2015)
Halep è reduce da una domenica durissima: giocava la finale di Cincinnati contro Muguruza con la possibilità di diventare la nuova numero uno del mondo e l’ha persa racimolando un solo game (6-1, 6-0). Una debacle che si somma alla delusione del Roland Garros contro Ostapenko: anche in quel caso era arrivata in finale con il doppio obiettivo (vittoria del torneo + numero 1 WTA) e aveva fallito. Poi c’è stata l’occasione non colta a Wimbledon: con Cincinnati fanno tre possibilità di arrivare in cima alla classifica, sempre mancate.
Nel suo caso la questione psicologica è preponderante. Lo sottolineo perché la condizione fisico-tecnica è sicuramente buona, ma il dubbio deriva proprio dalla impossibilità di rendere al meglio nei match che potrebbero cambiare il valore della sua carriera. Forse per superare questo complesso dovrebbe ritrovarsi a disputare una finale Slam da chiara sfavorita, con meno pressioni da gestire; ma con il lotto di concorrenti attuali è difficile si possa verificare, quindi temo dovrà cercare dentro se stessa la forza per superare le proprie difficoltà.
3. Garbiñe Muguruza
US Open 2016: 2T
Miglior risultato: 2T (2015, 2016)
Vincitrice dell’ultimo Premier 5 (Cincinnati), dell’ultimo Slam (Wimbledon) e numero uno della Race, Muguruza è uscita dai tornei di preparazione a New York con una ulteriore iniezione di fiducia. A Flushing Meadows dovrà dimostrare di essere all’altezza di una situazione nuova: quella di favorita principale del torneo.
Sulla scorta della finale di Cincinnati non vorrei che si esagerasse con l’ottimismo; senza volerle togliere meriti, ricordo che nei turni precedenti si è salvata per il rotto della cuffia contro Keys (tre match point mancati) e contro Kuznetsova ha vinto 7-5 al terzo. Le distanze nei confronti della concorrenza non si possono misurare solo tenendo conto del 6-1, 6-0 inflitto a Simona Halep. C’è un altro aspetto che in parte ridimensiona gli entusiasmi: in tutta la carriera, agli US Open Garbiñe ha vinto appena due match; conquistarne sette di fila non è impossibile, ma nemmeno così facile. Certo che sul piano della convinzione appare forte come non mai.
a pagina 2: le teste di serie dalla 4 alla 10