ELISA GIORDANO, DALLA PALLAMANO AL RUGBY: “LAVORO PER MIGLIORARMI SEMPRE”

elisa giordanoDublino (Irlanda) – Poco meno di ventiquattro ore separano la Nazionale Italiana Femminile dalla terza ed ultima partita nel Girone B della Women’s Rugby World Cup. Le Azzurre affronteranno la Spagna in un incontro importante che potrà dare indicazioni su quale posizione la squadra di coach Di Giandomenico può ambire nella seconda fase del torneo, in calendario a Belfast dal 22 (semifinali) al 26 (finali) agosto.

Nelle prime due uscite contro USA e Inghilterra ci sono degli aspetti su cui l’allenatore Azzurro può lavorare e ripartire per il futuro. Una delle note positive è sicuramente Elisa Giordano. Nata a Mirano, terza linea con 23 caps in Nazionale, ha messo a segno due mete in altrettante partite giocate nella competizione iridata irlandese.

Soprannominata “Polipo” dalle compagne di squadra, si è avvicinata al rugby a 19 anni dopo aver dedicato gran parte della sua adolescenza alla pallamano: “Dalle scuole medie ho sempre praticato sport – ha esordito Elisa – . La pallamano mi ha aiutato nell’imparare ad avere una certa manualità con la palla. Anche se nel rugby la forma è diversa, è stata una esperienza molto utile. Naturalmente parliamo di due sport diversi e all’inizio ho fatto un po’ di fatica nel capire le dinamiche. Mi sono adattata anche alle condizioni climatiche diverse: pallamano in palestra, rugby all’aperto con sole e pioggia. Personalmente ho fatto un cambiamento radicale. Ho lavorato su me stessa. Cambiando sport ho “trasformato” il mio fisico e sto ancora continuando nel mio percorso. Posso dire che mi sento completamente a mio agio in un campo da rugby”.

Il sostegno tipico della palla ovale l’ha guidata, anche se in una parte marginale, nella sua scelta di vita al di fuori del rettangolo di gioco: “Sono terapista occupazionale. Questo profilo lavora sulla restituzione di più autonomia possibile alla persona. Non solo fisica o psicologica: si tratta di una commistione di queste due attività insieme a quelle classiche della vita quotidiana. E’ una sensazione bellissima vedere le persone che tornano nuovamente alle loro abitudini dopo aver vissuto delle problematiche che ne hanno condizionato la vita quotidiana”.

L’esordio in Nazionale è avvenuto in Francia, nel 2011: “Ho avuto un po’ di fortuna, come in tante occasioni che capitano nella vita. Sono stata convocata in sostituzione di una ragazza infortunata. Da lì ho capito realmente cosa volevo da questo sport: lavorare per entrare a far parte in pianta stabile di questo gruppo. Mi sono detta: se hanno visto qualcosa di buono in me… vuol dire che devo lavorare ancora di più per dimostrare quello che valgo”.

La stagione appena conclusa e quella appena iniziata sono state ricche di soddisfazioni: “Lavoro step by step. Mi concentro sempre sulla partita della domenica, poi sul 6 Nazioni e ora sul Mondiale, cercando di dare la giusta attenzione e concentrazione ad ogni impegno. Lo Scudetto con il Valsugana è stata una gran bella soddisfazione a coronamento di un lavoro di squadra importante. Il punto fermo in questa stagione è stato il Mondiale: la mia preparazione è iniziata a fine agosto scorso. Avevo il pallino fisso di arrivare pronta a questa competizione. Ho fatto tesoro di ogni consiglio. Ogni critica per me è stata costruttiva: mi hanno aiutato a crescere. Ho seguito un programma mirato in base alle mie esigenze. Non ho una struttura fisica imponente come Parisse o Pocock, due dei rugbisti che seguo tanto: quindi so che devo impegnarmi sempre al massimo”.

Il mondiale, coronamento di un sogno: “Ho ricevuto tanti messaggi in seguito alla convocazione. Continuo a riceverne. A livello di squadra stiamo dando il 100% anche se ogni tanto commettiamo errori a cui cerchiamo di porre rimedio insieme al lavoro di tutto lo staff. Cosa ho provato dopo la meta agli USA? Beh… una bella sensazione. Mi sono trovata al posto giusto nel momento giusto. Un po’ di fortuna non guasta mai”.