PER I DRAGONI AZZURRI, DODICI MEDAGLIE AL CAMPIONATO EUROPEO DI SZEGED

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Un oro, con relativo titolo di campionesse europee, 4 argenti e 7 bronzi per un totale di ben 12 medaglie. Un Campionato Europeo da ricordare per l’Italia del dragon boat che, a Szeged, raccoglie un ricco bottino che premia la caparbietà e l’impegno di tutte le squadre azzurre di specialità.

La spedizione azzurra si è difesa con onore nelle acque del Water Sport Centre, dove ieri è calato il sipario su un’edizione continentale dall’alto tasso qualitativo ed agonistico. L’Italia, che in Ungheria ha schierato in partenza diversi equipaggi sia maschili che femminili, sia senior che master, ha lasciato il segno chiudendo con medaglie in tutte le distanze di gara (200, 500 e 2.000 metri).

Nel dettaglio, il migliore risultato della spedizione l’Italia lo archivia nel minidragon master femminile, sulla distanza  dei 2000 metri. La “forza rosa” del team italiano, combattiva e grintosa, si impone con stacco netto sulle padrone di casa ungheresi e sulle tedesche, mettendo a segno il titolo europeo con il tempo di 10:25.093. 

Guarda le immagini della premiazione.

Quattro gli argenti che arricchiscono il bottino con il minidragon senior maschile sui 200m e sui 500m, quello master femminile sui 200m e quello senior misto sulla lunga dei 2000m. Pe poi concludere al meglio la trasferta in terra magiara, ecco che arrivano ben sette ulteriori bronzi nelle varie categorie (dettagliate in calce).

Soddisfatto lo staff tecnico, capitanato dal Team Leader Antonio De Lucia ed i tecnici Riccardo Masotto, Paolo Maisano e Sergio Barrichello. Un team importante che nasce dalla collaborazione della FICK e della FIDB, nella stessa barca per pagaiare verso un unica direzione, segnando un nuovo corso che punta a valorizzare ancor di più il grande lavoro svolto in questi anni con la disciplina del dragonboat, affasciante e coinvolgente.

“L’Italia esce a testa alta e con la consapevolezza di essere entrata tra le grandi del continente europeo – commenta il tecnico Paolo Maisano –  Partiti con il progetto soltanto dopo la scelta dei quadri tecnici, lo scarso tempo a disposizione ha fatto bruciare le tappe nella selezione degli atleti e nella preparazione degli equipaggi. Ma il gruppo dei senior, in gran parte reduce dal mondiale 2016 di Mosca, aveva già maturato a suo tempo la convinzione dell’alto potenziale posseduto – continua – La sfida era farli credere in loro stessi ed incrementare il gruppo con altri atleti di pari valore. Con due stage, uno a Castel Gandolfo ed un secondo all’Idroscalo di Milano, gli uomini senior hanno trovato, seguiti passo passo da me e da Paolo Marchetti, un equilibrio nelle barche presentate alla sfida continentale che ha permesso loro di competere sempre per la vittoria. Gli avversari si conoscevano, la Russia, l’Ucraina, i padroni di casa Ungheresi, la Romania, la Germania e via dicendo; dai confronti è emersa una Russia al di sopra di tutti, sia nel maschile che nel misto. Ancora uno step avanti. Ma il gap è sceso sensibilmente e l’Italia può ancora migliorare. Su tutto ricordiamo, dopo la sfida sui 500 m 10 posti maschile tirata fino all’ultimo metro, l’applauso dei russi al rientro degli atleti italiani negli spogliatoi: un applauso che sa di riconoscimento, di considerazione, che vale molto più della gratificazione del momento. Vale la consapevolezza di stare tra i grandi e di essere rispettati. Era questo l’obiettivo di quest’anno ed è stato centrato. Con il settore femminile apprezzabili risultati dalle senior, con buone gare nelle finali e con le medaglie nei misti. Un gruppo di giovanissime che si è messo a disposizione del tecnico Sergio Barichello e che ha ancora importanti margini per crescere ancora. Infine – conclude – ma non per ultimo, il settore master, dove le donne hanno bissato il successo agli europei di Auronzo 2015 sulla distanza dei 2.000 m, ripetendosi sempre sulla stessa distanza dopo due anni a Szeged. Un settore, così come quello master maschile, che dà sempre certezze al tecnico Riccardo Masotto. Torniamo quindi a casa con un bagaglio zeppo di medaglie, di considerazione, di esperienze e di motivazioni per lavorare con ancora più convinzione verso l’obiettivo di puntare, con il lavoro e con il sostegno della Federazione, ad un risultato di valore assoluto per sentir suonare sui bacini degli eventi internazionali, speriamo prima possibile, l’inno di Mameli.

QUESTI I RISULTATI IN SINTESI

La trasferta europea è stata resa possibile grazie alla sponsorizzazione dell’azienda General Computer Spa che anche quest’anno ha deciso di investire nella Federazione ed ancor più nello sport del Dragon Boat finanziando parte dei costi della trasferta.

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