Nadal è più forte di prima. La vera sorpresa, più della Décima
Non c’era un solo giocatore che non ritenesse Rafa Nadal il grande favorito di questo torneo. E ciò fin dalla vigilia del torneo, ma anche all’immediata vigilia della finale, nonostante Stan Wawrinka fosse preceduto dalla fama che lo voleva sempre vittorioso in tre finali di Slam. Per questo motivo i bookmakers questa domenica pagavano una quota apparentemente esagerata, addirittura a 5, una vittoria dello svizzero. I bookmakers hanno guadagno assicurato quando c’è equilibrio economico nelle puntate. Ed è chiaro che all’inizio del torneo la maggior parte delle scommesse si erano concentrate su Rafa. Per questo cercavano di incoraggiare a puntare su Wawrinka. Non so se ci siano riusciti prima del match, ma di sicuro non ce l’avranno fatta con le scommesse live, perché salvo che sull’1-1 del primo set, quando Rafa ha dovuto annullare l’unica pallabreak il match è stato a senso unico, l’incontro non ha riservato alcuna suspence. Rafa ha tenuto il servizio sempre più che agevolmente, battendo spesso anche a quote vicino ai 200 km orari (per due anni non c’era più riuscito), ha perso solo 14 punti in 12 turni, e dopo quella palla break non ha più concesso a Wawrinka di arrivare sul 40-40. Ma Nadal è stato impressionanti per la condizione atletica dimostrata. E non solo per aver vinto per la terza volta (su 10) questo torneo senza perdere un set e cedendo in tutto 35 games, cioè meno di sempre: nel 2008 ne aveva persi 41. Vero che qui c’è stato anche un ritiro, ma insomma perdere 35 games in 7 match vuol dire perdere una media di 5 games a match! Una superiorità più disarmante di questa è difficile ripescarla nella storia del tennis: Borg vinse nel ’78 cedendone 32, ed è il solo ad aver fatto meglio. Però Nadal con dieci trionfi a Parigi ha fatto ancora meglio di Borg che si fermò a sei. Rafa risale a n.2 del mondo, per la prima volta dall’ottobre 2014.
Ieri, scesi in campo con Gianni Clerici e Steve Flink “Hall of Famers” c’erano Kodes, Pietrangeli, Smith, Santana, Martin, Clijsters, Emerson: non uno solo di loro dava chances a Wawrinka, così come i francesi intervistati dall’Equipe, Escudè, Santoro, Pioline, Clement, Llodra, Bartoli, Di Pasquale, Boutter, ma anche i non francesi Bresnik e Rosset. Eppure il Wawrinka visto con Murray aveva impressionato tutti. Chissà che non sia stata proprio quella lotta pazzesca, entusiasmante – il miglior match del torneo – ad aver affievolito le chances di Stan The Man. Soltanto in poche finali gli sconfitti avevano fatto meno game di Stan oggi: in Vilas-Gottfried nel ’77 l’americano fece solo tre game. Federer con Nadal nel 2008 quattro, Vilas con Borg nel ’78 cinque, Verkerk con Ferrero nel 2003 sei game come oggi Stan, idem Franulovic con Kodes nel ’70 e Pilic con Nastase nel ’73. Pilic era stato il più anziano finalista qui prima di Wawrinka e nel corso del torneo aveva battuto sia Bertolucci sia Panatta. Alla fine è stata più emozionante la finale femminile vinta dalla Ostapenko. Ma questo non è certo per colpa di Nadal che meglio di così non poteva giocare. Ha fatto paura per certi recuperi, per dritti sparati in corsa. In tutti questi anni, dal suo primo trionfo del 2005, aveva perso due volte sole con Djokovic nel 2015 nei quarti e negli ottavi con Soderling nel 2009. Quella sì fu vera sorpresa.
Curioso che Wawrinka abbia perso proprio con l’identico punteggio (6-2 6-3 6-1) con cui aveva perso quattro anni fa qui nei quarti al Roland Garros. Eppure non c’è alcun dubbio che lo svizzero sia molto più forte oggi di quanto lo fosse allora. Sottolineerei piuttosto il tempo della finale: appena 2 ore e 5 minuti. E allora ascoltate quel che mi ha detto Alex Corretja in buon italiano a questo proposito. Lo spagnolo, che era considerato quando giocava un gran tattico, tanto che molti giocatori andavano da lui a consigliarsi quando dovevano affrontare un avversario (ricordo Renzo Furlan fra questi), fu finalista qui nel ’98 (battuto da Carlos Moya) e oggi opinionista su Eurosport, è d’accordo però con Wawrinka nel dire: “Questo è il miglior Nadal di sempre. Una volta era soprattutto un tennista che si difendeva, e impiegava 3 ore e mezzo vincere anche 3 set. Oggi ci mette due ore perchè ora è molto più aggressivo. Il rovescio non era forte e profondo come oggi, si muove splendidamente, arriva sempre nella posizione giusta con i piedi (tutto il suo audio e quello dello zio Toni Nadal “Senza di lui non avrei vinto un Roland Garros, mi segue da quando avevo 4 anni”, insieme all’intervista di Rafa Nadal, sono ascoltabili su Ubitennis.com). È in fiducia, e anche quando va a rete fa sempre il punto. Serve anche meglio, spesso vicino ai 200 km orari. “Ho servito meglio oggi che lungo tutto il torneo… Oggi la mia miglior partita? No, non direi, i primi cinque games sia io sia Stan eravamo molto nervosi. Ho sbagliato molti dritti… vero che dopo i primi cinque games le cose sono migliorate e di rovescio ho giocato molto bene. In assoluto la partita nella quale ho giocato meglio è stata quella con Basilashvili… ma certo una finale comporta diverse tensioni”.
Ai suoi esordi, 11 anni fa quando vinceva il suo primo Parigi, Rafa non era così. Difendeva più di quanto attaccava. E difatti qui su Ubitennis molti lo hanno spesso criticato al di là dei suoi demeriti che secondo me non c’erano. “Ma da campioni come Federer e Nadal – ha proseguito Corretja – c’è da aspettarsi di tutto. Finchè non smettono di giocare sono capaci di qualsiasi cosa. Ora Rafa ha vinto 15 Slam. Sono sicuro che vuole superare i 18 di Federer ma… dipenderà anche da Roger. A Wimbledon sarà una sfida pazzesca”. Rafa oggi attacca da fondo non solo con il suo formidabile dritto, ma anche con il rovescio, ed è aggressivo fin dal servizio che tira forte come nel 2010. Prima e seconda. E quando va a rete fargli il punto è difficilissimo, anche in acrobazia riesce a giocare volée vincenti. È un giocatore completo, sempre più completo, e del resto se ha vinto Slam su tutte le superfici non deve essere considerata una sorpresa. Certo se a Melbourne Rafa fosse riuscito a mantenere il vantaggio di 3-1 nel quinto, oggi i divario fra i due grandi rivali sarebbe soltanto di uno Slam. Ma ora che sono tre la lotta è aperta: Rafa ha cinque anni di meno, e al contrario di quanto tanti pensavano, non sembra affatto logoro. In finale ha fatto dei recuperi pazzeschi. A Wimbledon lo scorso anno Rafa non c’era e quest’anno lui ha fatto capire che ci sarà, ma al tempo stesso, che ci va con qualche apprensione. “Spero che il mio ginocchio non mi crei problemi. L’erba richiede appoggi bassi, bisogna piegarsi sempre molto…però l’erba mi è sempre piaciuta” e a chi gli fa presente che insomma sull’erba non ha sempre giocato bene replica…”beh ho fatto cinque finali! Se passerò i primi due turni e starò bene penso che potrò competere…”. I tre anni senza Slam non paiono averlo angosciato, l’obiettivo di diventare n.1 del mondo non lo ossessiona: “Se arrivano risultati come questo la classifica migliorerà, intanto nella race sono ben messo, per il secondo semestre si vedrà…”
Il 2010 è stato l’ultimo anno in cui Roger vinse l’Australian Open e Rafa il Roland Garros. Sono passati sette anni, Roger compierà 36 anni a agosto, Rafa ne ha compiuti 31 lo scorso 3 giugno e i due “mostri” invece di peggiorare migliorano. Pazzesco. Nella finale a senso unico Rafa ha concesso una sola palla break in tutto il match, sull’1-1 del primo set. Poi ha sempre dominato i turni di servizio. 14 punti appena ceduti in 12 servizi! Dal 4-2 del primo set non c’è più stato equilibrio. E anche se ha giocato alcuni dritti da fenomeno in corsa, da spellarsi le mani, è stato il rovescio l’arma straordinaria di questa finale cui Wawrinka non ha saputo opporsi. Lo svizzero tuttavia sale a n.3 del mondo, Djokovic scende a n.4 per la prima volta dall’ottobre 2009. Io credo che a Wimbledon, con il ritorno di Roger, ci sarà da divertirsi. Spero solo, sia per Rafa sia per Roger, ma anche per Novak e Andy (che fra tutti lì vedo il più solido) che non ci siano primi turni troppo ostici. Se avranno il tempo di assestarsi un po’ e arriveranno alla seconda settimana, lo spettacolo non mancherà e qualche grande memorabile incontro ci sarà. Non sono altrettanto sicuro che questo accadrà anche fra le donne, ma di sicuro l’attesa per un’importante prova del nove per Jelena Ostapenko ci sarà. Con il tennis che ha la ragazzina lettone, che ha già vinto Wimbledon junior, potrebbe anche ripetersi.